Giacomo Leopardi: differenze tra le versioni
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==== La morte ====
[[File:Giacomoleopardi1837.jpg|200px|thumb|Leopardi sul letto di morte, 1837, ritratto a matita di Tito Angelini]]
In questo luogo egli compose gli ultimi Canti ''[[La ginestra|La ginestra o il fiore del deserto]]'' (il suo testamento poetico nel quale si coglie l'invocazione ad una fraterna solidarietà contro l'oppressione della natura) e ''Il tramonto della luna'' (compiuto solo poche ore prima di morire). Progettava anche di tornare a Recanati, per vedere il padre o partire per la [[Francia]].<ref>{{cita|Citati|p. 398|Citati|harv=s}}</ref> Seguendo il parere di alcuni medici fiorentini, che, al contrario di altri, lo avevano convinto che la sua malattia fosse più psicologica che fisica, cominciò ad ignorare le prescrizioni, pensando che non potesse comunque decidere il destino.<ref>{{cita|Citati|p. 399-400|Citati|harv=s}}</ref> Nel febbraio del 1837 ritornò a Napoli con il Ranieri e la sorella, ma le sue condizioni si aggravarono verso maggio, ed il 14 giugno di quell'anno morì improvvisamente, dopo essersi sentito male al termine di un pasto; Leopardi, quel giorno, aveva mangiato, al mattino, circa un chilo di [[confetti cannellini]] regalati da Paolina Ranieri e bevuto una cioccolata, poi minestra calda e limonata (o granita fredda) verso sera. Nonostante l'intervento del medico, l'[[asma]] di Leopardi peggiorò e poco ore dopo morì.<ref name="Ricerche sulla morte del conte Leopardi">Teorie alternative sulla morte del conte Giacomo Leopardi sono state trattate e documentate negli studi condotti dal Prof.[[Gennaro Cesaro]] (cfr. ''Sfrondando gli allori della poesia dell'800 e del 900'')</ref> Secondo la testimonianza di [[Antonio Ranieri]], Leopardi morì alle ore 21 fra le sue braccia, poco prima di partire per [[Villa delle Ginestre|Villa Ferrigni]], come avevano programmato. Le sue ultime parole furono "Addio, Totonno, non veggo più luce".<ref>[http://www.fregnani.it/ranieri/lettere/fanny/fanny370701.htm Lettera di Antonio Ranieri a Fanny Targioni-Tozzetti, Napoli, 1 luglio 1837], in ''«Aspasia siete voi», Lettere di Fanny Targioni-Tozzetti e Antonio Ranieri, Edizioni Osanna Venosa, Venosa, 1999, pag. 134 sgg.'' Cfr. anche [[Pietro Citati]], Leopardi, Mondadori, 2010, Milano, [http://books.google.it/books?id=jiiTXVHE2hkC&pg=PA413&lpg=PA413&dq=addio,+totonno,+non+veggo+pi%C3%B9+luce&source=bl&ots=cSK7cea4LP&sig=ZeR-Vce2g1nm-nXHirT70fZKpF8&hl=it#v=onepage&q=addio%2C%20totonno%2C%20non%20veggo%20pi%C3%B9%20luce&f=false pagg. 412-3].</ref><ref>{{cita|Citati|p. 410-414|Citati|harv=s}}</ref>
Tre giorni dopo il decesso, [[Antonio Ranieri]] pubblicò un necrologio sul giornale "Il progresso".<ref>Il Progresso delle Scienze, delle Lettere e delle Arti”, vol. XVII, Anno VI, n. 33, quaderno di maggio, Napoli, dalla Tipografia Plautina, 1837, [http://www.classicitaliani.it/leopardi/critica/notizia_Leopardi.htm#_ftnref4 pagg. 166 sgg.] Vd anche [http://archive.org/stream/ilprogressodell10unkngoog#page/n482/mode/2up qui].</ref>
La morte del poeta è stata analizzata da studiosi di medicina già a partire dall'inizio del [[XX secolo]]. Molte sono state le ipotesi, dalla più accreditata, [[pericardite]] acuta, a quelle più fantasiose, [[intossicazione alimentare|cibo avariato]] o [[indigestione]].<ref>[http://www.spaghettitaliani.com/Articolo19.html Cenni storici - Fu un'indigestione a causare la morte di Leopardi?<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Nessuna delle tesi alternative, tuttavia, è riuscita a smentire il referto ufficiale, diffuso dall'amico, patriota e scrittore partenopeo, Antonio Ranieri: [[idropisia]] [[edema polmonare|polmonare]]<ref>"Idropisia di cuore" in ''Lettera di Antonio Ranieri a Fanny Targioni-Tozzetti, Napoli, 1 luglio 1837'', in ''«Aspasia siete voi» cit.''; idem in ''Lettera di A. R. a Monaldo Leopardi, Napoli, 26 giugno 1837'' in ''Opere inedite di Giacomo Leopardi, G. Cugnoni, vol. I, Halle, Max Niemeyer Editore, 1878, [http://archive.org/stream/opereineditedigi00leop#page/n121/mode/2up pag. CXVIII sgg.''] e ''Nuovi documenti intorno alla vita e agli scritti di Giacomo leopardi, G. Piergili, Firenze, Le Monnier, 1892³, [http://archive.org/stream/nuovidocumentii00piergoog#page/n334/mode/2up pagg. 241 ssg.'']; "Idrotorace" in ''Lettera di A. R. a De Sinner, Napoli, 28 giugno 1837'' in Piegili cit., [http://archive.org/stream/nuovidocumentii00piergoog#page/n360/mode/2up pagg. 267 ssg.'']</ref> il che è comunque verosimile, dati i suoi problemi respiratori, dovuti alla deformazione della colonna vertebrale<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/giacomo-leopardi/ Biografia sulla Treccani]</ref>.
