Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica: differenze tra le versioni

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A marzo del 1960 l'esponente democristiano [[Fernando Tambroni]] ricevette l'incarico di formare un governo per sostituire quello guidato da [[Antonio Segni]] appena dimessosi. L'obbiettivo politico era quello di superare l'emergenza, attraverso un "governo provvisorio", in grado di consentire lo svolgimento della [[Giochi della XVII Olimpiade|XVII Olimpiade]] a [[Roma]] e di approvare il [[bilancio dello Stato]].
 
Il [[Governo Tambroni|governo]], composto solo da membri della [[Democrazia Cristiana]], ottenne la fiducia alla Camera, grazie ai voti, oltre che della DC, anche del [[Movimento Sociale Italiano]] e di quattro fuoriusciti del PDI.<ref>{{cita news|titolo=Tambroni ha avuto la fiducia alla Camera con 300 voti favorevoli e 293 contrari|data=9 aprile 1960|accesso=2 giugno 2013|pubblicazione=[[La Stampa]]|pagina=1|autore=}}</ref>La circostanza causò le dimissioni irrevocabili e immediate dei tre ministri appartenenti alla sinistra della DC: [[Giorgio Bo]], [[Giulio Pastore]] e [[Fiorentino Sullo]]. L'11 aprile, dietro esplicito invito del proprio partito, il governo rassegnò le dimissioni e il [[Presidente della Repubblica]] [[Giovanni Gronchi]] assegnò l'incarico ad [[Amintore Fanfani]]. Questi, tuttavia, dovette rinunciare, e Gronchi, anziché cercare una soluzione diversa, invitò Tambroni a presentarsi al [[Senato della Repubblica|Senato]] per completare la procedura del voto di fiducia. Il 29 aprile, sempre con l'appoggio dei missini e con pochi voti di scarto (128 sì e 110 no), il governo Tambroni ottenne la fiducia del Senato.<ref>Benedetto Coccia, ''Quarant'anni dopo: il sessantotto in Italia fra storia, società e cultura'', Editrice APES, Roma, 2008, pagg.76-77</ref>Anche in questo caso il PDI non concesse la fiducia a Tambroni.<ref>{{cita news|titolo=Il Senato concede la fiducia a Tambroni con 128 voti favorevoli e 110 contrari|data=30 aprile 1960|accesso=2 giugno 2013|pubblicazione=[[La Stampa]]|pagina=1|autore=[[Enrico Altavilla]]}}</ref>
 
A seguito dei tumulti, scoppiati tra la fine di giugno e l'inizio di luglio 1960 contro lo svolgimento del Congresso del MSI a Genova, il governo Tambroni ebbe corta vita, e venne sostituito dal [[Governo Fanfani III|terzo governo Fanfani]], che il 3 agosto ottenne la fiducia alla Senato, con 126 favorevoli, 58 contrari e 36 astenuti, tra cui i monarchici.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1960_08/19600804_0001.pdf&query=fanfani%20fiducia|titolo=Scoccimarro motiva al Senato l'opposizione del PCI al governo|data=5 agosto 1960|accesso=3 giugno 2013|pubblicazione=[[L'Unità]]|pagina=1|autore=}}</ref>Lo stesso atteggiamento venne tenuto alla Camera. Il governo ottenne l'astensione anche del [[Partito Socialista Italiano]], mentre votarono contrari solo il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e il [[Movimento Sociale Italiano|MSI]].<ref>{{cita news|url=|titolo=La Camera concede la fiducia a Fanfani con 310 "sì", 96 astensioni e 156 "no"|data=6 agosto 1960|accesso=3 giugno 2013|pubblicazione=[[La Stampa]]|pagina=1|autore=[[Enrico Altavilla]]}}</ref>
 
Le [[elezioni amministrative italiane del 1960|elezioni amministrative]] di novembre non furono positive. Il PDI, alle provinciali, passò dal 3,1% del 1956, ottenuto dai due partiti monarchici separatamente, al 2,9%.<ref>{{cita news|url=|titolo=I partiti di centro mantengono la maggioranza|data=9 novembre 1960|accesso=29 giugno 2013|pubblicazione=[[La Stampa]]|pagina=1|autore=}}</ref>Alle comunali il risultato più significativo fu quello di [[Napoli]]: il partito, presentatosi come ''Stella e Corona'', ottenne il 35,96%, contro il 51,76% ottenuto quattro anni prima dal solo PMP e l'1,93% del PNM.