Francesco Maria Molza: differenze tra le versioni
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Sua nipote è la poetessa e musicista [[Tarquinia Molza]].
==Opere==
Molza fu autore di componimenti in [[lingua latina]] e in [[lingua volgare|volgare]]. Fu un [[poligrafo (autore)|poligrafo]] versatile. Dei vari suoi componimenti in volgare ebbe fama soprattutto un [[poema|poemetto]] in [[Ottava rima|ottave]], ''La ninfa tiberina'',<ref>''La ninfa tiberina'' a cura di S. Bianchi, Mursia, Milano ISBN 9788842509073</ref> composto per celebrare Faustina Mancini. L'opera, composta verso il [[1537]], fu giudicata dai contemporanei superiore addirittura alle ''[[Poliziano#Le_Stanze_per_la_giostra_del_Magnifico_Giuliano|Stanze]]'' del [[Poliziano]] per l'eleganza stilistica. In volgare scrisse anche poesie d'amore in [[Petrarchismo|stile petrarchesco]], ''Canzoni'' e i ''Capitoli'', composizioni su argomenti insoliti in poesia e apparentemente non adatti alla trattazione in [[versi]] come, per esempio, un [[epigramma]] intitolato ''Lodi dell'insalata'' (......''Quant'io parlo di te, tanto m'infoca E, s'io vo' dire il ver , di lauri o mirti A paragon di te mi curo poco''... ), un altro intitolato ''Capitolo in lode dei fichi'' e ''Capitoli erotici'', di stile [[Giovanni Boccaccio|boccaccesco]].
==Note==
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