Iconoclastia: differenze tra le versioni

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Al di fuori dei vari contesti religiosi, nella storia dell'umanità, soprattutto in periodi caratterizzati da rivoluzioni e cambi di regime, supportati sia dalle rivendicazioni del popolo che da invasioni straniere, è capitato molto spesso che le opere d'arte o i memoriali raffiguranti i sovrani o anche solo i simoli del governo precedente venissero distrutte dai ribelli in segno di prevaricazione.
 
[[File:Felix Edmundovich Dzerzhinsky monument in Warsaw.png|thumb|right|Statua di Dzeržinskij a [[Varsavia]] nel [[1951]]; venne distrutta nel [[1989]].]]
Questa pratica nell'[[Antica Roma]] era conosciuta come ''[[damnatio memoriae]]'', cioè la totale obliterazione di immagini e simboli che potessero ricordare uno specifico individuo. Tuttavia in alcuni paesi, come l'[[Antico Egitto]] o la [[Impero russo|Russia imperiale]], il potere politico e quello religioso erano unificati in modo tale che ancora oggi è impossibile stabilire se l'iconoclastia da parte dei rivoltosi in questi due regimi fosse focalizzata su una sola autorità o su entrambe. Alcuni esempi di iconoclastia politica sono:
 
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* La [[Grande rivoluzione culturale]] nella [[Cina|Cina comunista]] del [[1966]]] venne caratterizzata da un'ampia distruzione di opere storiche e religiose, sia collezioni private che luoghi pubblici. Solo i reperti contenuti nei musei vennero lasciati intatti.
 
* Le [[Rivoluzioni del 1989]] ed il successivo [[collasso dell'Unione Sovietica]] furono seguite dalla distruzione di molte statue di [[Lenin]] e [[Stalin]]; particolarmente incisivo fu l'annullamento deldi monumentodue dedicatomoumenti dedicati a [[Feliks Ėdmundovič Dzeržinskij]], fuoriuno dalsituato all'esterno del quartier generale del [[KGB]], l'altro in una piazza di [[Varsavia]] che portava il suo nome.
 
==Note==