Come già detto l'ordine dei tedeschi era stato di radunare la popolazione nella Piazza dell'Impero, comunemente conosciuta di San Domenico per via della chiesa che si apre sulla piazza, ed officiata dai Padri Domenicani. Da una "memoria" di un giovane è possibile sapere cosa avvenne a San Domenico. All'interno del convento, da vari giorni, avevano trovato rifugio centinaia di persone in attesa del passaggio del fronte." Sul tetto della chiesa sventolava...una grande bandiera pontificia" (1) Anche noi dovemmo lasciare i sicuri locali detti di Sant'Urbano per trasferirci nella piazza. Inizialmente fummo fatti confluire nello spazio aperto del chiostro del convento; successivamente nella piazza dell'Impero e subito dopo all'interno della chiesadellachiesa.Davanti la porta d'ingresso due tedeschi facevano la guardia ché nessuno uscisse, come pure un altro militare vigilava, all'interno della chiesa,l'uscita laterale. Tutti noi che erano nei sotterranei del convento alla fine ci ritrovammo nella chiesa assieme a coloro ( in verità pochi ) che erano confluiti in piazza dell'Impero. Ad un certo momento l' ufficiale tedesco, tramite un italiano che parlava bene la lingua tedesca ed inglese, impartì l'ordine che aveva bisogno di cinque uomini giovani e robusti per spostare un carretto carico di casse fermo in piazza Buonaparte. Tra i volontari che si presentarono all'ufficiale c'era Falaschi Vasco conosciuto da noi tutti per essere il macellaio di piazza. Verso le ore 10 cominciò un cannoneggiamento fitto che colpì gli orti sotto il convento uccidendo un certo Omero Della Maggiore davanti all'entrata del suo rifugio scavato nel tufo della collina.Un'altra cannonata scansò di poco la chiesa ed andò ad esplodere davanti la Farmacia Cheli a fianco della chiesa.I tedeschi sparirono subito al primo colpo e così sollecitati dai frati si lasciò la chiesa e ritornammo nei sotterranei di Sant'Urbano da cui eravamo fatti sfollare alcune ore prima.▼
Come già detto l'ordine dei tedeschi era stato di radunare la popolazione nella Piazza dell'Impero, comunemente conosciuta di San Domenico per via della chiesa che si apre sulla piazza, ed officiata dai Padri Domenicani. Da una "memoria" di un giovane è possibile sapere cosa avvenne a San Domenico.
Appena il cannoneggiamento cessò con io e alcuni sfollati lasciaronolasciammo gli scantinati arrivati in chiesa si vide che sul tetto della chiesa si era aperta una grande buca e un proiettile aveva magagnato lo scalino dell'altare di San Domenico.ed era lì inesploso (2)▼
▲ All'interno del convento, da vari giorni, avevano trovato rifugio centinaia di persone in attesa del passaggio del fronte." Sul tetto della chiesa sventolava...una grande bandiera pontificia" (1) Anche noi dovemmo lasciare i sicuri locali detti di Sant'Urbano per trasferirci nella piazza. Inizialmente fummo fatti confluire nello spazio aperto del chiostro del convento; successivamente nella piazza dell'Impero e subito dopo all'interno della chiesa.Davanti la porta d'ingresso due tedeschi facevano la guardia ché nessuno uscisse, come pure un altro militare vigilava, all'interno della chiesa,l'uscita laterale. Tutti noi che erano nei sotterranei del convento alla fine ci ritrovammo nella chiesa assieme a coloro ( in verità pochi ) che erano confluiti in piazza dell'Impero. Ad un certo momento l' ufficiale tedesco, tramite un italiano che parlava bene la lingua tedesca ed inglese, impartì l'ordine che aveva bisogno di cinque uomini giovani e robusti per spostare un carretto carico di casse fermo in piazza Buonaparte. Tra i volontari che si presentarono all'ufficiale c'era Falaschi Vasco conosciuto da noi tutti per essere il macellaio di piazza. Verso le ore 10 cominciò un cannoneggiamento fitto che colpì gli orti sotto il convento uccidendo un certo Omero Della Maggiore davanti all'entrata del suo rifugio scavato nel tufo della collina.Un'altra cannonata scansò di poco la chiesa ed andò ad esplodere davanti la Farmacia Cheli a fianco della chiesa.I tedeschi sparirono subito al primo colpo e così sollecitati dai frati si lasciò la chiesa e ritornammo nei sotterranei di Sant'Urbano da cui eravamo fatti sfollare alcune ore prima.
▲Appena il cannoneggiamento cessò con io e alcuni sfollati lasciarono gli scantinati arrivati in chiesa si vide che sul tetto della chiesa si era aperta una grande buca e un proiettile aveva magagnato lo scalino dell'altare di San Domenico.ed era lì inesploso (2)
Note ( 1 ) ''" L'opera dei padri domenicani del convento di San Domenico Durante il passaggio della guerra "''( luglio 1944 ) Memoria scritta nel luglio 1947 da Padre Ambrogio Paganucci O.P. e pubblicata nella rivista " Memorie Domenicane fasc.1° del 1948.