Palazzo Pubblico (Siena): differenze tra le versioni
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[[File:City Hall Siena Italy.jpg|thumb|La facciata su piazza del Campo]]
Il '''Palazzo Pubblico''' di [[Siena]] (detto anche '''Palazzo Comunale''') è l'edificio fatto costruire approssimativamente tra il [[1297]] e il [[1310]] dal [[Governo dei Nove]] della [[Repubblica di Siena]], come propria sede. Sorge sulla [[piazza del Campo]] ed è affiancato dalla snella [[Torre del Mangia]].
== Storia ==
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La storia del palazzo è fortemente legata a quella della sistemazione della prospiciente Piazza del Campo. Fino al [[1270]], con il [[Governo dei Ventiquattro]], il governo della città aveva sede nella curia della [[Chiesa di San Pellegrino alla Sapienza|chiesa di San Pellegrino]]. Il Consiglio della Campana, composto dai nobili e così chiamato perché si adunava al suono della campana maggiore posta allora su una torre della famiglia dei Mignanelli (nell'attuale [[Banchi di Sopra]], al numero civico 15), aveva come luoghi di riunione principali tre specifiche chiese e aveva le proprie sedi nei palazzi dei nobili. Nel [[1284]] si ha notizia di un primo nucleo di quello che sarà il Palazzo Comunale, ma esso comprendeva essenzialmente gli edifici della Dogana e della Zecca, detta il "Bolgano".
Caduto questo governo degli aristocratici, con il [[Governo dei Nove]] saliti al potere nel [[1287]] si comincia a pensare a una sede "neutra" per il governo della città e la costruzione del palazzo ha la spinta definitiva. Il primo nucleo, ricavato da un adattamento del palazzo della Dogana, è riferibile al [[1284]], come farebbe supporre l'insediamento del podestà [[Ghinolfo Guidi da Romena]]. Tra il [[1293]] e il [[1297]] il Governo dei Nove avviò l'edificazione di un più ampio palazzo, fatto in pietra fino alle prime tre [[trifore]] e poi proseguito in laterizi entro il [[1310]]<ref name=T505>Touring, cit., p. 505.</ref>.
Mentre l'antico palazzo del Bolgano era rivolto verso l'attuale [[piazza del Mercato (Siena)|piazza del Mercato]], il nuovo palazzo guarda verso piazza del Campo. Ma le due costruzioni coesisterono a lungo. Entro il [[1310]] tutto il palazzo doveva essere stato terminato perché il Governo dei Nove vi si trasferì in quell'anno. L'ingrandimento del lato destro, con la zona delle carceri, risale al [[1327]], a cui seguì il salone del Gran Consiglio (1330-1342), che nel XVI secolo divenne teatro<ref name=T505/>. Solo il secondo (e ultimo) piano delle due ali laterali sarebbe stato costruito nel [[1680]], mantenendo comunque lo stile originale e bilanciando la mole dei palazzi circostanti. L'unica incertezza riguarda la tempistica di realizzazione del terzo e ultimo piano del corpo centrale del palazzo (con le bifore a tutto sesto): non si sa se sia coevo alla sua prima costruzione o sia stato invece costruito nel [[1326]], come alcuni storici affermano.
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== Architettura ==
[[File:Particolare Palazzo Comunale, Siena.jpg|thumb|250px|Coronamento del palazzo]]
L'ampia facciata del palazzo riflette i vari periodi di costruzione: fino al primo ordine di [[trifore]] fu usata la pietra, poi il [[laterizio]]. Le finestre, nel tipico stile senese (di derivazione orientale, filtrato dall'esempio pisano), hanno tre archetti gotici affiancati appoggiati su colonnine, mentre al centro di ciascuna [[archivolto|ghiera]], tra gli archetti e l'arco acuto principale di ciascuna finestra, è stata inserita la [[balzana]] bianca e nera, simbolo di Siena.
Il corpo centrale è rialzato di un piano rispetto alle due ali laterali. Sulla sommità, retto da una cornice di [[archetti pensili]] a pieno centro, presenta un [[Merlo (architettura)|coronamento merlato]] di tipo ''guelfo'', cioè senza l'estremità a coda di rondine<ref name=T505/>. Le due cellette campanarie sommitali sono oggi vuote; quella di sinistra venne aggiunta nel settecento per bilanciare la simmetria<ref name=T505/>.
