Flusso: differenze tra le versioni
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Gli [[astronomo|astronomi]] usano il flusso per denotare la [[magnitudine apparente|luminosità apparente]] di un corpo celeste. La [[luminosità]] apparente è definita come la quantità di energia ricevuta da una [[stella]], al di sopra dell'[[atmosfera]] [[Terra|terrestre]], in un secondo ed entro un'area unitaria. Ne consegue che la luminosità apparente è semplicemente il flusso ricevuto dalla stella.
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Il flusso misura il tasso di scorrimento dell'energia che passa ogni secondo attraverso un [[centimetro]] quadrato (o una qualsiasi area unitaria) della [[superficie]] di un oggetto. Il flusso misurato dipende dalla distanza della sorgente che irradia l'energia. Ciò accade in quanto l'energia deve distribuirsi entro un certo [[volume]] di [[spazio]] prima di raggiungerci. Supponiamo di avere un pallone immaginario che racchiuda una stella. Ogni punto sul pallone rappresenta un'unità di energia emessa dalla stella. Inizialmente, i punti in un'area di un centimetro quadrato sono assai vicini tra loro, e il flusso (energia emessa per centimetro quadrato per secondo) è alto. Dopo aver percorso una distanza ''d'', il volume e la superficie del pallone sono aumentati, facendo sì che i punti si sparpaglino allontanandosi l'uno dall'altro. Di conseguenza, il numero di punti (l'energia) contenuti in un centimetro quadrato è diminuito, come illustrato in Figura 1.
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