Non violentate Jennifer: differenze tra le versioni
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|tipoaudio= sonoro
|ratio= 1,85:1
|genere= horror
|genere2= thriller |regista= [[Meir Zarchi]]
|soggetto=
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==Critica==
Il critico cinematografico [[Roger Ebert]] non diede al film alcuna stella, riferendosi a esso come "un disgustoso sacco di spazzatura...senza uno straccio di distinzione artistica", aggiungendo che "vederlo è stata una delle esperienze più deprimenti della mia vita".<ref name=ebert>{{Cita news|url=http://rogerebert.suntimes.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/19800716/REVIEWS/7160301/1023 |titolo=Review of ''I Spit on Your Grave'' |accesso=23 giugno 2011 |autore=[[Roger Ebert]] |linkautore= |coautori= |data=16 luglio 1980 |anno= |mese= |formato= |pubblicazione= |editore=[[Chicago Sun-Times]] |pagine= |lingua= |archiveurl= |archivedate= |quote=
''Encyclopedia of Horror'' rileva che il film ha attirato molte discussioni pro e contro, frequentemente coinvolgendo persone che chiaramente non hanno visto realmente il film. "Gli uomini sono così grossolanamente non attraenti e gli stupri così strazianti, protratti a lungo e crudamente presentati che è difficile da immaginare che la maggior parte degli spettatori maschi possa identificarsi con i perpetratori, tanto più che la struttura narrativa del film e la messa in scena forzano lo spettatore a vedere l'azione dal punto di vista della Keaton. Inoltre non vi è alcuna indicazione che lo abbia voluto lei o goduto, eccetto, naturalmente, le proprie percezioni degli stupratori, dai quali il film è attento a prendere le distanze". Il libro continua dicendo che le scene di vendetta erano state "grottescamente male interpretate da alcuni critici" dato che Jennifer solamente "finge di aver goduto dello stupro in modo da attirare gli uomini alla loro distruzione", e che in queste scene il film sta criticando "tipici argomenti maschili riguardanti donne che se la sono cercata" come "retorica semplicemente sessista, autoscusante e sono chiaramente presentati come tali".<ref>Milne, Tom. Willemin, Paul. Hardy, Phil. (Ed.) ''Encyclopedia of Horror'', Octopus Books, 1986. ISBN 0-7064-2771-8 p 329</ref>
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