Giuseppino Càmpana: differenze tra le versioni

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==La vita==
Giuseppino Càmpana detto ''Rubinu'' ([[rubino]]), nasce ad [[Orune]] nel [[1935]].
Nel [[1965]] per vendicarsi di un'offesa subita, durante una festa uccide in pieno centro un suo cugino, [[Ignazio Chessa]] di 22 anni e si da' alla latitanza.
 
Subito si vede piovere addosso una condanna a trent'anni per [[omicidio]] e una taglia di 10 milioni di lire dal [[Ministero degli Interni]], il doppio dei 5 milioni per [[Graziano Mesina]] <ref>Marilena Orunesu,''[[L'Unione Sarda]]'' martedì 22 gennaio 2013 </ref>.
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Càmpana è condannato all'[[ergastolo]].
 
Nella [[stagione dei sequestri]] viene accusato di aver preso parte ai rapimenti di [[Giovanni Campus]] e [[Nino Petretto]] entrambi di [[Ozieri]], sequestrati nel [[1968]]. Il suo nome circolò ancora per il [[Sequestro di persona|sequestro]] dell'ingegnere olbiese [[Francesco Palazzini]].
Lui intanto non dava più notizie di sé.
 
L'ispettore [[Antonio Serra]] diceva di lui ''<<Da latitante era defilatissimo. Solitario. Non se ne sentiva un granché>>''.
 
Ruppe la sua proverbiale riservatezza solo quando venne sospettato di aver preso parte al [[sequestro]] di [[Assunta Gardu Calamida]] avvenuto nelle campagne di [[Oliena]] nel [[1970]].
Il bandito, infatti, mandò degli ambasciatori per far sapere alla famiglia della sequestrata di non essere coinvolto nel rapimento e di non saperne assolutamente nulla.
 
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Il suo [[avvocato]] [[Bruno Bagedda]] lo definiva ''<<il più straordinario uomo dei boschi che abbia mai conosciuto!>>'' <ref>Piero Mannironi, ''[[La Nuova Sardegna]]'', martedì 22 gennaio 2013 </ref>.
 
==Note==
<references/>