Addio ai monti: differenze tra le versioni

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[[Immagine:I promessi sposi (1840) 047.jpg|thumb|300px|[[Lucia Mondella]]]]
L''''Addio ai monti''' è un celebre brano del capitolo VIII de [[I promessi sposi]] di [[Alessandro Manzoni]].
 
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==Breve commento==
[[Immagine:ComoImmagine 067.jpg|thumb|3oopx|Il [[lago di Como]] al tramonto.]]
Il passo è il momento più lirico di tutto il [[I promessi sposi|romanzo]], tanto che viene considerato dai commentatori [[poesia]] in prosa, tesi rafforzata dal fatto che si possono individuare all'interno del testo vari versi, [[decasillabo|decasillabi]] ed [[endecasillabo|endecasillabi]]; il registro, come si confà alla lirica, è elevato sia nelle [[figura retorica|figure retoriche]] che nella [[sintassi]] che nel [[lessico]] e i tono è fortemente [[idillio|idillico]]. Esiste però un elemento che incupisce in una certa misura il procedere morbido e quasi bucolico del passo, la presenza di [[don Rodrigo]], la cui ombra aleggia, minacciosa, su tutti i pensieri di [[Lucia Mondella|Lucia]]: è la vista del suo palazzotto che fa rabbrividire la giovine e la fa piombare in un profondo sconforto, sfogato nel pianto. Per tutta la durata del brano la narrazione è sospesa, il che consente all'autore di creare un "cantuccio" in cui tanto il personaggio quanto [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] stesso possano esternare i propri sentimenti, con una funzione simile, ma, si badi, non uguale, a quella del coro nelle [[tragedia|tragedie]] del nostro. L'ambientazione notturna e il paesaggio lacustre costituiscono un contesto ideale per l'esternazione dei sentimenti della giovine. Tuttavia l'autore, come di consueto, desidera mantenere uno stretto controllo sulla narrazione e sulla propria opera, per cui, al termine del passo, chiude bruscamente il momento [[idillio|idillico]] con l'espressione ''"Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di [[Lucia Mondella|Lucia]]"''.