Paradiso - Canto trentunesimo: differenze tra le versioni

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== Incipit ==
{{Incipit Divina Commedia|Paradiso|31}}
 
==Riassunto==
I beati si manifestano a Dante e Beatrice sotto forma di [[Candida Rosa]] su cui, posta al centro, vi è [[Maria Vergine]].<br />Gli angeli volano intorno alla cerchia con il viso in fiamme, le ali dorate e le vesti bianchissime.<br />Gli angeli invocano cantando la [[Trinità (cristianesimo)|santissima Trinità]], pregandola di rivolgersi alla [[Terra]]. Dante rimane estasiato da quella visione e contemplando l'opera si gira per parlare a Beatrice, ma trova un vecchio barbuto. Egli gli spiega che Beatrice è tornata al suo scranno della Rosa e poi si rivela come [[San Bernardo]].<br />Il vecchio invita nuovamente Dante a guardare la Rosa e specialmente verso il mezzo dove risiede Maria, avvolta da un fascio di luce più accesa delle altre della cerchia.
 
==Temi e contenuti==
 
'''*=== La candida rosa - versi 1-24'''===
 
"In forma dunque di candida rosa
 
mi si mostrava la milizia santa
 
che nel suo sangue Cristo fece sposa;
 
ma l' altra, che volando vede e canta
 
la gloria di colui che l' innamora
 
e la bontà che la fece cotanta,
 
sì come schiera d' ape, che s' infiora
 
una fiata e una si ritorna
 
là dove suo laboro s' insapora,
 
nel gran fior discendeva, che s' adorna
 
di tante foglie, e quindi risaliva
 
là dove il suo amor sempre soggiorna".
 
I Beati, che Cristo ha redento col suo sangue, si mostrano a Dante in forma di candida rosa; gli Angeli cantano la gloria e la bontà di Dio. Come uno sciame di api che ora si posa sui fiori e ora ritorna all' alveare, dove il frutto della sua fatica si converte in miele, gli angeli scendono volando verso i Beati e quindi risalgono verso Dio.
Ci troviamo nell' Empireo, sede di Dio e degli Angeli e vera sede dei Beati i quali, come Beatrice ha spiegato nel [[Paradiso - Canto quarto|Canto Quarto]] di ''Paradiso'' (vv. 28-63), sono apparsi finora a Dante distribuiti nei diversi cieli al fine di mettere in evidenza il loro diverso grado di beatitudine, e quindi per un motivo simbolico e didascalico.
Gli angeli hanno volti di fiamma e ali d'oro mentre il resto è bianchissimo: comunicano ai beati la pace e l' ardore che hanno attinto presso Dio. Lo spazio tra i banchi dei beati e ciò che si trova al di sopra, dov'è Dio, è tutto pieno di angeli ma essi, per fitti che siano, non impediscono ai beati la vista diretta di Dio, giacché nulla può ostacolare la luce divina.
 
'''* Stupore di Dante - vv. 25-51'''
L' Empireo popolato dai Beati del Vecchio e del nuovo Testamento volge a Dio, come al suo unico fine, gli sguardi e gli animi; Dante invoca allora Dio perché guardi ''quaggiù alla nostra procella'', alle tempeste della nostra vita mortale. Se i barbari, venuti dal Settentrione, restano stupefatti al cospetto di Roma, quale non doveva essere lo stupore di chi, come Dante, era venuto dall' umano al divino, dal tempo all' eterno, dalla corrotta Firenze al popolo giusto e sano dei beati. Simile a un pellegrino che contempla le bellezze del tempio che aveva fatto voto di visitare, Dante guarda, portando i suoi occhi per i gradini della candida rosa, in alto in basso in circolo e non vede che visi che ispirano, persuadono amore (''Vedëa visi a carità süadi''), e atti dignitosi e nobili.
 
