Iosif Stalin: differenze tra le versioni

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Furono le terribili "[[Grandi purghe|purghe]]" degli [[Anni 1930|anni trenta]] (successive al misterioso assassinio di [[Sergej Kirov|S. Kirov]]) che videro la condanna a morte o a lunghi anni di carcere di quasi tutta la vecchia guardia bolscevica, da [[Lev Kamenev|Kamenev]] a [[Grigorij Zinov'ev|Zinov'ev]] a [[Radek]] a [[Sokolnikov]] a [[Jurij Pjatakov]]; da [[Nikolaj Ivanovič Bucharin|Bucharin]] e [[Aleksej Ivanovič Rykov|Rykov]] a [[Genrich Grigor'evič Jagoda|G. Jagoda]] e a [[Michail Nikolaevič Tuchačevskij|M. Tuchačevskij]] ([[1893]] - [[1938]]), in totale 35.000 ufficiali su 144.000 che componevano l'[[Armata Rossa]]<ref>nel 1937 da "Stalinist terror - New Perspective" Capitolo 9 "The Red Army and the Great Purge" (AA.VV. il capitolo in questione di R. R. Reese)</ref>.
 
Secondo le stime del [[KGB]] ([[1960]], rese note dopo la caduta dell'URSS) 1.118 persone vennero condannate a morte nel [[1936]], 681.692 persone nel [[1937]]-[[1938|38]] (353.074 nel 1937 e 328.018 nel 1938), e 2.552 nel [[1939]] per reati politici. Il totale di condanne a morte politiche tra il [[1930]] e il [[1953]] è, sempre secondo queste stime, di 786.098, anche se molti storici le considerano sottostimate per diversi motivi.<ref>Nicolas Werth. Nemici del popolo. Il Mulino. P 157</ref>
 
Stalin e i suoi collaboratori giustificarono il bagno di sangue che spazzò via dal [[PCUS]] ogni residuo di opposizione alla linea stalinista (operazione che privò, fra l'altro, l'[[Armata Rossa]] di oltre la metà dei suoi comandanti più prestigiosi e il partito dei dirigenti della generazione rivoluzionaria), con il timore di complotti e di moti reazionari, nonché con la presenza di una "quinta colonna" borghese-fascista nei vertici dell'esercito. La totale riabilitazione delle vittime di Stalin ha definitivamente dimostrato che non è mai esistito alcun "complotto militare fascista" nell'esercito.<ref>1937. Stalin Year of Terror.. Stalin Year Of Terrofr. P.458-464</ref>
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Ammessa alla [[Società delle Nazioni]] nel [[1934]], l'URSS avanzò proposte di disarmo generale e cercò di favorire una stretta collaborazione antifascista sia fra i vari Paesi sia al loro interno (politica dei "fronti popolari"). Nel [[1935]] concluse patti di amicizia e reciproca assistenza con la [[Francia]] e la [[Cecoslovacchia]]; l'anno successivo appoggiò con aiuti militari la [[Spagna]] repubblicana contro [[Francisco Franco|Franco]]. Ma il [[Patto di Monaco]] ([[1938]]) costituì un duro colpo per la politica "collaborazionista" di Stalin che a Litvinov sostituì [[Vjačeslav Molotov]] ([[1939]]) e alla linea possibilista alternò una politica puramente realistica.
 