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L'interno del palazzo è oggetto di decorazione fin dal Trecento, quando non era ancora stata completata l'architettura, quando il [[Governo dei Nove]] si assicurò l'opera dei maggiori artisti del tempo per manifestare il proprio programma politico. Tale insieme di affreschi, opere di pittura e di scultura rappresenta così una delle testimonianze fondamentali dell'arte medievale oltre che un eccezionale documento della società civile del Trecento<ref name=T506>Touring, cit., p. 506.</ref>.
Il portale di destra immette in un atrio in cui si trovano bracciali con campanelle in bronzo, opera di [[Giacomo Cozzarelli]] proveniente dal [[Palazzo del Magnifico]]. Attraverso un vestibolo si arriva poi alla Sala delle Lupe, divisa in quattro campate, che deve il suo nome alle due ''Lupe'' trecentesche sulla parete di sinistra, opere lapidee consunte dal tempo; v i si trovano inoltre doccioni di gronda attribuiti a [[Giovanni Pisano]] e la statuetta del ''Mosé'' di [[Antonio Federighi]]. Nella parete destra della terza campata l'affresco con ''Santi e beati Pietro Alessandrino, Ambrogio Sansedoni e Andrea Gallerani'', di [[Sano di Pietro]] ([[1446]]). Attorno al vestibolo si aprono alcuni ambienti adibiti oggi a uffici, in cui si trovano varie opere d'arte. Ad esempio nella seconda sala destra si trova una ''Madonna col Bambino e san Giovannino'' del [[Riccio]] ([[1537]]) e affreschi seicenteschi nella volta; la terza era l'antica sede dell'ufficio della [[Biccherna]] (ufficio finanziario), decorata dall'affresco con l''<nowiki>'</nowiki>Incoronazione della Vergine con i santi senesi Caterina e Bernardino'' di [[Sano di Pietro]] e [[Domenico di Bartolo]] ([[1445]]), realizzato sopra un'opera analoga di [[Lippo Vanni]] ([[1352]] andata distrutta in un incendio), e da affreschi seicenteschi nella volta, oltre a un pancale intarsiato quattrocentesco. La quarta sala, Ufficio del Segretario Generale dell'odierno Comune, mostra un vigoroso affresco della ''Resurrezione'' del [[Sodoma]] ([[1535]]), proveniente dalla Sala delle Lupe. Sul lato opposto spiccano: la prima sala, la Cappella dei Nove, con affreschi dell'ambito di [[Simone Martini]] (''Cristo benedicente con cherubini'' nella volta ed ''Evangelisti'' ai lati) appesantiti da ridipinture della seconda metà del Trecento, e di [[Bartolo di Fredi]] (''Beato Andrea Gallerani'', ''Sant'Antonio Abate'' e un<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'' frammentaria, databili al [[1370]] circa); la terza sala, quella del Biado, con all'estreno, in alto a sinistra sul pilastri, un'''Aquila imperiale'' del [[Sodoma]] e all'interno una grande ''Madonna della Misericordia con angeli e santi'' del [[Vecchietta]] ([[1457]])<ref name=T507>Touring, cit., p. 507.</ref>.
Dall'altro portale, attiguo alla [[Cappella di Piazza]], si accede invece al Cortile del Podestà, completato nel [[1325]] e ripristinato all'inizio del Novecento; interamente in cotto, è porticato su quattro lati, con grandi trifore a sesoto acuto che vi si aprono al primo piano. La scala, che porta al primo piano, è legata a un restauro del [[1980]]<ref name=T507/>. In un angolo si trovano i resti della ''Statua del Mangia''. Da qui si trova l'ingresso per salire alla torre<ref name=T512/>.