'''* San Bernardo - vv. 52-78'''
Si rinnova la situazione del Paradiso terrestre: Dante ha già contemplato ''la forma general di Paradiso'' e si rivolge verso Beatrice per chiarire alcuni dubbi ma la donna è scomparsa come aveva fatto Virgilio alla fine del Purgatorio. Al posto di Beatrice un vecchio, vestito di bianco come le genti gloriose, in atteggiamento benigno e affettuoso come si conviene a un padre amorevole. Alla richiesta di Dante (''Ov'é ella?'') il vecchio risponde che Beatrice ha mosso lui dal suo seggio perché guidi il poeta al termine del suo viaggio; ora Beatrice è tornata al suo posto, nel terzo giro a cominciare dall' alto e lassù Dante la vede coronata dai raggi divini che in lei si riflettono. E sebbene egli sia tanto lontano da lei quanto neppure il più profondo abisso del mare è lontano dalla parte più alta dell' atmosfera, lì dove si formano i tuoni, Dante può vederla perfettamente perché nell' Empireo nessuna massa fluida materiale si interpone.
 
'''* Ringraziamento a Beatrice - vv. 79-93'''
 
"O donna in cui la mia speranza vige
 
e che soffristi per la mia salute
 
in inferno lasciar le tue vestige
 
di tante cose quante io ho vedute
 
dal tuo podere e dalla tua bontade
 
riconosco la grazia e la virtude"
 
"O Donna in cui sempre vige la mia speranza - prega Dante - che ti sei degnata di scendere al Limbo per salvarmi, dalla tua potenza e dalla tua bontà riconosco la possibilità di vedere tutto ciò che ho visto. Tu dalla servitù del peccato mi hai tratto alla libertà, con tutti i mezzi in tuo potere: mantieni anche per il resto della mia vita la generosità che hai avuto e hai verso di me sì che l' anima, redenta dal peccato, esca dal corpo in stato di grazia". A queste parole Beatrice lo guarda con un sorriso, poi si volge di nuovo a Dio.
 
