Jacques-René Hébert: differenze tra le versioni

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[[François-Nicolas Vincent|Vincent]], segretario generale del Ministero della Guerra, si accordò con Hébert per far denunciare da [[Jean-Paul Marat|Marat]] la condotta di Custine. L'intesa con l'« Amico del popolo » fu raggiunta la mattina del 13 luglio,<ref>''Le Père Duchesne'', n. 325.</ref> ma nel pomeriggio Marat veniva ucciso da [[Carlotta Corday]]. Il 21 luglio Hébert, dalla tribuna dei giacobini, accusò di tradimento Custine, « questo serpente talmente insidioso che, se non gli tagliamo la testa, moriremo certamente per le sue ferite » e i deputati che lo sostenevano: « andiamo alla Convenzione, ricordiamo i loro attentati e dichiariamoci riuniti in permanenza finch'essa non ci accordi la loro destituzione ».<ref>''Journal des Jacobins'', n. 455.</ref>
 
Tutto il club acclamò la proposta di Hébert. Una delegazione, composta da Hébert, [[Jean-Baptiste Drouet|Drouet]] e [[François Desfieux|Desfieux]], si recò immediatamente al Comitato di salute pubblica, dove fu ricevuta da [[Georges Couthon|Couthon]], [[André Jeanbon Saint André|Jeanbon Saint-André]], [[Pierre-Louis Prieur|Prieur de la Marne]] e [[Jacques Alexis Thuriot|Thuriot]]. Con la sola opposizione del dantonista Thouriot, fu deliberato l'arresto di Custine, che da alcuni giorni si trovava a Parigi.<ref>G. Walter, cit., pp. 136-137.</ref> Il 28 agosto il generale ''Moustache'' salì sulla ghigliottina con « grande gioia » del ''Père Duchesne'', che aveva atteso con fremente impazienza la fine del processo: « Che dente da strappare, cazzo! Come la testa degli uomini ricchi e potenti si tiene sulle spalle! Quante smancerie per condannare il più traditore, il più scellerato degli uomini! ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 278.</ref>
 
=== Campagne contro la Regina e contro la Chiesa ===