Privatizzazione: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
AlessioBot (discussione | contributi)
m Riordino sezioni predefinite (richiesta)
Riga 54:
 
==Vantaggi e limiti delle privatizzazioni==
In linea teorica il vantaggio di una privatizzazione è duplice: da una parte lo Stato ricava utili e liquidità dalla vendita del bene/servizio rinunciando ad ogni onero amministrativo-gestionale, dall'altra si registra una maggiore efficienza di gestione da parte del privato. Originariamente infatti gran parte delle risorse cosiddette strategiche di una nazione erano sotto il controllo statale, ma la crisi di certi settori dovuti ad una cattiva e difficile gestione statale unita all’esigenza di liquidità ha portato alla nascita e al ricorso sempre più diffuso alla formula della privatizzazione. Con la privatizzazione dunque lo Stato non deve più investire né in gestione/manutenzione né in sviluppo dell'azienda o servizio pubblico; la gestione di questa passa direttamente in mano a un privato che spinto dalla legge del profitto si dimostra generalmente più in grado o capace di un'amministrazione attiva, dinamica ed efficiente, persecutrice di scopi più redditizi per l'azienda incrementandone profitti e diminuendone le perdite, ovvero risanando debiti e bilanci a beneficio dei consumatori sotto forma di qualità di servizio o bene offerto e riduzione dei costi del servizio offerto.
 
Con la privatizzazione dunque lo Stato non deve più investire né in gestione/manutenzione né in sviluppo dell'azienda o servizio pubblico; la gestione di questa passa direttamente in mano a un privato che spinto dalla legge del profitto si dimostra generalmente più in grado o capace di un'amministrazione attiva, dinamica ed efficiente, persecutrice di scopi più redditizi per l'azienda incrementandone profitti e diminuendone le perdite, ovvero risanando debiti e bilanci a beneficio dei consumatori sotto forma di qualità di servizio o bene offerto e riduzione dei costi del servizio offerto.
Secondo alcuni però il processo di privatizzazione non è esente da limiti e rischi: spesso infatti i vantaggi presunti sopraesposti non si concretizzano nel bene dell'azienda e della collettività con costi imponibili all'utente che rimangono inalterati o addirittura in aumento frutto di speculazioni economiche da parte del gestore. Sotto questo aspetto il concetto di privatizzazione (bene in mano ad un privato) è infatti ben distinto da quello più vasto di [[liberalizzazione]] che invece rimanda alla [[libera concorrenza]] tra molti gestori. Se non è da escludere la possibilità che l'azienda fallisca per un altrettanto cattiva gestione da parte del privato, le problematiche sollevate da tale fallimento risultano meno gravose in presenza di vera concorrenza.
 
Secondo alcuni però il processo di privatizzazione non è esente da limiti e rischi: spesso infatti i vantaggi presunti sopraesposti non si concretizzano nel bene dell'azienda e della collettività con costi imponibili all'utente che rimangono inalterati o addirittura in aumento frutto di [[speculazione|speculazioni]] economiche da parte del gestore. Sotto questo aspetto il concetto di privatizzazione (bene in mano ad un privato) è infatti ben distinto da quello più vasto di [[liberalizzazione]] che invece rimanda alla [[libera concorrenza]] tra molti gestori. Se non è da escludere la possibilità che l'azienda [[fallimento|fallisca]] per un altrettanto cattiva gestione da parte del privato, le problematiche sollevate da tale fallimento risultano meno gravose in presenza di vera [[concorrenza]].
 
===L'analisi della Corte dei Conti===
Con un documento pubblicato il 10 febbraio 2010<ref>[http://www.ilgiornale.it/economia/la_corte_conti_svela_lato_oscuro_privatizzazioni/finanza-azioni-energia-euro-inflazione-privatizzazioni_tariffe_corte_conti/27-02-2010/articolo-id=425552-page=0-comments=1 La Corte dei Conti svela il lato oscuro delle privatizzazioni, 27 gen 2010, Il Giornale]</ref>, ormai ultimata la stagione delle privatizzazioni che prese il via quasi 20 anni prima, la [[Corte dei Conti]] ha reso pubblico uno studio nel quale elabora la propria analisi sull'efficacia dei provvedimenti adottati. Il giudizio, che rimane neutrale, segnala sì un recupero di redditività da parte delle aziende passate sotto il controllo privato; un recupero che, tuttavia, non è dovuto alla ricerca di maggiore efficienza quanto piuttosto all'incremento delle tariffe di energia, autostrade, banche, etc ben al di sopra dei livelli di altri paesi europei. A questo aumento, inoltre, non avrebbe fatto seguito alcun progetto di [[investimento]] volto a migliorare i servizi offerti.<ref>[http://www.tgcom.mediaset.it/economia/articoli/articolo475071.shtml Con privatizzazioni tariffe alte, 26 feb 2010, TgCom]</ref>
Più secco è invece il giudizio sulle procedure di privatizzazione, che:<ref>[http://www.corriere.it/economia/10_febbraio_26/privatizzazioni-corte-conti_220274c6-22e3-11df-8195-00144f02aabe.shtml Corte dei Conti: le ex aziende pubbliche ora fanno i soldi grazie a tariffe più care, 26 feb 2010, Corriere della Sera]</ref>
{{Citazione|evidenzia una serie di importanti criticità, che vanno dall'elevato livello dei costi sostenuti e dal loro incerto monitoraggio, alla scarsa trasparenza connaturata ad alcune delle procedure utilizzate in una serie di operazioni, dalla scarsa chiarezza del quadro della ripartizione delle responsabilità fra amministrazione, contractors ed organismi di consulenza al non sempre immediato impiego dei proventi nella riduzione del debito}}