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|Posizione geografica =
|Struttura = Castello
|Immagine = Castello Principesco 1.JPG
|Didascalia = Il Castello Principesco
|Nomemappa = NordItalia
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==Storia e descrizione==
La costruzione di alcune [[Cantina|cantine]] iniziarono durante la metà del [[XV secolo]]<ref name="Alto Adige">{{cita web|url=http://www.alto-adige.com/cultura-natura/da-vedere-cultura/castello-principesco|titolo=Cenni sul castello|accesso=31-01-2014}}</ref>: fu solo a partire dal [[1470]] che il castello venne edificato<ref name="Alto Adige"/>, nel centro di Merano, ai piedi del monte Benedetto<ref name="Trentino">{{cita web|url=http://www.turismo-trentino-alto-adige.com/il-castello-principesco-di-merano.html|titolo=Il Castello Principesco di Merano|accesso=31-01-2014}}</ref>, per volete del [[duca]] [[Sigismondo d'Austria]], detto "il danaroso"<ref name="Trentino"/>, come abitazione privata<ref name="Comune"/>. Durante il corso del [[XVI secolo]] la struttura continuò a svolgere la sua funzione di residenza nobiliare, tant'è che al suo interno, nel [[1516]] soggiornò l'[[imperatore]] [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano I]]<ref name="Comune"/>; con il passare degli anni tuttavia, con diversi cambi di proprietari, cadde lentamente in rovina e da alcuni [[documento|documenti]] risulta che nel [[XVII secolo]] veniva utilizzata solo la [[cappella]] per la celebrazione delle funzioni religiose<ref name="Comune"/>. Durante le [[guerre napoleoniche]] passò sotto il controllo del governo [[Bavaria|baverese]] che lo cedette come indennizzo ai [[Principe|principi]] [[Thurn und Taxis]], che lo adibirono a sede amministrativa<ref name="Dolomiti">{{cita web|url=http://www.dolomiti.it/it/alto-adige/merano/approfondimenti/castello-principesco/|titolo=I castelli dell'Alto Adige|accesso=31-01-2014}}</ref>. Nel [[1815]] la costruzione fu acquistata dal [[Comuni d'Italia|comune]] di Merano, che aveva intenzione di abbatterlo per far posto ad una [[scuola]]<ref name="Comune"/>: le proteste da parte dei cittadini, con una [[petizione]] popolare, ne evitarono la demolizione e dal [[1878]] al [[1880]] il castello fu oggetto di lavori di restauro, eseguiti dell'[[architetto]] Friedrich von Schmidt, facendogli assumere un aspetto [[tardo gotico]] ed arredato con [[Mobile (arredamento)|mobili]], tra cui alcune cassapanche<ref name="Alto Adige"/>, [[arma|armi]] e [[pittura|pitture]], tipici del periodo della sua costruzione; nel 1880 venne riaperto al pubblico<ref name="Comune"/>.
[[File:Castello Principesco 12.JPG|thumb|left|300px|Interno della cappella]]
Tra gli ambienti principali: il [[Corte (architettura)|cortile]], affrescato con dipinti in stampo naturalistico, come [[Plantæ|piante]] ed [[Animalia|animali]] che si avvolgono a figure umane, la cappella, all'interno della quale è conservata una [[statua]] del XV secolo raffigurante [[san Giorgio]] con il [[drago]] e diversi [[affresco|affreschi]], la [[stanza (architettura)|stanza]] del principe, con una [[stufa]] maiolicata del XV secolo<ref name="Dolomiti"/>, probabilmente la più antica esistente<ref name="Alto Adige"/>, e, distribuite in diverse sale, una ricca collezione di antichi [[Strumento musicale|strumenti musicali]], di armi e di utensili da [[Cucina (architettura)|cucina]]<ref>{{cita web|url=http://www.bimbinviaggio.it/montagna/p.asp?nfile=castello_principesco_di_merano|titolo=Brevi notizie sul castello|accesso=31-01-2014}}</ref>. Da segnalare inoltre due grandi sale adibite originariamente a [[Magazzino|depositi]] e utilizzate dopo il restauro per [[Matrimonio (ordinamento civile italiano)|matrimoni civili]], nelle quali sono conservati numerosi dipinti provenienti in parte dal [[museo civico di Merano]]: tra le opere principali i dipinti dell<nowiki>'</nowiki>''Imperatrice Maria Teresa'', l'''Imperatore Francesco I'', ''Venditrice di frutta'', ''Venditore di Selvaggina'', i [[ritratto|ritratti]] delle [[fratello|sorelle]] Strellin, opera dell'artista [[Franz Anton Zeiler]], ed un gruppo di dipinti eseguiti da Simon Ybertracther, come ''Martin Lagenmantl'', ''Catarina Langenmtal'', entrambi del [[1726]], ''Johann Anton Seeler'', ''Anna Maria Seeler'', entrambi del [[1762]], e ''Caterina Ingrambin'', del [[1759]].
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