Disimpegno: differenze tra le versioni

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Il film affronta lo sgombero dei coloni [[israeliani]] dalla [[Striscia di Gaza]] nell'agosto del [[2005]], iniziato quando il primo ministro [[Sharon]] invitò i [[giornalisti]] di tutto il mondo a documentare l'evento con lo scopo di [[pubblicità|pubblicizzare]] la bontà di uno stato che vuole la pace. Amos Gitai riprese scene disperate, di panico e distruzione, con i soldati che portano via di peso i loro connazionali in preghiera.
 
== Trama ==
La prima cosa che il film evidenzia è che i soldati eseguono gli ordini con determinazione e che la Striscia è evacuata senza compromessi. Noi occidentali potremmo essere soddisfatti. Israele in modo unilaterale si è ritirato dai territori occupati, la pace è vicina.
 
Chi non è informato sui dettagli del conflitto che dura da oltre 60 anni, e non ha visto i suoi film precedenti (quando era censurato nel suo paese) non sa che i territori erano occupati illegalmente in chiara ed inequivocabile violazione delle risoluzioni dell'ONU e che i coloni continuano a vivere in massa nei territori, giornalisticamente parlando, occupati.
 
Secondo Peace Now il numero dei coloni che vivono in casa d'altri è almeno triplicato da quando Israele ha firmato gli accordi di Oslo (1993): oggi sono 270 000, a cui vanno aggiunti altri 180 000 che vivono nella parte della Cisgiordania che Israele si è annessa come parte della «sua» Gerusalemme Est.
 
Amos Gitai si è prestato a questa operazione di ulteriore propaganda. Non dimentichiamo che la fiera di Torino ha subito le imposizioni delle autorità israeliane che attraverso il ministero degli esteri e l’ambasciatore in Italia hanno voluto una vetrina per rilanciare l’immagine offuscata dalla recente sconfitta in Libano e dai continui massacri perpetrati in Palestina, apparentemente per difendersi dal terrorismo, ma con un progetto che tende a portare avanti “il lavoro” iniziato nel 1947 e che Ilan Pappe (scrittore israeliano) definisce pulizia Etnica della Palestina.
 
Durante un’intervista Tanya Reinhart (israeliana, Professore emerito di linguistica, attivista anti-apartheid, morta nel 2007) afferma: … con l'evacuazione degli insediamenti, ad Israele è stata data mano libera per violare tutti gli accordi firmati cerimonialmente nel novembre 2005, sotto la supervisione di [[Condoleezza Rice]]. Da quel momento, gli USA hanno garantito pieno sostegno a Israele, che ha reso la striscia di Gaza una prigione all'aria aperta e ha iniziato a bombardare e affamare i Palestinesi assediati. Dovremmo notare che a nessun livello Sharon ha preso un impegno a rinunciare interamente al controllo israeliano sulla striscia di Gaza. Nel testo ufficiale del piano di disimpegno, così come è stato pubblicato dai media israeliani il 16 aprile 2004, si dichiara che Israele avrebbe mantenuto pieno controllo militare della striscia dall'esterno, come prima dello sgombero.
 
È chiaro che un film non può dire tutto, ma anche scegliendo cosa non dire, può scegliere da che parte stare, indebolendo il dialogo e mistificando la storia. Così mentre ''[[Jenin Jenin|]]''Jenin Jenin'']] di [[Mohammad Bakri]] è censurato in Israele ed il regista processato, ''Disengagement'' è promosso dall'ambasciatore israeliano, largamente ossequiato nelle sale del Museo del Cinema di Torino dov'è avvenuta la proiezione.
 
== Collegamenti esterni ==
* {{imdb|film|0871512}}