Strage del Duomo di San Miniato: differenze tra le versioni
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Tre formazioni partigiane operavano nelle campagne circostanti San Miniato: la brigata "Corrado Pannocchia" comandata da Loris Sliepizza; la "Mori Fioravante" comandata dallo stesso Mori e la "Salvadori Torquato" comandata dal medesimo<ref>Delio Fiordispina ''G. Gori e Compagni'', Ed. Palagini 1994, pp. 112-144.</ref>. Queste formazioni si erano rese protagoniste di alcuni scontri e dell'uccisione, dall'11 al 18 luglio<ref>{{cita|Paoletti, 2000|pp. 23-24 e 231}} riporta varie testimonianze che concordano che l'uccisione dei tre tedeschi avvenne in due tempi l'11 e il 17 o 18 luglio.</ref>, di tre militari tedeschi, fra cui un ufficiale. La città si ritrovava quindi minacciata dalla strategia tedesca della ritirata, lenta e aggressiva. Il 18 luglio i tedeschi, in relazione all'uccisione dei tre militari, arrestarono tredici persone che in un secondo tempo furono tutte rilasciate. Successivamente, da mercoledì 19 i tedeschi iniziarono a minare molti edifici in gran parte lungo la strada principale facendoli saltare nella tarda serata e nella notte dal 20 al 21, tra questi la sede della Cassa di Risparmio e metà del palazzo Grifoni. Nel complesso, prima del loro abbandono del paese fu raso al suolo circa il 60% delle case.<ref>''San Miniato luglio 1944'', Edito a cura del Comune, 1984, p. 15; ''Note di diario del Can. Francesco Galli''; {{cita|Paoletti, 2000|p. 23}}.</ref>[[File:105mm-howitzer-leghorn-19440712.jpg|thumb|Luglio 1944. Cannone americano [[105 mm M101|M2 da 105 mm]],<ref>Il pezzo di artiglieria M101 utilizzava munizioni da {{TA|105 [[Millimetro|mm]]}} ad alto potenziale esplosivo (HE - ''high explosive'') e aveva una gittata di circa 11 200 metri.</ref> fotografato nella campagna toscana il 12 luglio.]]
===Il Concentramento della
Nelle prime ore del 22 luglio [[1944]], verso le 06:00, un ufficiale tedesco, accompagnato dall'interprete, si presentò al [[Palazzo Vescovile (San Miniato)Episcopio|Palazzo Vescovile (San Miniato Episcopio)]] ) chiedendo di parlare con il vescovo [[Ugo Giubbi]]. L'ufficiale, dopo essersi lamentato del fatto che la popolazione si trovasse ancora in città nonostante l'ordine di sfollamento fosse stato diramato da tempo, presentò al vescovo la richiesta di avvertire tutti i civili affinché si radunassero per le ore 08:00 in piazza dell'Impero (nel dopoguerra ridenominata "piazza del Popolo"), tolti i vecchi che non potevano camminare, i malati e i bambini, per essere condotti in campagna, dove si sarebbero trattenuti per circa due ore, perché in città v'era pericolo grave.<ref>Paoletti " 1944 San Miniato.." pagg,49-117-248</ref> Il vescovo fece osservare che per quell'ora sarebbe stato impossibile organizzare il raduno, date le difficoltà di accesso al luogo, dovute tra l'altro alle strade ingombre di macerie e propose il Prato del Duomo come luogo di raduno<ref>Massimiliano Mazzanti, ''[http://www.italia-rsi.org/menzogne/menzognasanminiato.htm I bugiardi di S.Lorenzo]'', articolo su "La Nazione" del 24 Luglio 1997</ref>. L'ufficiale dispose, allora, che l'adunata avvenisse anche sul prato del [[Cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Genesio|Duomo]]. Il vescovo comunicò subito l'ordine per mezzo dei suo chierici e la popolazione iniziò ad arrivare nelle due piazze<ref>Archivio Curia vescovile; Paolo Paoletti, ''1944 San Miniato'', Mursia, 2000, pp. 49-50</ref>.
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