== Il Museo civico ==
Il Museo civico, allestito negli anni
===Quadreria===
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===Sala del Risorgimento===
La ''Sala del Risorgimento'' che espone affreschi e sculture del [[XIX secolo]]. Alle pitture a soggetto storico risorgimentale lavorarono esclusivamente artisti toscani, per lo più senesi: [[Pietro Aldi]], [[Giorgio Bandini]], [[Amos Cassioli]], [[Alessandro Franchi (pittore)|Alessandro Franchi]], [[Cesare Maccari]], [[Gaetano Marinelli (pittore)|Gaetano Marinelli]] e altri. Tra le sculture spiccano lavori di [[Enea Becheroni]], [[Giovanni Duprè]], [[Emilio Gallori]], [[Arnoldo Prunai]], [[Tito Sarrocchi]] e altri.
Da qui si accede alla porzione più antica e prestigiosa del palazzo.
[[File:Spinello Aretino fresco in Palazzo Pubblico.jpg|thumb|200px|Spinello Aretino, ''Storie della vita di Alessandro III'']]
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===Sala dei Cardinali===
[[File:Palazzo Pubblico affresco 2.JPG|thumb|250px|Sala dei Cardinali]]
La Sala dei Cardinali, o Anticamera del Concistoro. Ha le pareti decorate da vari affreschi tre-quattrocenteschi staccati, che provengono da pareti esterne o da altri locali del palazzo. Tra questi spicca i ''Santi Caterina d'Alessandria, Giovanni e Agostino con un devoto'' attribuiti ad [[Ambrogio Lorenzetti]] e già sul portale d'ingresso alla Sala di Balìa<ref name=T510/>.
Una vetrina al centro raccoglie alcuni cimeli dell'antica attività del Comune, tra cui cofanetti intagliati e intarsiati, bossoli per votazioni e la [[picca]] del Capitano del Popolo<ref name=T510/>.
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===Vestibolo, Anticappella e Cappella di Palazzo===
[[File:1western-wall-in-palazzo-publico-siena-235.jpg|thumb|320px|''[[Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi]]'']]
Dalla Sala dei Cardinali si accede anche al Vestibolo e alla cosiddetta Anticappella, a loro volta comunicanti tra di loro. Nel primo troviamo un affresco staccato dalla Loggia dei Nove, raffigurante la ''Madonna col Bambino'' di [[Ambrogio Lorenzetti]] (circa [[1340]]); nel vestibolo, la ''Lupa allattante due gemelli'', scultura dorata di [[Giovanni di Turino]] (1429-1430) proveniente dalla colonna all'ingresso del palazzo e recante sulla base gli stemmi della città, dei terzi e delle Compagnie militari dell'epoca<ref name=T510/>.
L'Anticappella è affrescata da [[Taddeo di Bartolo]] ([[1415]] circa), su temi mitologici e di storia romana; in una vetrina sono esposte oreficerie come la ''Rosa d'oro'' di [[Pio II]], capolavoro di oreficeria eseguito da [[Simone da Firenze]] ([[1462]]), una [[pace (liturgia)|pace]] databile al [[1390]] circa, dorata e smaltata e l'elmo del Capitano del Popolo, importante opera d'arte quattrocentesca. Questo ambiente è detto così perché precede la Cappella di Palazzo, decorata pure da affreschi di Taddeo, raffiguranti scene della ''Vita della Vergine'', ''Santi'', ''Evangelisti'', ''Profeti'' e ''Virtù'' ([[1415]] circa). La cancellata in ferro battuto e stagnato è un'opera del [[1437]] dei senesi Giacomo di Giovanni e suo figlio Giovanni. La piccola acquasantiera bronzea con figurette è invece opera di [[Giovanni di Turino]] e risale al [[1434]]; il ricco lampadario ligneo, dorato e dipinto, è invece del [[1435]]<ref name=T510>Touring, cit., p. 510.</ref>. L'altare venne disegnato dal [[Lorenzo di Mariano|Marrina]], e conserva la tavola della ''Sacra Famiglia con san Leonardo'' del [[Il Sodoma|Sodoma]] ([[1530]]), qui trasferita dal [[Duomo di Siena|Duomo]] nel [[XVII secolo]]. Il finissimo coro ligneo, intagliato e intarsiato, venne eseguito da [[Domenico di Niccolò]] ([[1415]]-[[1428]]) e conta ventidue stalli che corrono lungo le pareti. Per quest'opera l'artista venne soprannominato "dei Cori".
