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|nome = STIPEL - Società Telefonicatelefonica Interregionaleinterregionale Piemontesepiemontese e Lombardalombarda
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'''STIPEL - Società Telefonicatelefonica Interregionaleinterregionale Piemontesepiemontese e Lombardalombarda''' fu una società telefonica che operò tra il [[1925]] e il [[1964]] nelle province delle attuali regioni [[Piemonte]], [[Valle d'Aosta]] e [[Lombardia]].
 
== Storia ==
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=== Origini ===
Fondata a [[Torino]] il 10 giugno [[1924]] con il nome di STEP - Società Telefonicatelefonica Piemontesepiemontese da un gruppo di imprenditori, nel luglio [[1925]] si aggiudicò la concessione dell'esercizio telefonico per la prima delle cinque zone in cui lo Stato aveva suddiviso il territorio, corrispondente alle [[Regioni d'Italia|regioni]] di [[Valle d'Aosta]], [[Piemonte]] e [[Lombardia]].<ref>Eugenio Occorsio. Reti: quali regole? La questione-base dello sviluppo italiano, p. 121. Baldini Castoldi Dalai Editore, 2007</ref>.<br />
Non essendo in possesso delle risorse finanziarie necessarie all’aumento di capitale minimo che il governo richiedeva, vale a dire 50 milioni di [[lire]], venne richiesto un aiuto alla società finanziara Alta Italia per poter partecipare all'asta. Di fatto controllata da [[SIP - Società Idroelettricaidroelettrica Piemontesepiemontese|SIP]], questa non appena vinta la gara prese il pieno controllo della società, cambiandone il nome in STIPEL ed elevando il capitale sociale a [[100]] milioni di [[lire]] con un contributo di 75 milioni di [[lire]]. <br />
Il CdA di STIPEL si insediò ufficialmente a [[Milano]] il 1º luglio [[1925]]; tra i consiglieri si trovava anche il presidente di [[FIAT]], [[Giovanni Agnelli (1866-1945)|Giovanni Agnelli]]<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/verbale%20Stipel%201925_0.pdf (primo verbale CdA STIPEL – 1925)</ref>
 
===SIP===
L’impronta di [[SIP - Società Idroelettricaidroelettrica Piemontesepiemontese|SIP]] nella nuova società, concessionaria della zona più popolosa, si vide con l'esclusione immediata dell’Ingdell’ing. Zangelmi e l’affidamento delle cariche di consigliere delegato e direttore generale a [[Gian Giacomo Ponti]], uomo di punta del gruppo [[SIP - Società Idroelettricaidroelettrica Piemontesepiemontese|SIP]]. Sembra che l’intenzione di [[SIP - Società Idroelettricaidroelettrica Piemontesepiemontese|SIP]] fosse seguire da vicino la neonata STIPEL nel settore telefonico, di recente sviluppo. Scelta che fu resa ancor più evidente dalla rapidità con cui la neonata STIPEL procedette all’assorbimento dei concessionari preesistenti sul territorio e all’acquisizione degli apparati ceduti dallo stato.<ref name= "lostorto" > {{cita web
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fornire un servizio adeguato, risultando spesso non compatibili con la tecnologia utilizzata dall’azienda.
 
Un altro problema che STIPEL dovette ben presto affrontare fu l’esigenza di coagulare le diverse strutture organizzative, in particolare quella delle strutture ex statali, in un unico sistema simile a quello adottato da [[SIP - Società Idroelettricaidroelettrica Piemontesepiemontese|SIP]].<ref name= "Chiara" >http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_SIP-Telecom_Storia.pdf (Chiara Ottaviano - p1-2)</ref>
 
Anche in questo caso (come già accennato in precedenza parlando di [[Gian Giacomo Ponti]]), STIPEL procedette abbastanza velocemente, ottenendo buoni risultati con strategie atte a creare affiatamento nel gruppo o ricorrendo all’allontanamento di dirigenti ritenuti inamovibili.
 
Dal punto di vista tecnico si procedette subito alla bonifica e al raggruppamento delle piccole reti in un unico centro principale, rendendo disponibili più collegamenti e migliorando di conseguenza il servizio. Seguì l’ampliamento dei collegamenti nelle vecchie, obsolete, centrali telefoniche ex statali, sostituendo quelle inefficienti e creandone di nuove, automatiche e semiautomatiche. Furono ampliati i servizi telefonici; si interrarono le vecchie linee aeree ed infine si crearono nuovi impianti, se necessario, nei comuni non ancora raggiunti dalla rete telefonica. Radicali furono le scelte anche dal punto di vista organizzativo della società, che venne divisa in tre reparti direttivi affiancati da una segreteria generale: il primo tecnico, il secondo amministrativo ed il terzo commerciale.<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/centrali%20urbane%201925-1963.pdf (incremento automatizzazione centrali urbane 1925-1963, cinque concessionarie)</ref>
venne divisa in tre reparti direttivi affiancati da una segreteria generale: il primo tecnico, il secondo amministrativo ed il terzo commerciale.<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/centrali%20urbane%201925-1963.pdf (incremento automatizzazione centrali urbane 1925-1963, cinque concessionarie)</ref>
 
