|sito = www.gefim.it
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La '''Gefim''' ('''GEstioni Finanziarie ed IMmobiliari''') è una [[società per azioni]] [[italia|italiana]]na che opera nel [[immobiliare|settore immobiliare]]. La sua attività principale consiste nella promozione di operazioni di sviluppo immobiliare in [[Piemonte]] (in particolare nella città di [[Torino]]), [[Lombardia]] e [[Liguria]].
== Storia ==
L'attuale società per azioni rappresenta l'evoluzione più recente di un'importante tradizione imprenditoriale nel settore delle costruzioni decisamente antica, tanto che «per scovare con precisione le radici della società della famiglia Ponchia» (la Gefim appunto), bisognerebbe «ricorrere all'araldica»,<ref name= Benna>Cfr. Christian Benna, "Dal palasport a corso Marconi. Gefim, un secolo nel mattone", su ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/07/07/dal-palasport-corso-marconi-gefim-un-secolo.html la Repubblica]'' del 7 luglio 2005, p. 18.</ref> dal momento che un po' tutti gli antenati di questa "dinastia del mattone" originaria del basso [[Canavese]] ([[Chivasso]] e dintorni) hanno lavorato nel settore edilizio fin dal [[XVIII secolo|Settecento]].
=== La prima generazione: 1880-1930 ===
La trasformazione dell'attività di famiglia in vera e propria impresa immobiliare e di costruzioni si verificò tuttavia solo alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] («la famiglia di architetti Ponchia e la loro Gefim che, sin dal 1880, compra terreno da rivendere»<ref>Cfr. Gaetano Farina, "Torino stritolata da debiti e cemento", su ''[http://affaritaliani.libero.it/cronache/torino091211.html?refresh_ce Affaritaliani.it]'' del 9 dicembre 2011.</ref>), quando il futuro cavalier Paolo Ponchia lasciò il paese natale di [[Montanaro]] per trasferirsi a Torino e inserirsi in quell'intenso processo di industrializzazione e conseguenti riassetti urbani ed edilizi (gli ex bastioni, ad esempio, e le cosiddette "barriere operaie") che caratterizzò per vari decenni il capoluogo piemontese in una sorta di reazione economica e morale allo spostamento della capitale del [[Regno d'Italia (1861-1946)|regno]] da Torino a Firenze. Non si sa con esattezza quando la ditta individuale Impresa Costruzioni Immobiliari Ponchia venne fondata, ma era sicuramente operante a Torino fin dai primi anni del [[XX secolo|Novecento]] («i Ponchia, famiglia che sotto la Mole è nota dai primi del 900 per le importanti attività nel settore del [[real estate]] e soprattutto dello sviluppo immobiliare»<ref>Cfr. Carlo Festa, "Inpartner in attesa sui dossier Ipi e Zunino", su ''[http://www.casa24.ilsole24ore.com/real-estate/news/2008/02/10/9_B_PRN.php Il Sole 24 ORE]'', "Casa 24 plus", del 10 febbraio 2008.</ref>) e già allora con attività diversificate («all'epoca si faceva un po' di tutto, non c'erano compiti prestabiliti come oggi»), compresi lo smantellamento di vecchi edifici e il recupero dei materiali.<ref name= Benna />
=== La seconda generazione: 1930-1955 ===
Subentrati alla guida dell'impresa i tre figli del fondatore, Domenico, Luigi e Bernardo Ponchia, la fisionomia dell'azienda andò specializzandosi proprio nei due settori della demolizione e soprattutto del recupero dei materiali, cui venne dedicato un ampio magazzino di 20.000 metri quadrati in via Stradella, divenuto rapidamente un punto di riferimento nel settore edilizio non solo torinese. Nello stesso periodo la ditta Ponchia partecipò attivamente ai grandi lavori di trasformazione urbana e residenziale della città dell'era fascista e, dopo i pesanti bombardamenti alleati durante la [[seconda guerra mondiale]], a quelli della rinascita postbellica resa più complessa dal notevole afflusso di immigrati meridionali.<ref name= brochure>Cfr. "La storia", sulla brochure promozionale ''[http://www.gefim.it/Brochure.pdf GEFIM Gestioni Finanziarie ed Immobiliari]'', pp. 3-5.</ref>
[[File:Torino v. Tripoli.jpg|thumb|275px|left|Immagine del quartiere torinese di [[Santa Rita (Torino)|Santa Rita]]<br>negli [[Anni 1960|anni sessanta]].]]
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