Ethica: differenze tra le versioni
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Negli ultimi decenni del [[XVII secolo]] l<nowiki>'</nowiki>''Etica'' fu oggetto di numerosi testi mossi dall'esplicita volontà di confutare le tesi di Spinoza, gli autori dei quali tuttavia, in alcuni casi, finivano per abbracciare alcuni punti della metafisica spinoziana, non ultimo il necessitarismo. L'opera ebbe poi una certa fortuna negli ambienti eterodossi legati al [[libertinismo]], critici nei confronti delle concezioni provvidenzialiste di Dio e scettici rispetto all'esistenza di valori morali assoluti. Una lettura aspramente critica dell<nowiki>'</nowiki>''Etica'' fu quella esposta da [[Pierre Bayle]] nella voce dedicata a Spinoza del suo ''Dizionario storico-critico'' (''Dictionnaire historique et critique''), pubblicato nel [[1697]]; questa, dove si sosteneva tra le altre cose che Spinoza aveva impiegato arbitrariamente la parola «Dio» per riferirsi a un ente che aveva privato di tutte le caratteristiche di un Dio legittimamente inteso, ebbe una grande fortuna, e determinò ad esempio la qualifica di ateo attribuita senza esitazione a Spinoza da [[Voltaire]] nel ''[[Dictionnaire philosophique|Dizionario filosofico]]'' (''Dictionnaire philosophique'').<ref>{{cita|Scribano|p. 166-168.}}</ref>
Nel [[XVIII secolo]] si ebbero, sia in [[Francia]] che in [[Germania]], numerose prese di posizione critiche o apologetiche nei confronti di Spinoza. Anche in Italia un giudizio di parte cattolica sull'opera di Spinoza fu espresso dall'ecclesiastico letterato [[Giovanni Cristoforo Battelli]] ([[1658]]-[[1735]]) nella sua "censura" <ref>[[http://w3.uniroma1.it/episteme/file/Dispense20120928_CarellaAetasGalileana.pdf In Candida Carella, L'aetas galileiana in Sapienza, in Atti del convegno "Galileo e l'acqua: guardare il Cielo per capire la terra", Roma 17-18 dicembre 2009, Perugia 2010, pp. 47-81, in part. pp. 53-54.]</ref>
L'[[Illuminismo]] francese, pur lontano da un interesse per la metafisica come Spinoza l'aveva intesa, si riconobbe (con pensatori come [[Julien Offray de La Mettrie|La Mettrie]], [[Paul Henri Thiry d'Holbach|d'Holbach]] e [[Denis Diderot|Diderot]]) nelle sue teorie razionaliste e deterministe, attribuendogli anche posizioni materialiste.<ref>{{cita libro|autore=Marco Ravera |titolo=Invito al pensiero di Spinoza |editore=Mursia |città=Milano |anno=1987 |pagine=pp. 201-202}}</ref> In Germania, in seguito alla ripresa di un testo anti-spinoziano di [[Christian Wolff (filosofo)|Wolff]] da parte di [[Moses Mendelssohn|Mendelssohn]], che era incline a una certa apertura nei confronti delle tesi dell<nowiki>'</nowiki>''Etica'', si aprì una controversia tra quest'ultimo e [[Friedrich Heinrich Jacobi|Jacobi]] sullo spinozismo di [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]; questa determinò una riapertura della discussione sullo spinozismo, sullo sfondo dell'Illuminismo e di un incipiente [[Romanticismo]], la quale a sua volta finì per interessare anche [[Johann Gottfried Herder|Herder]] e, in modo meno diretto, [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] e [[Immanuel Kant|Kant]].<ref>{{cita|Scribano|pp. 169-172.}}</ref>
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