Wasif al-Turki: differenze tra le versioni
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'''Waṣīf al-Turkī''' ({{arabo|ﻭﺻﻴﻒ ﺍﻟﺘﺮﻛﻲ}}), ossia "Waṣīf<ref>Che significa "schiavo", o "servitore". Si veda Claudio Lo Jacono, ''Storia del mondo islamico'', p. 216.</ref>) il Turco", è stato un comandante militare [[Turcico|turco]] di spicco durante il califfato dell'[[abbaside]] [[al-Mutawakkil (Abbaside)|al-Mutawakkil]] ([[847]]-[[861]]) e dei suoi immediati successori.
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Lo si ritrova infatti intorno al suo capezzale di morte, insieme a tutti i principali collaboratori di al-Wāthiq: il [[vizir]] Ibn al-Zayyāt, al giudice supremo (''qāḍī al-qudāt'') Aḥmad b. Abī Duʾād, a [[Itakh|Ītākh]], a ʿUmar b. al-Faraj, ad Aḥmad b. Khālid Abū l-Wazīr e a [[Bugha al-Sharabi|Bughā il Giovane]] (o "al-Sharābī").
Fu grazie al suo intervento che la dignità califfale non fu offerta al figlio di al-Wāthiq, Muḥammad, ma al fratello ventiseienne del defunto, Jaʿfar, il suo ''[[laqab]]'' sarà quello di [[al-Mutawakkil (Abbaside)|al-Mutawakkil]] ʿalā Allāh (''il Confidente in Dio'').<ref>Lo Jacono, 2003, p. 220.</ref>
L'errore del nuovo califfo (assai meno remissivo di quanto i suoi "grandi elettori" non avessero inizialmente sperato) fu quello di provare ad eliminarli tutti, per recuperare quella libertà di movimento politico che gli era di fatto fortemente preclusa, chiosata dalla volontà di abbandonare Sāmarrāʾ in favore della nuova residenza di al-Jaʿfariyya (una trentina di chilometri più a nord della capitale abbaside) che lo allontanasse anche fisicamente dai pervasivi Turchi. Dopo aver fatto giustiziare con i più diversi pretesti sia Ibn al-Zayyāt sia Ītākh al-Ṭabbākh,<ref>Ossia "Il cuoco": mestiere cui era stato destinato a suo tempo dal suo padrone al-Muʿtaṣim, prima che questi si accorgesse però delle sue qualità di amministratore e militare.</ref> fu il turno di Waṣīf, i cui beni a [[Isfahan|Iṣfahān]] furono sequestrati per disposizione di al-Mutawakkil e assegnati al collaboratore e intimo amico d'infanzia del califfo, al-Fatḥ ibn Khāqān.<ref>Adottato quando aveva appena sette anni da al-Muʿtaṣim.</ref>
Un complotto fu portato perciò a termine da Bughā il Giovane e Waṣīf, concluso dall'assassinio di al-Mutawakkil e di al-Fatḥ ibn Khāqān (che cercò inutilmente di fare da scudo col suo corpo al Califfo). La successione fu garantita a [[al-Muntasir|al-Muntaṣir]] e lo stesso Waṣīf
Si apriva in quel modo il lungo distruttivo periodo dell'[[Anarchia di Samarra|Anarchia di Sāmarrāʾ]].
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