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==La rivolta e l'ascesa di Inaros==
Inaros - forma grecizzata dell'egizio ˁIrt n ḥr r w, ''"L'occhio di [[Horus|Horo]] [è contro di essi]"'' - era figlio di Psametek (Psammetico), un principe imparentato con la decaduta [[dinastia saitica]] e definito da [[Tucidide]] ''"re dei [[Libu]]"'', probabilmente in riferimento alle origini libiche della dinastia. Dal suo centro amministrativo di Marea, egli esercitava la propria autorità su varie zone del [[Delta del Nilo|Delta]] occidentale.
[[File:KimonSculpture.jpg|thumb|170px|Il comandante Cimone]]
 
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All'epoca la città di [[Sais]] era governata dal principe Amonirdisu (Amirteo), discendente della famiglia reale saitica nonché antenato del [[Amonirdisu|futuro faraone omonimo]]. Questi si schierò al fianco di Inaros, annettendo alla causa ribelle il suo governatorato e le zone paludose del Nord.
===La battaglia di Papremi===
Intanto [[Artaserse I]], figlio di Serse, aveva avuto ragione degli altri pretendenti al trono. Informato della rivolta nella [[satrapia]] d'Egitto, il nuovo [[Gran Re]] inviò prontamente un esercito di circa 400 &nbsp;000 soldati ed 80 navi guidato dallo zio [[Achemene (satrapo)|Achemene]].<br>
Atene, in guerra da tempo con i Persiani, comprese l'importanza strategica dell'appoggiare la causa ribelle ed inviò truppe di terra ed una flotta di oltre 200 navi, che si trovava di stanza a [[Cipro]] al comando di [[Caritimide]] e di [[Cimone]].
 
Così, nel [[459 a.C.]] l'esercito persiano e quello della coalizione greco-egizia si scontrarono a [[Papremi]], nel Delta occidentale.<br>
Achemene venne sconfitto ed ucciso insieme a 100 &nbsp;000 Persiani mentre il resto del suo esercito si ritirò a [[Menfi (Egitto)|Menfi]]. Al largo i comandanti della flotta ateniese con quaranta navi diedero battaglia a conquanta navi persiane, catturandone venti col loro equipaggio ed affondando le rimanenti. In seguito al successo della battaglia, i ribelli inviarono il cadavere di Achemene al Gran Re.
 
Dopo questa vittoria Inaros era virtualmente il padrone di tutto il Delta. Nonostante ciò, non si arrogò mai i [[Titolatura reale dell'antico Egitto|titoli della sovranità]].