Said Halim Pascià: differenze tra le versioni
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Nato a [[Il Cairo]], in [[Egitto]], il 18 gennaio 1865, Said Halim Pascià fu uno dei firmatari dell'[[alleanza turco-tedesca]] che determinò l'entrata dell'[[Impero ottomano]] nella [[prima guerra mondiale]] al fianco degli [[Imperi centrali]]. Rassegnò le proprie dimissioni dopo aver dato l'assenso a ospitare nei porti ottomani le navi tedesche ''[[SMS Goeben|Goeben]]'' e ''[[SMS Breslau|Breslau]]'' [[Inseguimento della Goeben e della Breslau|inseguite dalle navi Alleate]], ma il sultano [[Mehmet V]] le respinse e Said Halim Pascià restò in carica fino al 1917, quando cessò la vita politica a causa dei continui scontri con i [[Giovani Turchi]], allora a capo del governo ottomano.
Visto il suo coinvolgimento nell'alleanza con la Germania, la [[corte marziale turca del 1919-1920]] lo accusò di tradimento e il 29 maggio 1919 lo condannò all'esilio in una prigione di [[Malta]],<ref>{{cita libro| titolo =Islam in Modern Turkey | autore = Sukran Vahide | editore = State University of New York Press | anno = 2005 |lingua=inglese}}</ref> da dove venne però liberato nel 1921 una volta assolto dalle precedenti accuse. Trasferitosi in [[Sicilia]], fece inutilmente domanda per ritornare a [[Istanbul]]. Ritenuto dalla [[Federazione Rivoluzionaria Armena]] uno dei responsabili del [[genocidio armeno]], venne assassinato dall'agente [[Arshavir Shirakian]].<ref>{{cita libro |
== Note ==
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