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|Epoca = 600
|Nazionalità = arabo
|FineIncipit = è stato un poeta ''mukhaḍram'', cioè vissuto ina cavallo tra l'epoca [[Jāhiliyya|preislamica]] e quella [[islam]]ica
|Immagine =
|Didascalia =
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Nacque infatti negli ultimi decenni del secolo VI e in parte nell'età in cui ormai l'[[Islam]] si andava sempre più affermando, morendo nel 660 in età avanzata.
 
Sappiamo che, ancor giovane, si recò con una delegazione della sua [[tribù]] ad [[al-Hira|al-Hīra]] per patrocinare le ragioni della sua tribù, i Banū ʿĀmir b. SaʿsaʿaṢaʿṣaʿa, davanti al re Abū Qābūs al-Nuʿmān (m. 602) al cui cospetto recitò un [[rajaz]] satirico, poesia che convinse il sovrano delle regioni dei contribuli di Labīd.
 
La conversione all’[[Islam]] sarebbe avvenuta nel 630 circa quando, sempre con una delegazione, si recò a [[Medina]] per stringere un’alleanza con il profeta [[Maometto]], incontro che segnò la sua vita. Infatti si convertì all’Islam e, secondo alcune tradizioni, smise di comporre versi, notizia messa in dubbio da alcuni studiosi come [[Carl Brockelmann]], dato che in molti suoi versi si riscontrano tracce di motivi coranici. Comunque in punto di morte, avvenuta a [[Kufa]] dove si era da tempo ritirato, indirizzò alle figlie alcuni versi in cui le sollecitava a non piangerlo, ma a ricordare le sue virtù.