Bioetica: differenze tra le versioni

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La '''bioetica''' (dal [[lingua greca|greco antico]] ἔθος (o ήθος)<ref>Riferito a ήθος il termine etica acquista il significato di principi che influiscono sulla collettività</ref>, "èthos", carattere o comportamento, costume, consuetudine e βίος, "[[bios (filosofia)|bìos]]", [[vita]]) è una disciplina che si occupa delle questioni [[morale|morali]] collegate alla ricerca biologica e alla medicina.
 
Nella bioetica sono coinvolte varie discipline come [[filosofia]], [[filosofia della scienza]], [[medicina]], [[biologia]], [[genetica]], [[epigenetica]], [[embriologia]], [[giusnaturalismo]], [[giurisprudenza|diritto]], così come le problematiche collegate alle varie visioni morali atee, spirituali o religiose ed all'esercizio del potere politico sul corpo dei cittadini ([[biopolitica]]).
 
Coloro che trattano del tema della bioetica sono quindi specialisti in varie discipline, come filosofi, giuristi, sociologi che vengono chiamati con il termine di "bioeticisti", o più comunemente "bioetici".<ref>Marshall P, Koenig BA. Accounting for culture in a globalized bioethics. Journal of Law, Medicine & Ethics. 2004;32:252–266.</ref><ref>[http://www.accademiadellacrusca.it/parole/parola_singola.php?id=787&ctg_id=58 Cfr. Accademia della Crusca]</ref>
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=== Van Rensselaer Potter ===
Con il significato attuale il termine fu adoperato per la prima volta dall'oncologo statunitense Van Rensselaer Potter (1911-2001), che lo utilizzò nel [[1970]]<ref>Già nel 1969 il filosofo D. Callahan auspicava per un «aumento della qualità della vita» e per la «sopravvivenza della specie umana» la nascita di una scienza capace di stabilire «un ponte fra scienze naturali e comportamenti umani»</ref> in un articolo pubblicato sulla rivista dell'Università del Wisconsin "Perspectives in Biology and Medicine" con il titolo «Bioetica: la scienza della sopravvivenza».<ref>Gadler E. Nota storica van Rensslaer Potter e la nascita della Bioetica. Problemi di bioetica 1989 5. pp. 61-63</ref> Nel [[1971]] lo stesso autore raccoglieva vari articoli su questi argomenti in un libro intitolato ''Bioethics: Bridge to the future'' (''Bioetica: un ponte verso il futuro'') dove scriveva:<br />
«Ho scelto la radice bio per rappresentare la conoscenza biologica, la scienza dei sistemi viventi; e ethics per rappresentare la conoscenza del sistema dei valori umani.»<ref>Cfr. ''Bioethics. Bridge to the future'', Englewood Cliffs (N. J.) 1971, p. 5</ref>
 
Potter spiegava il termine bioetica come la scienza che consentisse all'uomo di sopravvivere utilizzando i suoi valori morali di fronte all'evolversi dell'[[ecosistema]]<ref>{{cita libro | cognome= Petrini| nome= Carlo| coautori=| titolo= Bioetica, ambiente, rischio: evidenze, problematicità, documenti istituzionali nel mondo p. 20| editore= Rubbettino Editore srl| città= | anno=2003 | id= ISBN 978-88-498-0772-1}}</ref>. La bioetica doveva essere «un'ecologia globale di vita»<ref>Sandro Spinsanti. Intervista a Van Potter. L'arco di Giano 4. 233-245.</ref>.
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La bioetica viene definita come un'area di ricerca che grazie a diverse discipline su cui si basa pone come «oggetto dei suoi studi l'esame sistematico della condotta umana nel campo della scienza della vita e della salute».<ref>{{cita libro | cognome= Angeletti| nome= Luciana Rita | coautori=valentina Gazzaniga| titolo= Storia, filosofia ed etica generale della medicina terza edizione p. 163| editore= Elsevier Masson| città= | anno=2008 | id= ISBN 978-88-214-3091-6}}</ref>
 
Nella ''Encyclopedia of Bioethics'' pubblicata in seconda edizione nel 1995 in 5 volumi dal ''Kennedy Institute of Ethics'' della ''Georgetown University'' di Washington (Stati Uniti d'America) la bioetica è definita: "Lo studio sistematico delle dimensioni morali - includendo, visione, decisione, comportamento e norme morali - delle scienze della vita e della salute, utilizzando una varietà di metodologie etiche in un contesto interdisciplinare"<ref>in W. T. Reich (a cura di), Encyclopedia of Bioethics, Mac Millan, New York 1995 (II edizione), Vol, 1, p. XXI.</ref>
 
