Enrico II di Guisa: differenze tra le versioni
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L'esplodere della rivolta in tutto il viceregno, e l'irruzione delle truppe spagnole attraverso il varco della "Porta dell'Oglio" il 5 aprile [[1648]] segnarono la fine delle velleità dei Francesi su Napoli. Il Guisa fuggì per i [[Camaldoli]]. poi a [[Marano di Napoli|Marano]], attraversò [[Aversa]] per [[Santa Maria Capua Vetere|Santa Maria di Capua]], ma il capitano [[Luigi Poderico]], saputo della fuga, lo insegui e lo fece prigioniero nei pressi di {{chiarire|Morrone|dov'è}} mentre voleva raggiungere lo [[Stato della Chiesa]]. Non fu neanche disarmato e con tutti i riguardi portato a [[Capua]] e poi a [[Gaeta]].<ref>''Diario di Francesco Capecelatro'', Vol III 1854 pag. 39 a 41</ref> Ben provvisto di cuochi e di servitori, era alloggiato in "tre stanze grandi, in una delle quali assai capace si spassava al giuoco della Racchetta"<ref>in ASV Napoli, vol. 43 ff 195 rv 20 giugno 1648</ref>.
Dopo qualche tempo fu trasferito in Spagna, dove rimase detenuto dal [[1648]] al [[1652]]. Una volta liberato tentò una seconda campagna per la riconquista di [[Napoli]], ma subì uno scacco anche a causa dell'intervento di una flotta inglese al comando dell'ammiraglio [[Robert Blake (ammiraglio)|Robert Blake]]. Si installò definitivamente a Parigi come [[Gran Ciambellano]] di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] e vi finì i suoi giorni.
== Curiosità ==
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