Leopardi era morto all'età di 39 anni, in un periodo in cui il [[colera]] stava colpendo la città di Napoli. Grazie ad Antonio Ranieri, che fece interessare della questione il [[ministro]] di Polizia, le sue spoglie – questa la versione accettata – non furono gettate in una fossa comune, come le severe norme igieniche richiedevano a causa del colera
{{quote|AL CONTE GIACOMO LEOPARDI RECANATESE<br /> FILOLOGO AMMIRATO FVORI D'ITALIA <br />SCRITTORE DI FILOSOFIA E DI POESIE ALTISSIMO <br /> DA PARAGONARE SOLAMENTE COI GRECI <br /> CHE FINÌ DI XXXIX ANNI LA VITA <br /> PER CONTINVE MALATTIE MISERRIMA <br /> FECE ANTONIO RANIERI <br /> PER SETTE ANNI FINO ALLA ESTREMA ORA CONGIVNTO <br /> ALL'AMICO ADORATO MDCCCXXXVII<ref>Dalla foto pubblicata [http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Napoli/Lapide_sepolcrale_di_Giacomo_Leopardi qui]. Cfr. anche ''Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia, tomo XXX, anno IX, Luglio - Agosto - Settembre 1840, n° 82, Luglio 1840, Palermo, dalla tipografia di Filippo Solli, 1840'', [http://books.google.it/books?id=fPQBAAAAYAAJ&pg=RA2-PA63&lpg=RA2-PA63&dq=al+conte+giacomo+leopardi+recanatese+filologo+ammirato+fuori+d%27Italia&source=bl&ots=_EJf4X1AIP&sig=NsWdvOKNhn4wcVcbmH_yaEVWZi4&hl=it#v=onepage&q=al%20conte%20giacomo%20leopardi%20recanatese%20filologo%20ammirato%20fuori%20d%27Italia&f=false pag. 63] e ''Opere di Pietro Giordani, vol. XIII, Scritti editi e postumi di Pietro Giordani, vol. VI, pubblicati da Antonio Gussalli, Milano, presso Francesco Sanvito, 1858'', [http://books.google.it/books?id=X0YCAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=antonio%20ranieri&f=false pag. 248]. Riproduzione sotto forma di disegno in ''Opere di Giacomo Leopardi, edizione accresciuta, ordinata e corretta secondo l'ultimo intendimento dell'autore, da Antonio Ranieri, Firenze, Successori Le Monnier, 1889'', [http://archive.org/stream/opereleop02leopuoft#page/n11/mode/2up vol. 2].</ref>}}
<nowiki> </nowiki>In realtà fin dall'inizio il racconto del Ranieri era apparso pieno di contraddizioni e molti furono i dubbi che avvolsero quanto egli aveva dichiarato, anche perché le sue versioni furono molte e diverse a seconda dell'interlocutore, facendo sospettare che il corpo del poeta fosse finito nelle fosse comuni del [[cimitero delle Fontanelle]], destinato ai morti per colera, come attesterebbe un certificato di morte, e che Ranieri avesse inscenato un funerale a bara vuota, con la partecipazione dei suoi fratelli, di un chirurgo e di un parroco compiacente. Comunque, Ranieri continuò ad affermare che le ossa erano nell'atrio della chiesa di S. Vitale. Nel 1898, durante i lavori di restauro, un muratore ruppe inavvertitamente la cassa, danneggiata dalla troppa umidità, frantumando le ossa e provocando la perdita di parte dei resti contenuti.<ref>[http://www.gialli.it/r-i-p-ma-non-troppo R.I.P. Ma non troppo!]</ref> Il 21 luglio 1900 venne effettuata la ricognizione delle spoglie del recanatese e nella cassa, troppo piccola per contenere lo scheletro di un uomo con doppia gibbosità, vennero rinvenuti soltanto frammenti d'ossa (tra cui un femore intero, forse troppo lungo per una persona di bassa statura, e uno a pezzi), un tavola di legno (con cui gli operai avevano tentato di riparare il danno alla cassa), una scarpa e alcuni stracci, mentre nessuna traccia vi era del cranio e del resto dello scheletro. Nonostante i dubbi la questione venne ben presto chiusa<ref>Mario Picchi, ''Storie di casa Leopardi'', cit., pp. 14 e seguenti, dove si riporta anche il verbale ufficiale delle persone presenti.</ref>.
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