I Beatibeati, che Cristo ha redento col suo sangue, si mostrano a Dante in forma di candida rosa; gli Angeli cantano la gloria e la bontà di Dio. Come uno sciame di api che ora si posa sui fiori e ora ritorna all' alveare, dove il frutto della sua fatica si converte in miele, gli angeli scendono volando verso i Beatibeati e quindi risalgono verso Dio.
'''* Trionfo della Vergine - vv. 94-142'''
Ci troviamo nell' Empireo, sede di Dio e degli Angeli e vera sede dei Beatibeati i quali, come Beatrice ha spiegato nel [[Paradiso - Canto quarto|Cantocanto Quartoquarto]] didel ''Paradiso'' (vv. 28-63), sono apparsi finora a Dante distribuiti nei diversi cieli al fine di mettere in evidenza il loro diverso grado di beatitudine, e quindi per un motivo simbolico e didascalico.
Il vecchio ora esorta Dante, per compiere il suo viaggio, a percorrere con lo sguardo il giardino dei beati per fortificare la vista e sostenere la visione di Dio. Dopo avere assicurato il Poeta che la Vergine, per cui il santo arde tutto d' amore, farà loro ogni grazia, il vecchio si manifesta come [[Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo]]. Dante contempla il volto del famoso santo; simile a un pellegrino che venga da assai lontano, forse dalla Croazia, per vedere in San Pietro a Roma la Veronica, che è la sembianza di Cristo nel panno nel quale egli si asciugò il volto. Infine Bernardo lo invita a non guardare solo i gradi inferiori della Rosa ma a rivolgere lo sguardo al sommo dove siede la Regina del Cielo. Dante leva gli occhi e vede un punto del sommo grado vincere gli altri per luminosità: risplende lì la luce di Maria, con intorno più di mille angeli festanti. Una bellezza che Dante non osa tentare di descrivere nemmeno in minima parte. San Bernardo rivolge anch' egli ad essa lo sguardo, con tanto affetto che accresce nel Poeta il desiderio di contemplare la Regina del Cielo.
Gli angeli hanno volti di fiamma e ali d'oro mentre il resto è bianchissimo: comunicano ai beati la pace e l' ardore che hanno attinto presso Dio. Lo spazio tra i banchi dei beati e ciò che si trova al di sopra, dov'è Dio, è tutto pieno di angeli ma essi, per fitti che siano, non impediscono ai beati la vista diretta di Dio, giacché nulla può ostacolare la luce divina.
'''* ===Stupore di Dante - vv. 25-51'''===
L' Empireo, popolato dai Beatibeati del Vecchio e del nuovoNuovo Testamento, volge a Dio, come al suo unico fine, gli sguardi e gli animi; Dante invoca allora Dio perché guardi ''quaggiù alla nostra procella'', alle tempeste della nostra vita mortale. Se i barbari, venuti dal Settentrione, restano stupefatti al cospetto di Roma, quale non doveva essere lo stupore di chi, come Dante, era venuto dall' umano al divino, dal tempo all' eterno, dalla corrotta Firenze al popolo giusto e sano dei beati. Simile a un pellegrino che contempla le bellezze del tempio che aveva fatto voto di visitare, Dante guarda, portando i suoi occhi per i gradini della candida rosa, in alto in basso in circolo e non vede che visi che ispirano, persuadono amore (''Vedëa visi a carità süadi''), e atti dignitosi e nobili.
'''* ===San Bernardo - vv. 52-78'''===
Si rinnova la situazione del Paradiso terrestre: Dante ha già contemplato ''la forma general di Paradiso'' e si rivolge verso Beatrice per chiarire alcuni dubbi, ma la donna è scomparsa come aveva fatto Virgilio alla fine del Purgatorio. Al posto di Beatrice un vecchio, vestito di bianco come le genti gloriose, in atteggiamento benigno e affettuoso come si conviene a un padre amorevole. Alla richiesta di Dante (''Ov'éè ella?'') il vecchio risponde che Beatrice ha mosso lui dal suo seggio perché guidi il poeta al termine del suo viaggio; ora Beatrice è tornata al suo posto, nel terzo giro a cominciare dall' alto e: lassù Dante la vede coronata dai raggi divini che in lei si riflettono. E sebbene egli sia tanto lontano da lei quanto neppure il più profondo abisso del mare è lontano dalla parte più alta dell' atmosfera, dove si formano i tuoni, Dante può vederla perfettamente perché nell' Empireo nessuna massa fluida materiale si interpone.
'''* ===Ringraziamento a Beatrice - vv. 79-93'''===
"O Donna in cui sempre vigetrova forza la mia speranza - prega Dante - che ti sei degnata di scendere al Limbo per salvarmi, dalla tua potenza e dalla tua bontà riconosco la possibilità di vedere tutto ciò che ho visto. Tu dalla servitù del peccato mi hai tratto alla libertà, con tutti i mezzi in tuo potere: mantieni anche per il resto della mia vita la generosità che hai avuto e hai verso di me, sì che l' anima, redenta dal peccato, esca dal corpo in stato di grazia". A queste parole Beatrice lo guarda con un sorriso, poi si volge di nuovo a Dio.
'''* ===Trionfo della Vergine - vv. 94-142'''
Il vecchio ora esorta Dante, per compiere il suo viaggio, a percorrere con lo sguardo il giardino dei beati per fortificare la vista e sostenere la visione di Dio. Dopo avere assicurato il Poeta che la Vergine, per cui il santo arde tutto d' amore, farà loro ogni grazia, il vecchio si manifesta come [[Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo]]. Dante contempla il volto del famoso santo; simile a un pellegrino che venga da assai lontano, forse dalla Croazia, per vedere in San Pietro a Roma lail [[velo della Veronica]], che è la sembianza di Cristo nel panno nel quale egli si asciugò il volto. Infine Bernardo lo invita a non guardare solo i gradi inferiori della Rosa ma a rivolgere lo sguardo al sommo dove siede la Regina del Cielo. Dante leva gli occhi e vede un punto del sommo grado vincere gli altri per luminosità: risplende lì la luce di Maria, con intorno più di mille angeli festanti. Una bellezza che Dante non osa tentare di descrivere nemmeno in minima parte. San Bernardo rivolge anch' egli ad essa lo sguardo, con tanto affetto che accresce nel Poeta il desiderio di contemplare la Regina del Cielo.
 
== Bibliografia ==
*F.Fredi Chiappelli, commento a ''La Divina Commedia'', Mursia, Milano,1965
*D.Domenico Muggia, ''Nuove tavole dantesche'', Editrice Le Muse, Milano,1990
*Vittorio Sermonti, ''Il Paradiso di Dante'', Rizzoli, 2001
*Natalino Sapegno, Commento a ''La Divina Commedia'', Classici Ricciardi, Milano-Napoli,1965