André Michaux: differenze tra le versioni
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Nel [[1782]] il Governo inviò ufficialmente Michaux in [[Persia]] per un indagine botanica. Trascorse diversi mesi ad [[Aleppo]], quindi raggiunse [[Bagdad]] e [[Bassora]]. Lasciando quest'ultima fu catturato da una tribù araba ostile all'autorità ottomana. Ma fu solo una breve sosta. Accertato che si trattava di un medico inviato del governo francese, Michaux fu rilasciato e poté riprendere la strada per la Persia. Viaggiò quindi liberamente senza altri intoppi dal [[Golfo Persico]] sino al [[Mar Caspio]] e si racconta che, durante il viaggio, egli avrebbe guarito lo [[Scià]] da una grave malattia.
Rientrò in Francia più di tre anni dopo, recando un ricco erbario e una sostanziosa dote di conoscenze sulla flora delle terre visitate, nonché alcune specie vive che donò agli orti botanici francesi. Fra di esse spiccano la ''[[Zelkova carpinifolia]]'', o Noce del Caucaso, la ''[[Pterocarya fraxinifolia]]'' e la
Ma forse il reperto più straordinario che Michaux recò per la prima volta in Europa non fu botanico, ma archeologico. Si trattava di un documento epigrafico costituito da una pietra basaltica nera, arrotondata e liscia, tutta incisa da una scrittura cuneiforme: un Kudurru babilonese, conosciuto come [[Sasso di Michaux]] che è oggi conservata nel "Cabinet des médailles", Dipartimento delle monete, medaglie e antichità della [[Biblioteca nazionale di Francia]].
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