Gruppo del Laocoonte: differenze tra le versioni
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La statua del '''''[[Laocoonte]] ed i suoi figli''''', nota anche con il nome di '''''Gruppo del Laocoonte''''', è una [[scultura]] monumentale di [[marmo]] che si trova a [[Roma]], ai [[Musei Vaticani]], nel [[Museo Pio-Clementino]].
== La statua ==
La statua è attribuita da [[Plinio il vecchio]] a tre scultori provenienti da [[Rodi]]: [[Agesandro da Rodi|Agesandro]], [[Atenodoro]] e [[Polidoro]]. Mostra Locoonte ed i suoi due figli Antiphantes e Thymbraeus mentre sono strangolati da serpenti marini.
Nell'[[Eneide]] [[Virgilio]] descrive l'episodio come la vendetta di [[Poseidone]] per il tentativo di Laocoonte di oppoersi all'ingresso del [[Cavallo di Troia]] nella città<ref>cfr. [[Laocoonte]]</ref><ref>cfr. ''[[Timeo Danaos et dona ferentes]]''</ref>.
Varie date sono state proposte per questa statua, dal [[160 a.C.|160]] al [[20 a.C.]]. Alcune [[iscrizione|iscrizioni]] trovate a [[Lindos]], sull'isola di [[Rodi]] fanno risalire la presenza di Agesandro e Atenedoro ad un periodo successivo al [[42 a.C.]], ed in questo modo la data più probabile per la creazione del Laocoonte deve essere compresa tra il [[40 a.C.|40]] ed il [[20 a.C.]].
La statua, che probabilmente fu commissionata in origine per la casa di qualche ricco romano, fu trovata nel [[1506]] scavando nelle vicinanze della [[Domus Aurea]] di [[Nerone]] (54 - 68) ed è anche possibile che la statua sia appartenuta allo stesso Nerone. La statua fu acquistata subito dopo la scoperta dal [[papa Giulio II]], che era un appassionato classicista, e fu sistemata nel [[Giardino del Belvedere]] che ora fa parte dei [[Musei vaticani]].
La scoperta del ''Laocoonte'' ebbe grande risonanza tra gli [[scultore|scultori]] italiani ed influenzò significativamente l'[[arte rinascimentale]] italiana. Si sa che [[Michelangelo]] fu particolarmente impressionato dalla rilevante massa della statua e dall'aspetto sensuale della statua, in particolare nella rappresentazione delle figure maschili.
L'influenza del ''Laocoonte'' è evidente nella michelangiolesca ''[[Michelangelo_Buonarroti#La_Battaglia_di_Cascina_.281504.29|Battaglia di Cascina]]'': i cartoni di quest'opera mostrano come abbia usato diverse varianti delle pose del Gruppo del Laocoonte. Molti dei lavori successivi di Michelangelo, come lo ''[[Schiavo ribelle]]''<ref>[[Museo del Louvre]]</ref> e lo ''[[Schiavo morente]]''<ref>ibidem</ref>, furono influenzati dal ''Laocoonte''. La tragica mobilità di questa statua è uno dei temi nel saggio ''Laokoön'', di [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]], uno dei primi classici di critica dell'arte.
Quando la statua fu scoperta mancava il braccio destro. Artisti ed esperti discussero su come dovesse essere stata la parte mancante. Michelangelo supponeva che originalmenet il braccio destro fosse stato flesso all'indietro dietro la spalla di Laocoonte. Altri invece credevano che fosse più appropriato mostrare il braccio esteso in fuori in un gesto eroico. Il papa organizzò una gara informale tra i vari scultori per fare una sostituzione del braccio destro che sarebbe stata giudicata da [[Raffaello Sanzio|Raffaello ]]. Il braccio vincente, in posizione estesa in fuori, fu attaccata alla statua.
Nel [[1957]] tuttavia fu trovato il braccio destro originario ed era nella posizione che era stata ipotizzata da Michelangelo. Il braccio è ora stato riunito alla statua.
Ci sono molte copie della statua tra cui una che si trova nel Gran Palazzo dei [[Cavalieri di Rodi]] a [[Rodi]], che mostra ancora il braccio in posizione estesa. Lo scultore [[Firenze|fiorentino]] [[Baccio Bandinelli]] ricevette l'incarico di farne una copia da [[papa Leone X]] de' Medici. La versione di Bandinelli, che è stata copiata più volte e viene venduta in piccoli bronzi, si trova a [[Firenze]] agli [[Uffizi]].
La statua originale fu confiscata e portata a [[Parigi]] da [[Napoleone]] dopo la conquista dell'[[Italia]] del [[1799]]. Fu sistemata nel posto d'onore al [[Louvre]] dove fu una delle fonte d'ispirazione del [[neoclassicismo]] in [[Francia]]. Dopo la caduta di Napoleone fu riportata nel [[Vaticano]] nel 1816.
== Voci correlate ==
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* [[Apollo del Belvedere]]
* [[Venus felix]]
== Note ==
<div class="references-small"><references/></div>
== Bibliografia ==
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