Arevaci: differenze tra le versioni

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=== V-metà del II secolo a.C. ===
In rapporto ai popoli più militarizzati della Meseta orientale, gli Arevaci si impegnarono subito in una politica espansionistica prendendo parte alla migrazione dei [[Celti]] del [[V secolo a.C.]] al fianco di [[Lusoni]] e [[Vaccei]], per poi insediarsi nell'Iberia sud-occidentale<ref>[[Erodoto]], ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'' II, 33; IV, 49</ref>. {{Citazione necessaria|A cavallo tra IV e [[III secolo a.C.]] gli Arevaci cambiarono la loro direzione di espansione dirigendosi a est, verso l'alto corso del [[Duero]], e a sud nelle montagne della penisola centrale. Qui cacciarono i precedenti abitanti, i [[Pellendoni]], conquistando le città di Savia e Numanzia e sottomettendo gli [[Uraci]], prendendo il controllo delle città strategiche di Aregrada ([[Ágreda]]?, Soria; nome celtiberico: Areicoraticos/Arecorataz), Cortona ([[Medinaceli]]?, Soria), Segontia ([[Sigüenza]], Guadalajara) e Arcobriga ([[Monreal de Ariza]], Saragozza).}} Attorno alla metà del [[II secolo a.C.]], gli Arevaci crearono con i vicini [[Lusoni]], i [[Belli (Celtiberi)|Belli]] e i [[Titti (Celtiberi)|Titti]] una [[confederazione celtibera|federazione tribale di popolazioni celtibere]], con [[Numanzia]] come capitlecapitale federale.<ref>[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre iberiche'', 48-50.</ref>
 
Durante la [[Seconda guerra punica]] la confederazione si mantenne neutrale, anche se i mercenari celtiberi vengono citati come combattenti di entrambi gli schieramenti in numerose occasioni.