Altra definizione che si discosta dalle precedenti è quella che la identifica come un movimento di idee e di valori che continuamente cambiano nel corso della storia<ref>{{cita libro | cognome= Sgreccia| nome= Elio| coautori=Paolazzi Carlo| titolo= Manuale di bioetica quarta edizione p. 20| editore= Vita e Pensiero| città= | anno=2007 | id= ISBN 978-88-343-1290-2}}</ref>.
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Il documento si conclude con l'affermazione che: ''La visione laica si differenzia dalla parte preponderante delle visioni religiose in quanto non vuole imporsi a coloro che aderiscono a valori e visioni diverse. Là dove il contrasto è inevitabile, essa cerca di non trasformarlo in conflitto, cerca l'accordo 'locale', evitando le generalizzazioni. Ma l'accettazione del pluralismo non si identifica con il relativismo, come troppo spesso sostengono i critici. La libertà della ricerca, l'autonomia delle persone, l'equità, sono per i laici dei valori irrinunciabili. E sono valori sufficientemente forti da costituire la base di regole di comportamento che sono insieme giusti ed efficaci''.
 
Giovanni Fornero nei suoi lavori<ref>Giovanni Fornero: ''Bioetica cattolica e bioetica laica'' (B. Mondadori, Milano 2005, n. ed. 2009); ''Laicità debole e laicità forte. Il contributo della bioetica al dibattito sulla laicità'' (B. Mondadori, Milano 2008).</ref> parla di due diversi ''paradigmi'' per concettualizzare la realtà, come indicato nei singoli aspetti tematici riportati nel prosieguo di questa voce.
 
Anche [[Gustavo Raffi]] ha espresso una propria opinione di una visione laica <ref>[http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/rimini/cronaca/2010/03/23/308690-grande_oriente_italia.shtml Il Resto Del Carlino - Rimini - Grande Oriente d'Italia, al Palacongressi la Gran Loggia 2010<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
[[Umberto Veronesi]], intervenendo nel 'dibattito bioetico', propone una visione fortemente critica dell'ottica religiosa.<ref>[http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_febbraio_04/veronesi-religione-ricerca_0dbc44c2-11a1-11df-806e-00144f02aabe.shtml «La religione impedisce di ragionare» - Corriere della Sera<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Per alcuni laici, pur nell'eterogeneità e pluralità di questa ''categoria'' di pensiero, si parla di [[embrione]] (frutto della fecondazione) solo dopo un certo numero di divisioni cellulari successive alla formazione dello zigote o dal momento del suo impianto nella mucosa uterina (in altre parole non prima del 14º giorno circa)<ref>http://www.radioradicale.it/scheda/192658/il-card-tettamanzi-e-umberto-veronesi-a-confronto-su-la-liberta-delle-idee-scienza-vita-e-diritti| Per Umberto Veronesi "non c'è vita senza pensiero"</ref> e si parla altresì di piena dignità umana e di acquisto della capacità giuridica solo dal momento della nascita o comunque non prima del termine entro il quale è consentita l'interruzione volontaria della gravidanza.<ref>Infatti in Italia c'è una proposta di legge per anticipare tale riconoscimento, vedi [http://www.overlex.com/leggiarticolo.asp?id=790#par3]</ref>
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In seguito la bioetica, secondo Tallacchini, sarebbe stata istituzionalizzata e burocratizzata, e ora tenderebbe a riportare il punto di vista del potere (o dei vari poteri), mediato da una quantità di commissioni che deciderebbero cosa è giusto e cosa non lo è. La bioetica sarebbe stata così degradata ''"a luogo di amministrazione di valori governativi"''.
In questo senso lo stesso [[Comitato Nazionale di Bioetica]] è oggetto di critiche da più parti proprio a causa delle modalità di selezione dei suoi membri, di nomina governativa e perciò, al di là dei criteri di merito scientifico e accademico, soggetto anche a possibili influenze dovute al variare delle maggioranze.
 
Altro motivo di critica riguarda la modalità di formazione del consenso all'interno del comitato stesso; si ritiene infatti, da parte di alcuni, che l'adozione di testi a maggioranza sia estranea al compito di un organismo come questo, puramente consultivo e che dovrebbe giungere alla formazione di un consenso unanimente condiviso e quindi basato su criteri di 'oggettività e [[laicità]]' (anziché su scelte ideologiche o religiose di fondo).