Alarico I: differenze tra le versioni

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Alarico, spazientito, marciò per la terza volta su Roma e, il 24 agosto [[410]], dopo che la porta Salaria era stata aperta a tradimento, la prese e la saccheggiò ([[Sacco di Roma (410)|Sacco di Roma]]), per tre giorni.
{{vedi anche|Sacco di Roma (410)}}
I Visigoti lasciarono Roma carichi di bottino e Alarico, passando da [[Capua (città antica)|Capua]] e da [[Nola]], si diresse a [[Reggio Calabria|Reggio]], dove preparò una flotta, con l'intenzione di conquistare l'Africa, il granaio dell'impero, per poi impadronirsi dell'Italia. Ma una tempesta disperse e affondò le navi quando erano già in parte cariche e pronte a partire. Allora Alarico lasciò la città diretto a nord; ma quando era ancora in [[Calabria]], nei pressi di [[Cosenza]], si ammalò improvvisamente e morì. Secondo la leggenda venne seppellito con i suoi tesori nel letto del fiume [[Busento]] a [[Cosenza]], sul suolo calabrese e gli schiavi, che avevano lavorato alla temporanea deviazione del corso del fiume, furono uccisi perché fosse mantenuto il segreto sul luogo della sepoltura.<br />Ad Alarico succedette il cognato Ataulfo, che da poco aveva sposato la sorella di Onorio.
 
Tale leggenda è stata tuttavia messa in dubbio dall'antropologo Giovanni Sole nel libro "Il barbaro buono e il falso beato" (Rubbettino 2013). Secondo lo studioso la leggendaria sepoltura è un vero e proprio caso di invenzione della tradizione operata dagli studiosi cosentini nel tentativo di nobilitare la storia della città.<br />Ad Alarico succedette il cognato Ataulfo, che da poco aveva sposato la sorella di Onorio.
 
== Letteratura ==