Matteo Ripa: differenze tra le versioni
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Presso il palazzo estivo di Jehol, in [[Manciuria]], Ripa incise anche 36 vedute della villa su lastre di rame per stampare copie che l'imperatore potesse donare ai suoi familiari e dignitari. Ebbe anche molte difficoltà a costruirsi un torchio calcografico e a procurarsi le materie prime per fare gli acidi e gli inchiostri per la stampa. Tornando in Europa avrebbe portato con sé copie delle vedute della villa di Jehol, che furono molto apprezzate in [[Inghilterra]] da architetti in cerca di soluzioni innovative da sperimentare nella progettazione di ville e giardini. La conformazione dei giardini inglesi è dovuta anche alla incisioni del Ripa.
Dando libero sfogo alla sua idea di evangelizzazione, tra ire e dissapori, tentò di aprire una scuola a [[Pechino]] per l'educazione di giovani cinesi, cui affidare il compito di diffondere il [[Cristianesimo]] tra i loro connazionali; un progetto che era stato perseguito qualche anno prima anche dal lazzarista Ludovico Antonio Appiani. Ma nel novembre 1723 decise di ripartire per l'Italia per realizzare quel desiderio che lo aveva animato per tutta la sua vita, il Collegio dei Cinesi di Napoli, conducendo con sé quattro giovani cinesi, i cui nomi erano Giovanni Guo (ca. 1700-1763), Giovanni Yin (ca. 1704-1735), Philipo Huang (ca. 1711-1776), e Lucio Wu (ca. 1712-1763), insieme a un loro connazionale più adulto che era maestro di lingua e scrittura mandarina, con l'intento di dar loro una formazione religiosa adeguata.
===Fondazione del Collegio dei Cinesi in Napoli===
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