Per lunghi mesi nel 1939 l'Unione sovietica tentò di stringere accordi con l'Inghilterra e la Francia<ref>{{en}} Roberts, Geoffrey (1992). "[http://www.jstor.org/pss/152247 The Soviet Decision for a Pact with Nazi Germany"]. Soviet Studies (Taylor & Francis, Ltd.) 55 (2): 57–78. http://www.jstor.org/stable/152247.</ref>, per giungere a un patto che garantisse l'aiuto delle due nazioni all'Unione Sovietica in caso di invasione tedesca, ma le due potenze occidentali inviarono a Mosca solo delegazioni di secondo grado senza il potere di stringere alcun accordo. Così, di fronte alle tergiversazioni occidentali e temendo il sostegno di Francia e Inghilterra alla Germania per costruire un unitario fronte anticomunista, Stalin preferì la "concretezza" tedesca ([[Patto Molotov-Ribbentrop]] del 23 agosto [[1939]]) che, secondo lui, se non era più in condizione di salvare la pace europea, poteva almeno momentaneamente assicurare la pace all'URSS e prepararlo a quella che poi verrà chiamata la ''Grande Guerra Patriottica''<ref name="nota_wheat3"/><ref name="nota_wheat4"/><ref>Kurt Gossweiler, ''contro il revisionismo'', Zambon, [[2009]] ISBN 978-88-87826-43-2</ref>. Una diversa interpretazione storiografica è, tuttavia, quella che vede il [[Patto Molotov-Ribbentrop]] come un tentativo di Stalin di far uscire l'URSS dall'isolamento internazionale in cui si trovava da almeno un biennio, reso palese dalla [[Conferenza di Monaco]] del 29-30 settembre [[1938]] a cui l'[[Unione Sovietica]] non era stata invitata. Una ulteriore interpretazione storiografica (ad esempio, quella dello storico russo marxista-leninista Roy Medvedev, che ha scritto diverse opere su Stalin) vede uno Stalin in attesa degli eventi, pronto a schierarsi dalla parte del vincitore appena si fosse palesato come tale. La spartizione della [[Polonia]] ([[1939]]) e l'annessione di [[Estonia]], [[Lettonia]] e [[Lituania]] e la guerra alla [[Finlandia]] ([[1940]]) rientrarono nella stessa concezione: garantire al massimo le frontiere sovietiche "calde". In seguito al patto di non aggressione con la Germania, il [[Comintern]], strettamente controllato da Stalin, riesumò il vecchio slogan leniniano della ''guerra tra opposti imperialismi'', attribuendo le maggiori responsabilità a Francia e Inghilterra<ref>{{cita libro | cognome=Detti | nome=Tommaso | coautori=Giovanni Gozzini | anno=2002 | titolo=Storia contemporanea Il Novecento | editore=[[Bruno Mondadori]] | città=Milano | pagine=pp. 138-139| isbn=88-424-9367-8 }}</ref>. Tale linea provocò non poco scompiglio e disorientamento tra le file dei comunisti, molti dei quali erano approdati alle idee del comunismo proprio in funzione dell'anti-nazismo e dell'antifascismo<ref>Si vedano a questo proposito le testimonianze di due comunisti italiani: [[Aldo Natoli]] e [[Pietro Ingrao]] [http://www.ilmanifesto.it/25aprile/01_25Aprile/9501rs08.01.htm]</ref>.
 
== La Grande Guerra Patriottica ==
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Il suo funerale fu imponente, con una partecipazione stimata in un milione di persone<ref name="Funerale di Stalin">[http://www.corriere.it/Rubriche/Infografiche/flash/funerali.swf Funerale di Stalin]</ref>: il corpo, dopo essere stato [[imbalsamazione|imbalsamato]] e vestito in uniforme, fu solennemente esposto al pubblico nella Sala delle Colonne del [[Cremlino]] (dove era già stato esposto [[Lenin]]). Almeno 500 persone morirono schiacciate nel tentativo di rendergli omaggio<ref name="Funerale di Stalin"/>. Fu sepolto accanto a Lenin nel [[Mausoleo di Lenin|mausoleo]] sulla Piazza Rossa.
 
Quando Stalin morì, la sua popolarità come capo del movimento di emancipazione delle masse oppresse di tutto il mondo era ancora intatta presso tutti i partiti comunisti al mondo. Alla fine del decennio, con la pubblicazione del discorso tenuto da [[Nikita Chruščёv]] durante il [[XX Congresso del PCUS]], l'Unione Sovietica rinnegò ufficialmente gran parte delle scelte politiche e ideologiche di Stalin, ridimensionò il suo ruolo durante la [[Grande Guerra Patriottica]], rimosse i riferimenti a lui in campo culturale e politico (con un processo definito "[[destalinizzazione]]" in Occidente), riabilitò alcuni degli esponenti politici condannati a morte durante le purghe, mise in pratica un radicale programma di riforme economiche e intraprese rapporti più distesi con l'Occidente capitalista. Il programma di riforme non fu accettato all'unanimità dai numerosi partiti comunisti sparsi nel mondo: tra le reazioni più clamorose vanno ricordate quelle dell'Albania (allora parte del [[Patto di Varsavia]]) e soprattutto della [[Repubblica Popolare Cinese|Cina]], che ruppero i rapporti di collaborazione con l'URSS definendo "[[revisionismo|revisionista]]" l'operazione Chruščёv. Uno dei primi provvedimenti della politica di destalinizzazione fu la rimozione della salma di Stalin dal [[Mausoleo di Lenin]], accanto al quale era stato deposto subito dopo la morte. Da allora è sepolto in una tomba poco distante, sotto le mura del Cremlino.
 
