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La stele può essere considerata propria dell'usanza tra la metà e la fine del terzo millennio a.C. in [[Mesopotamia]] di celebrare le vittorie militari con monumenti in pietra. Un monumento simile é la stele della vittoria di [[Naram-Sin]], realizzata durante l'[[impero Accadico|periodo Accadico]], successivo al periodo protodinastico III<ref>{{cita libro |titolo=Ancient Mesopotamia. The Eden that Never Was |cognome=Pollock |nome=Susan |anno=1999 |editore=Cambridge University Press |città=Cambridge |isbn=978-0-521-57568-3 |serie=Case Studies in Early Societies |pagina=181}}</ref>.
 
I due lati della stele mostrano distintamente scene differenti e sono stati interpretati come il lato mitologico e il lato storico. Nel lato mitologico é diviso in due registri, il registro superiore, più largo, mostra una grande figura maschile con nella mano destra unauno mazzascettro e connella sinistra un ''[[:en:Zu (mythology)|anzu]]'' una figura simile al grifone, identificabile come il dio [[Ninurta|Ningirsu]]. Sotto l'''anzu'' vi é una larga rete riempita con corpi nudi di uomini. Dietro Ningirsu si erge una piccola figura femminile con una fascia per capelli con delle corna e delle stecche protundenti dalle spallespalle, permettendo la sua identificazione come la dea [[Ninhursag]]. Il registro inferiore, più piccolo, é in pessime condizioni, tuttavia, in base a confronti con rappresentazioni contemporanee, potrebbe figurare il dio Ningirsu su una biga trainata da animali mitologici<ref name=winter/>.
 
[[File:Stele of Vultures detail 02.jpg|right|thumb|Un frammento della stele degli avvoltoi con teste umane mozzate nei becchi e un frammento di un'iscrizione di [[scrituttura cuneiforme]] |alt=See caption]]
 
Il lato storico é diviso in quattro registri orizzontali. Il registro superiore mostra [[Eannatum]], l'''[[ENSI|ensi]]'', il signore di [[Lagash]], alla guida [[Falange (militare)|falange]] di soldati alla battaglia, con i loro nemici sconfitti sotto loro piedi, calpestati. Sopra aleggiano degli [avvoltoio|avvoltoi]], dai quali deriva il nome della stele, con teste mozzate dei nemici nei loro becchi.
Il secondo registro mostra dei soldati con le lance in spalla in marcia diwreo al re, il quale sta guidando una biga brandendo una lancia. Nel terzo registro è possibile vedere una piccola porzione di una figura seduta. IN fronte ad essa, una mucca è legata a un palo , mentre un prete nudo in piedi su un mucchio di cadaveri di animali morti esegue una [[ libagione ] rituale su due piante poste in dei vasi. A sinistra di queste scene vi è una pila di corpi nudi , circondati da operai dei cesti sulla loro testa. Solo una piccola parte del quarto registro è stata conservata, la quale mostra una mano che regge una lancia che tocca la testa di un nemico<ref>Thorkild Jacobsen, ''Toward the image of Tammuz and other essays on Mesopotamian history and culture'' 1970, p. 393; Eva Strommenger, ''Five thousand years of the art of Mesopotamia'' 1964 p. 396</ref>.
Il secondo registro mostra dei soldati in marcia
Le iscrizioni sulla stele sono mal conservate. Riempiono gli spazi vuoti nelle scene e scorrono continuamente da un lato all'altro. Il testo è scritto in [[lingua sumera | sumero]] [[scrittura cuneiforme]] Da queste iscrizioni si viene sapere che la stele è stato commissionata da Eannatum , un ''ensi'', o sovrano di Lagash, intorno al 2460 a.C.. Su di essa, egli descrive un conflitto con [[umma]] su un tratto di terreno agricolo situato tra le due città-stato
 
<ref Name=winter/> Il conflitto si conclude in una battaglia in cui Eannatum , descritto come il prediletto del dio Ningirsu , trionfa su Umma . Dopo la battaglia , il leader della Umma giura che lui non trasgredire nel territorio di Lagash nuovamente a pena di punizione divina<ref>{{cite book |title=Presargonic Period (2700-2350 BC) |last=Frayne |first=Douglas R. |year=2008 |publisher=University of Toronto Press |___location=Toronto |isbn=978-0-8020-3586-8 |pages=126–140 |series=Royal Inscriptions of Mesopotamia: Early Periods |volume=1 }}</ref>.
ister shows soldiers marching with shouldered spears behind the king, who is riding a chariot and holding a spear. In the third register, a small part of a possibly seated figure can be seen. In front of him, a cow is tethered to a pole while a naked priest standing on a pile of dead animal bodies performs a [[libation]] ritual on two plants spouting from vases. Left of these scenes is a pile of naked bodies surrounded by skirted workers with baskets on their head. Only a small part of the fourth register has been preserved, showing a hand holding a spear that touches the head of an enemy.<ref name=winter/> Some Sumerologists have proposed reconstructing a caption near the enemy as "Kalbum, King of Kish".<ref>Thorkild Jacobsen, ''Toward the image of Tammuz and other essays on Mesopotamian history and culture'' 1970, p. 393; Eva Strommenger, ''Five thousand years of the art of Mesopotamia'' 1964 p. 396</ref>
 
The inscriptions on the stele are badly preserved. They fill the negative spaces in the scenes and run continuously from one side to the other. The text is written in [[Sumerian language|Sumerian]] [[cuneiform script]]. From these inscriptions it is known that the stele was commissioned by Eannatum, an ''ensi'' or ruler of Lagash around 2460 BC. On it, he describes a conflict with [[Umma]] over a tract of agricultural land located between the two city-states.<ref name=winter/> The conflict ends in a battle in which Eannatum, described as the beloved of the god Ningirsu, triumphs over Umma. After the battle, the leader of Umma swears that he will not transgress into the territory of Lagash again upon penalty of divine punishment.<ref>{{cite book |title=Presargonic Period (2700-2350 BC) |last=Frayne |first=Douglas R. |year=2008 |publisher=University of Toronto Press |___location=Toronto |isbn=978-0-8020-3586-8 |pages=126–140 |series=Royal Inscriptions of Mesopotamia: Early Periods |volume=1 }}</ref>
 
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