Gino Donè Paro: differenze tra le versioni

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Nel 2003, dopo avere abitato e lavorato in [[Florida]], doppiamente vedovo e senza figli, decise di ritornare in Italia, in provincia di Venezia, dove vivevano molti suoi parenti. Si iscrisse alla Sezione [[Anpi]] di [[San Donà di Piave]] e al Circolo Italia-Cuba di Venezia. Qui ritrovò vari compagni antifascisti conosciuti durante la [[Resistenza italiana|Resistenza]] nella [[Laguna Veneziana]]. Nel frattempo erano stati ricostruiti i dettagli sulla sua movimentata vita, grazie alla ventennale ricerca giornalistica effettuata dal bolognese [[Gianfranco Ginestri]] per conto della [[Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara]] presieduta dall'editore romano [[Roberto Massari]] e anche grazie alle ricerche del cubano Arsenio Garcia Davila, storico-granmista. Queste informazioni sono state poi inserite nei faldoni dell'Archivio Storico delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR) che conserva 82 dossier sugli 82 granmisti. Il [[Festa del lavoro|Primo maggio]] [[2004]] Gino partecipò con l'amico Arsenio Garcia Davila alla grande sfilata popolare dell'Avana, durante la quale furono entrambi solennemente decorati. Al suo ritorno fu festeggiato in tutta Italia dall'[[Anpi]], dalla Fondazione Che Guevara e da numerosi circoli dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Nel [[2005]] ritornò alcune volte a Cuba, accompagnato dai co-produttori torinesi del documentario ''Cuba Libre'' a lui dedicato, che volevano ripercorrere i luoghi della sua esperienza cubana. In tale filmato (nella parte girata a Bayamo il 26 luglio 2005 durante la commemorazione degli attacchi castristi alle caserme batistiane di Santiago de Cuba e di Bayamo) si vedono Gino e Fidel, entrambi commossi, che si abbracciano e si baciano. Per Donè fu il penultimo dei suoi viaggi a Cuba (ritornò a dicembre dell'anno successivo per la commemorazione del 50º anniversario del desembarco del Granma) e per Fidel fu una delle ultime apparizioni in pubblico prima del suo malore che lo fece dimettere dagli incarichi statali. Nel [[2006]] e [[2007]] diversi giornali italiani si occuparono della storia di Gino pubblicando numerosi articoli a lui dedicati<ref>''[[Liberazione]]'' il 5 ottobre 2006, ''[[La Repubblica]]'' e ''[[L'Unità]]'' il 2 dicembre 2006, ''[[Lo Specchio]]'' il 27 gennaio 2007</ref>. Gino morì improvvisamente in una clinica di San Donà di Piave la sera del 22 marzo 2008, alla vigilia di Pasqua. Al suo funerale (avvenuto a Spinea il 27 marzo, dove fu cremato) parteciparono centinaia di amici e compagni, provenienti da tutta Italia, unitamente ad alcuni funzionari dell'Ambasciata Cubana di Roma che avevano fatto pervenire quattro grandi corone di rose rosse da parte Fidel Castro, di Raul Castro, della Ambasciata Cubana, e dei "granmisti superstiti".
 
Alcuni ricercatori storici hanno ipotizzato la possibilità che, mentre era lontano da Cuba, Doné fosse stato ingaggiato per svolgere, in giro per il mondo, compiti da agente dei servizi segreti cubani, allora diretti dal comandante Barbarossa amico di Doné (ma attualmente non esistono conferme ufficiali da parte del governo cubano).
 
In un'intervista al quotidiano ''[[Liberazione (quotidiano)|Liberazione]]'' del 5 ottobre [[2006]], Doné ha dichiarato che: