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Nel 1978 un testo scolastico di [[geografia]] per la [[scuola media inferiore]] italiana <ref>vedi pag. 262 AAVV, Il libro Garzanti della geografia, III Edizione, volume terzo, Garzanti editore, (1978)</ref> , in una scheda intitolata "''«Negri» e «Indiani» tutto sbagliato''" <ref>dove lo "sbagliato si riferisce ai trattamenti ricevuti, non alla denominazione</ref> riportava la seguente indicazione: "Da qualche tempo gli abitanti di colore degli Stati Uniti rifiutano di essere chiamati con il termine «negro» (''nigger''), che viene quasi sempre usato in tono spregiativo (come in Italia purtroppo si fa spesso con il termine «terrone») e vogliono essere chiamati «neri» (''blacks''). Da noi [in Italia] il termine «negro» non ha alcun tono di disprezzo, e quindi possiamo continuare a chiamarli così.", il resto della schede prosegue descrivendo i problemi dei discendenti degli schiavi sempre usando il termine negro per riferirsi a loro.
 
Nell'uso comune contemporaneo ''negro'' viene tuttavia generalmente percepito come dispregiativo e [[razzismo|razzista]], come conseguenza dell'estensione all'italiano dei dettami del ''[[politicamente corretto]]'' che nella cultura [[lingua inglese|anglosassone]] hanno portato alla condanna del dispregiativo ''nigger'' (ulitizzatoutilizzato al posto di ''black'').<ref>O. Calabrese, ''I buffi integralisti del politically correct'' in [http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/19/buffi_integralisti_del_politically_correct_co_0_9909195010.shtml Corriere della Sera, 19 settembre 1999]</ref><ref>V. ''Negro, nero, nigger'', in ''[[New Thing]]'' di [[Wu Ming]] 1</ref> Vengono considerati sostituti accettabili di ''negro'' espressioni come ''persona di colore'' o semplicemente ''nero'' oppure, laddove possibile, denominazioni più specifiche (come ''[[africa]]no'' o ''[[afroamericano]]'' rispettivamente per riferirsi ai neri africani o [[Stati Uniti d'America|statunitensi]]).<ref>B. Gabutti, traduttore di ''Charles de Foucauld: esploratore del Marocco, eremita nel Sahara'' di [[René Bazin]] (1921) usa il termine negro e spiega che più avanti nel testo il termine verrà tradotto come ''uomo di colore'' o ''nero''.</ref> Il termine viene talvolta recuperato per motivi letterari<ref>Si veda per esempio l'introduzione di Giuseppe Culicchia a ''[[Le avventure di Huckleberry Finn]]'', [[Feltrinelli]] 2005.</ref> o per tradurre varianti straniere anch'esse considerate dispregiative, come l'inglese ''nigger'' molto frequente nel [[cinema]].<ref>Per esempio nel doppiaggio di opere cinematografiche come ''[[Arma letale 2]]'', ''[[Die Hard (serie di film)|Die hard]]'', ''[[Get Shorty]]'' e ''[[Tropic Thunder]]''.</ref> L'uso del termine senza connotazioni dispregiative ha comunque ancora qualche diffusione, e la [[magistratura italiana]] ha giudicato condannabili come incitamenti all'odio razziale solo [[locuzione|locuzioni]] esplicitamente offensive come ''sporco negro''.<ref>http://www.piemonteimmigrazione.it/PDF/approfondimento%20leg_sporco%20negro.pdf?ID=1210</ref>
 
Il termine ''negro'' continua inoltre a essere usato in [[Idiotismo|frasi idiomatiche]] con una varietà di significati [[metafora|metaforici]], legati soprattutto alla [[Tratta atlantica degli schiavi africani|tratta degli schiavi]] africani; un esempio è la [[locuzione]] ''lavorare/sudare come un negro'' (ovvero ''come uno schiavo'') o l'uso della parola ''negro'' per riferirsi a chi lavora al posto di un altro (per esempio nel campo della letteratura)<ref>{{cita web|url=http://old.demauroparavia.it/73408|titolo=De Mauro - negro |deadurl=yes|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20080101000000/http://demauroparavia.it/73408|dataarchivio=1º gennaio 2008}}</ref>.