Storia della Repubblica romana (509-264 a.C.): differenze tra le versioni
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Il comando dell'esercito e il [[potere giudiziario]], che in [[Età regia di Roma|età regia]] erano prerogativa del [[Rex (Roma antica)|re]], in epoca repubblicana, tranne che in poche occasioni, furono assegnati a due [[Console romano|consoli]], mentre per quanto riguarda l'ambito religioso, prerogative regie furono attribuite al [[Pontefice massimo (storia romana)|pontifex maximus]]. Con la progressiva crescita di complessità dello Stato romano si rese necessaria l'istituzione di altre cariche ([[edile (storia romana)|edili]], [[Censore (storia romana)|censori]], [[Questore (storia romana)|questori]], [[tribuno della plebe|tribuni della plebe]]) che andarono a costituire le [[Magistratura (storia romana)|magistrature]] (vedi ''[[cursus honorum]]'').
Per ognuna di queste cariche venivano osservati tre principi: l'''annualità'', ovvero l'osservanza di un mandato di un anno (faceva eccezione la carica di censore, che poteva durare fino a 18 mesi), la ''[[collegialità]]'', ovvero l'assegnazione dello stesso incarico ad almeno due uomini alla volta, ognuno dei quali esercitava un potere di mutuo [[veto]] sulle azioni dell'altro (denominato:''
Ad esempio, se l'esercito romano scendeva in campo sotto il comando dei due consoli, questi alternavano i giorni di comando. Mentre i consoli erano sempre due, gran parte degli altri incarichi erano retti da più di due uomini - nella tarda Repubblica c'erano 8 [[pretore (storia romana)|pretori]] all'anno e 20 [[questore (storia romana)|questori]].
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