Discussione:Alessandro Manzoni: differenze tra le versioni
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===La sua Vita.===
Nasce da [[Giulia Beccaria]] (1762-1841), figlia del
In seguito alla separazione dei genitori (la madre dal [[1792]] convive con il colto e ricchissimo [[Carlo Imbonati]], prima in Inghilterra, poi in Francia), Alessandro Manzoni dal [[1790]] al [[1803]] viene educato in collegi di religiosi, prima presso i padri Somaschi, poi presso i Barnabiti. Pur essendo insofferente di tale pedantesca educazione, della quale denunciò i limiti anche disciplinari, e pur venendo giudicato uno studente
Il giovane Manzoni dal 1803 al 1805 vive con l'anziano don Pietro, dedica buona parte del suo tempo alle ragazze e al gioco d'azzardo, ma ha modo anche di frequentare l'ambiente illuministico dell'aristocrazia e dell'alta borghesia milanese. Il compiacimento neoclassico del tempo gli ispira le prime esperienze poetiche, modulate sull'opera di [[Vincenzo Monti]], idolo letterario del momento. Ma, oltre questi, il Manzoni si volge a [[Giuseppe Parini]], portavoce degli ideali illuministici, nonché dell'esigenza di moralizzazione nella società. A questo periodo si devono ''Il trionfo della libertà'', ''Adda'', ''I quattro sermoni'' che recano l'impronta di Monti e di Parini, ma anche l'eco di Virgilio e di Orazio.
Nel [[1805]], Manzoni raggiunge la madre a
Nel [[1810]], il Manzoni, già anticlericale per reazione all'educazione ricevuta ed indifferente più che agnostico o ateo riguardo al problema religioso, si riavvicina alla Chiesa. Nel 1808, a Milano, lo scrittore aveva sposato la calvinista Enrichetta Blondel di Casirate; Tornato a Parigi la frequentazione con il sacerdote Eustachio Degola, genovese, giansenista (che da [[Sant'Agostino]] deriva l'interpretazione assolutistica del problema della predestinazione, della grazia e del libero arbitrio) porta i due coniugi l'una all'abiura del calvinismo e l'altro ad un riavvicinamento alla pratica religiosa cattolica (1810). Tale riconciliazione con il cattolicesimo è per lo scrittore il risultato di lunghe meditazioni; il suo atteggiamento, pur nella sua stretta ortodossia (cioè nell'esigenza di attenersi rigorosamente ai dettami della Chiesa), ha coloriture giansenisten che lo portsno alla severa interpretazione della religione e della morale cattoliche. La riscoperta della fede fu per Manzoni la conseguenza logica e diretta del dissolversi, nei primi anni dell'800, del mito della ragione, concepita come perennemente valida e certa fonte di giudizio, donde la necessità di individuare un nuovo sicuro fondamento della moralità. Persa quindi la speranza di raggiungere la serenità per mezzo della ragione, la vita e la storia gli parvero romanticamente immerse in un vano, doloroso, inspiegabile disordine: per non abbandonarsi alla disperazione bisognava trovare un fine ultraterreno. Nel Manzoni quindi l'irrequietezza esistenziale si compone nella fede conciliandola con la fermezza intellettuale.
Nel [[1810]] Manzoni torna definitivamente a Milano, dove continua la sua attività di scrittore e dove comincia la stesura del suo capolavoro. Nel [[1833]] muore Enrichetta; poco tempo dopo muore anche la primogenita Giulia, moglie di [[Massimo D'Azeglio]]. Nel 1837 lo scrittore sì risposa con Teresa Stampa. Nel 1848 esorta i figli a partecipare alle 5 giornate. Tornati gli Austriaci a Milano rifiuta ogni riconoscimento ufficiale. Nel [[1859]] Vittorio Emanuele concede allo scrittore una pensione che accetta. Nel [[1861]] vota come senatore la Costituzione del Regno
Nel [[1870]] saluta Roma capitale. Conclude la sua vita il 22 maggio
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