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La sala più grande e più famosa è la ''Sala del Mappamondo'', detta anche ''Sala del Consiglio'', che conserva due grandi affreschi: la ''[[Maestà del Palazzo Pubblico di Siena|Maestà]]'' di [[Simone Martini]] ([[1312]]-[[1315]]) e ''[[Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi]]'', attribuito tradizionalmente sempre a Simone Martini ([[1330]]), ma molto probabilmente un rifacimento quattrocentesco di un capolavoro perduto del maestro senese. Sotto di essa si trova l'affresco della ''Presa di un castello'' (forse di Giuncarico), opera attribuita non concordemente a [[Duccio di Buoninsegna]], datata [[1314]], che ne fa la più antica decorazione sicura del palazzo<ref name=T508/>.
Sotto venne applicato successivamente da [[Ambrogio Lorenzetti]] il [[mappamondo]] girevole che diede nome alla sala, ormai perduto, anche se le impronte del suo andamento girevole sono ncora visibili sull parete<ref name=T507/>.
Sulla parete delle arcate, in alto, si vedono due grandi affreschi a monocromo sulle glorie militari di Siena: a sinistra la ''Vittoria dei senesi nella battaglia di Val di Chiana'', di [[Lippo di Vanni]] ([[1363]]) e a destra la ''Vittoria dei senesi sui fiorentini al Poggio Imperiale di Poggibonsi'' (avvenuta nei pressi di [[Poggibonsi]] l'8 settembre [[1479]]) di [[Giovanni di Cristofano]] e [[Francesco d'Andrea]] ([[1480]]). Completano la decorazione della sala una galleria dei più venerati santi senesi sui pilastri, da destra: i ''Beati Andrea Gallerani'' e ''Anbrogio Sansedoini'', di autore cnquecentesco, ''Santa Caterina da Siena'' del [[Vecchietta]] ([[1460]]), ''San Bernardino'' di [[Sano di Pietro]] ([[1450]]), il ''Beato Bernardo Tolomei'', fondatore degli [[Olivetani]], del [[Il Sodoma|Sodoma]] ([[1533]]), ''Sant'Ansano'' e ''San Vittore'' del [[Il Sodoma|Sodoma]] ([[1530]] circa)<ref name=T508>Touring, cit., p. 508.</ref>.
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===Sala dei Pilastri===
Si accede infine alla Sala dei Pilastri che espone opere trecentesche e quattrocentesche per lo più di artisti minori: la ''Croce dipinta'' di [[Massarello di Gilio]] ([[1306]]), i ''Santi Stefano, Maria Maddalena e Antonio Abate'' di [[Martino di Bartolomeo]] ([[1306]]), la ''Predica e miracolo di san Bernardino'', frammento di predella di [[Neroccio di Bartolomeo]] ([[1465]] circa) e il rarissimo frammento di vetrata con un ''San Michele Arcangelo'' attribuito ad [[Ambrogio Lorenzetti]]<ref name=T509>Touring, cit., p. 509.</ref>.
===La Loggia===
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===Altre sale al secondo piano===
La Sala del Capitano del Popolo è oggi sede di riunione del Consiglio comunale, decorata da due tele di [[Amos Cassioli]] (''Giuramento di Pontida'' e ''Provenzano Salvani nel campo di Siena'') e da lunette tardo-cinquecentesche con ''Storie senesi''<ref name=T511>Touring, cit., p. 511.</ref>.
Altre sale mostrano la raccolta di stampe (opere di [[Jacques Callot]] e [[Stefano Della Bella]]), dipinti del Sei e Settecento, una galleria di ritratti di sensi illustri, carte geografiche, documenti su Siena e il Palio, e infine una piccola raccolta di modelli in legno e gesso. Tra le decorazioni spiccano il ''Crocifisso'' ad affresco di [[Pietro di Giovanni d'Ambrogio]] ([[1446]], nella prima sala) e un soffitto del [[1680]] (seconda sala)<ref name=T511/>.
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* ''Siena'', Sillabe, Livorno, 2008. ISBN 88-8347-416-3
* ''Toscana. Guida d'Italia'' (Guida rossa), Touring Club Italiano, Milano 2003, p. 536.
* C. Moretti, ''L'Organo italiano'', Casa musicale eco, Monza, 1989, p.
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