L'origine della chiesa di [[Giacomo il Maggiore|San Giacomo]] va fatta risalire alla fondazione a Schio di un ospedale ad opera della confraternita dei [[Battuti]], avvenuta verso la fine del [[Trecento]]. Un piccolo [[oratorio (architettura)|oratorio]], embrione dell'attuale chiesa, sembra infatti esser già presente nel primo quinquennio del [[Quattrocento]], ed intitolato ai Santi Giacomo e [[San Cristoforo|Cristoforo]]. La chiesa venne ampliata nel corso del [[Quindicesimo secolo|XV secolo]] dotandola di cinque [[altare|altari]] e facendole assumere le le dimensioni odierne. Nei primi anni del [[Seicento]] si elevò il [[campanile]], in sostituzione del vecchio [[campanile a vela|a vela]]. Da questo periodo presso San Giacomo si registra uno spostamento verso la devozione [[Maria (madre di Gesù)|Mariana]], anche se la dedica della chiesa non verrà mai mutata. Nel [[1806]] la confraternita dei Battuti venne soppressa e la custodia della chiesa fu affidata ad un sacerdote; successivamente vennero effettuate molte trasformazioni: la costruzione di una nuova facciata nel [[1836]] e una generale riorganizzazione degli interni in più riprese, nel [[1845]], [[1861]] ed ancora nel [[1867]], che comportarono la progressiva riduzione del numero degli altari. Nel [[1896]] si riformò tutto l'apparato decorativo interno, conferendo alla chiesa forme simili a quelle che oggi vediamo. A partire dal [[1949]] l'amministrazione dell'edificio sacro passò alla parrocchia del [[Duomo di Schio|duomo]]. Nel [[1958]] una nuova serie di lavori interni portò alla eliminazione di altri due altari per aprire le porte d'accesso al campanile e [[sacrestia]], fu aperta una finestra sul lato sinistro, furono eliminate spalliere, confessionali e pulpito. Nel [[2000]], infine, i lavori di restauro della chiesa<ref name= libro> Giorgio Zacchello, Chiara Rigoni "La Chiesa di S. Giacomo, restaurata", Parrocchia di S. Pietro Apostolo Schio, 2001</ref>.