Tra le opere di Stalin hanno notevole importanza ideologica e politica: ''La questione nazionale'' (1912), ''Materialismo dialettico e materialismo storico'' ([[1938]]), ''Questioni del leninismo'' ([[1941]]), ''Il marxismo e la linguistica'' ([[1950]]), ''Problemi del socialismo in URSS'' ([[1952]]).
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Tra le testimonianze dell'epoca:
 
* {{cn|Lettera scritta ad un artigliere dalla sorella residente a [[Krylovskaja]], provincia di [[Rostov]].
{{quote|Non ti puoi nemmeno immaginare l'orrore che stiamo vivendo al paese. La gente sta morendo di fame e quando qualcuno entra in casa per chiedere un pezzo di pane se non glielo dai rischi che ti taglino il collo. Se vedessi quante persone affamate, ammalate e gonfie dalla fame ci sono adesso... è una cosa spaventosa. La gente è affamata sino al punto che mangia carne di cavallo putrefatta.}}}}
 
* {{cn|Lettera scritta dai genitori al soldato dell'[[Armata Rossa]] Jurčenko da Novo-Derevjanovskaja, [[Caucaso]] del Nord.
{{quote|Quanta gente muore di fame; i cadaveri giacciono fino a 5 giorni lungo le strade senza che nessuno si preoccupi di sotterrarli. La gente ha fame, le forze per scavare le fosse non le ha più. Fa paura persino a guardare chi è ancora vivo...le facce stravolte, gli occhi piccoli e prima della morte il gonfiore diminuisce, diventando di un colore giallastro. Non sappiamo che ne sarà di noi, ci attende la morte per fame...}}}}
 
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== Nella cultura popolare ==
* Una frase erroneamente attribuita a Stalin è "La morte di un uomo è una tragedia, la morte di milioni è statistica" che si ritiene riportata da [[Winston Churchill|Churchill]] alla [[Conferenza di Potsdam]] del 1945. In realtà la frase, della quale non c'è traccia nei discorsi e negli scritti di Stalin, è tratta da un romanzo di [[Erich Maria Remarque]], ''[[L'obelisco nero]]'' ([[1956]]).
* Gli anticomunisti italiani lo chiamavano "Baffone". Questo soprannome venne usato anche da don Camillo nel film: ''[[Don Camillo e l'Onorevole Peppone]]'' ([[Carmine Gallone]], [[1955]]). Infatti in una scena il prete, interpretato da [[Fernandel]], conia questo slogan per diffamare l'avversario: «Lista Peppone, lista Baffone!».
* Nel racconto ''Il pappagallo'' di [[Ennio Flaiano]] si racconta dell'immaginario rapporto tra Stalin e un pappagallo detentore del segreto della morte del dittatore all'interno del bunker<ref>''Diario notturno'' di [[Ennio Flaiano]], Adelphi ISBN 978-88-459-1196-5</ref>.
 
== Famiglia ==
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* [http://www.gulag-italia.it vittime italiane dei Gulag]
* [http://www.ilpalo.com/libri-scientifici-interessanti/libri/Amis-M-Koba-il-terribile-Stalin.htm Estratti dal libro di M. Amis "Koba il terribile - Stalin"]
* [http://www.marxists.org/italiano/archive/storico/rogovin/1937terrore/index.htm 1937 L'anno del Terrore di Stalin]
{{Marescialli dell'Unione Sovietica}}
{{Box successione|carica= [[Consiglio dei commissari del popolo della R.S.F.S. Russa|Commissario del Popolo per le Questioni Nazionali della RSSF Russa]]|immagine = Flag_of_Russian_SFSR.svg| periodo= 8 novembre [[1917]] - 25 aprile [[1923]]|precedente=''Nessuno''|successivo=}}
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