Il territorio fu suddiviso in undici esercizi, alcuni dei quali ripartiti in zone più piccole, con una propria autonomia operativa, ma comunque sotto stretto controllo della direzione generale.
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L'incremento dell'utenza fu reso possibile anche dalla realizzazione, da parte dei tecnici STIPEL, del telefono [[duplex]], il quale si diffonderà soprattutto negli anni seguenti.<ref name= "Chiara" />
 
Nonostante il notevole incremento degli abbonati, l’ambizioso piano di riammodernamento dell'azienda, gli onerosi investimenti in campo elettrico di [[SIP - Società Idroelettricaidroelettrica Piemontesepiemontese|SIP]], le operazioni finanziarie di Ponti e Panzarasa, le onerose partecipazioni in società minori per ragioni di scambio con il regime, esposero la società a debiti ed obbligazioni. Un indebitamento che diventò ingente per la società - con la seguente rivalutazione della [[Lira italiana|lira]], prima, e la [[crisi finanziaria]] del [[1930]], poi.
 
===Epilogo===
[[File:Prima cabina STIPEL.jpeg|thumb|right| 240px|Prima cabina STIPEL]]
Nel [[1930]] [[IRI]] acquisì [[SIP - Società Idroelettricaidroelettrica Piemontesepiemontese|SIP]]. STIPEL fu quindi scorporata dal gruppo elettrico, insieme a [[Telve (azienda)|TELVE]] e a [[Timo - Telefoni Italia Medio Orientale|TIMO]], ed entrò in [[STET]], la finanziaria del settore telefonico, fondata nel 1933 da [[IRI]].
 
A seguito del Decretodecreto Leggelegge del 17 novembre [[1938]] del [[governo Mussolini]], il cui articolo 13 vietava alle persone ebree di lavorare alle dipendenze di enti pubblici, aziende statali e parastatali, il 1º maggio [[1939]] furono licenziati 14 dipendenti STIPEL.<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/discriminazioni%20stipel%201938.pdf (verbale CdA 25 novembre 1928)</ref> A guerra terminata, uno di questi dipendenti ricorse alle vie legali per essere riassunto. Il processo si concluse il 24 febbraio [[1948]], con una sentenza della [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] che obbligò la società alla riassunzione del lavoratore, tuttavia senza il diritto né all'indennità di anzianità per il periodo di estromissione, né al ritorno nella posizione specifica precedentemente occupata.<ref>[http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/societ%C3%A0-storia/grande-storia/seconda-guerra-mondiale/discriminazioni-razzia Discriminazioni razziali e di genere | archiviostorico.telecomitalia.com<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Durante il [[secondo conflitto mondiale]], in particolare l'8 settembre [[1943]], si costituì un gruppo di [[partigiani]] in STIPEL, il quale perse però nel giro di pochi mesi i propri capi (arrestati o fucilati) - per riprendere vita un anno più tardi, a stretto contatto con i movimenti partigiani di [[Giacomo Matteotti|Matteotti]]. Il gruppo attivo a [[Milano]] si occupava soprattutto delle intercettazioni delle comunicazioni tra i comandi fascisti; il gruppo piemontese, invece, si occupava principalmente di creare piccoli sabotaggi alle linee, per causare guasti. Erano i tecnici più preparati ad eseguire queste azioni, sapendo anche come ripararli in seguito il più velocemente possibile.<ref>http://www.archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/Carte%20del%20fondo%20Goi.pdf (trascrizioni manuali intercettazioni telefoniche 23 febbraio-3 marzo 1945. Fondo Aldo Goi)</ref><ref>http://www.museotorino.it/resources/pdf/books/546/files/assets/downloads/page0310.pdf</ref>
 
Nel [[1964]] STIPEL e le altre quattro concessionarie, [[Telve (azienda)|TELVE]], [[Timo - Telefoni Italia Medio Orientale|TIMO]], [[Teti (azienda)|TETI]] e [[Società Eserciziesercizi Telefonicitelefonici|SET]], si fusero per essere incorporate nella nuova [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico]], cessando così di esistere.<ref name= "abeille" > {{cita web
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