Danilo Montaldi: differenze tra le versioni

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Frattanto Montaldi, che nel 1946 aveva abbandonato il liceo, era venuto sviluppando interessi intellettuali originali, all’incrocio tra storiografia, sociologia e politica. Aveva inoltre cominciato a collaborare con alcune delle principali riviste – «Discussioni», «Nuovi Argomenti», «Ragionamenti», «Opinione», «Passato e Presente» – che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, diedero voce alle istanze di libertà e di rinnovamento della cultura italiana di sinistra in polemica con quelle che venivano considerate le degenerazioni della cultura di partito. Tali collaborazioni porteranno Montaldi a intrecciare rapporti con gli intellettuali più impegnati nel dibattito politico e culturale che animava allora la sinistra.
A partire dagli anni Sessanta Montaldi comincia a lavorare sia come consulente sia come traduttore per alcune case editrici: Einaudi, Rizzoli, Mondadori, Il Saggiatore, ma soprattutto Feltrinelli, presso cui lavorerà anche come redattore nel [[1962]]-[[63]]. In questo periodo egli ha modo di approfondire la conoscenza di [[Giangiacomo Feltrinelli]], con cui collaborerà strettamente negli anni successivi a progetti di carattere politico. Sarà proprio la casa editrice Feltrinelli a pubblicare nel [[1960]] il primo libro di Montaldi, ''Milano, Corea. Inchiesta sugli immigrati'', scritto in collaborazione con Franco Alasia. Il volume raccoglieva e commentava una serie di testimonianze di immigrati a Milano, portando l’attenzione sul fenomeno dell’immigrazione, all’epoca ancora poco studiato.<br>
Anche i due successivi libri di Montaldi saranno imperniati sulla raccolta di storie di vita, campo in cui il lavoro di Montaldi può essere considerato pionieristico. ''Autobiografie della leggera'' (Torino, Einaudi, [[1961]]) e ''Militanti politici di base'' (Torino, Einaudi, [[1970]]) rappresentavano i primi due capitoli, dedicati rispettivamente a vagabondi e ladri e ai militanti politici, di un’ampia inchiesta sulla cultura degli strati subalterni nella Bassa padana. Al terzo capitolo, che avrebbe dovuto riguardare la vita dei contadini, Montaldi stava lavorando quando morì prematuramente il [[27 aprile]] [[1975]]. Postumi saranno pubblicati: ''Korsch e i comunisti italiani. Contro un facile spirito di assimilazione'', Roma, Samonà e Savelli, 1975 e ''Saggio sulla politica comunista in Italia ([[1919]]-[[1970]])'' (Piacenza, Edizioni «''Quaderni piacentini»'', [[1976]]). Nel 1994 è stato pubblicato il volume Bisogna sognare. Scritti [[1952]]-[[1975]], che raccoglie gli articoli pubblicati su riviste e giornali e alcuni inediti.
 
Vanno ricordati, infine, gli interessi di Montaldi per l’arte, alimentati dalla assidua frequentazione, negli anni milanesi, degli artisti della «''nuova generazione di [[Brera»]]''. Nel [[1965]], con alcuni amici, apre a Cremona la galleria d’arted’[[arte]] Renzo Botti, ove, per oltre un decennio, verranno presentate al pubblico cremonese alcune tra le più significative proposte dell’arte sia italiana sia straniera