La grande bellezza: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
|||
Riga 369:
=== Incassi ===
Nella prima settimana di programmazione in Italia il film ha incassato {{formatnum:2262228}} €. L'incasso totale è stato di {{formatnum:6694548}} €<ref>[http://www.movieplayer.it/film/la-grande-bellezza_32975/incassi/ Dettagli degli incassi su MoviePlayer].</ref>. Dopo la ridistribuzione nelle sale, il film raggiunge un incasso di {{formatnum:7096059}} €.<ref>{{cita
=== Critica ===
È stato osservato che mentre la [[critica cinematografica]] internazionale ha giudicato in genere positivamente il film di Sorrentino, quella italiana si è divisa in giudizi severi:
{{Quote|Magari ''La grande bellezza'' si accontentasse di essere un brutto film. È piuttosto "un'esperienza emotiva inedita", come ha scritto [[Walter Veltroni]] sul ''Messaggero'' di ieri.<ref name= delbecchi > {{cita
o di grande apprezzamento:
{{Quote|È un film disorganico, opulento, frammentario e sfacciato, ma anche bello da ridurti in lacrime, questo omaggio alla Capitale firmato da Paolo Sorrentino.<ref>{{cita web|autore=Alessia Starace|url=http://www.movieplayer.it/film/articoli/recensione-la-grande-bellezza_10855/|titolo=Recensione La grande bellezza (2013)|accesso=3 marzo 2014|editore=Movieplayer.it}}</ref>|Alessia Starace, recensione su ''Movieplayer.it'', 21 maggio 2013}}
Contrasto di giudizi che è stato variamente interpretato,<ref>{{cita
agli stranieri (e lascia perplessi alcuni italiani)?|
{{Quote|''La grande bellezza'' sta a ''La dolce vita'' come la via Veneto di oggi sta alla via Veneto del 1959. Adesso è solo una strada di hotel di lusso dove è vano ricercare il clima notturno di un tempo: i caffè affollati di artisti e intellettuali, le scorribande di divi e fotografi, i night-club frequentati da una variegata fauna di nobili, perdigiorno e letterati.<ref>{{cita
non è all’altezza della
{{Quote|''La dolce vita'' è entrato nella storia perché fu un corto circuito tra l'immaginazione di Fellini e una Roma vera, viva, esagerata, in un certo senso già felliniana di suo. I paparazzi e i divi c'erano davvero, gli scrittori di talento che si dissipavano e lavoravano per il cinema pure [...].<ref name= delbecchi />|Nanni Delbecchi, recensione su ''[[Il Fatto Quotidiano]]'', 30 maggio 2013}}
Si rimprovera inoltre al regista una compassata freddezza e distanza dai personaggi della sua storia e dalla bellezza di Roma che è la grande protagonista incombente in tutto il film:
{{Quote|Il Fellini della Dolce vita, cui si pensa immancabilmente, aveva una pietas profonda verso i suoi personaggi, e quella compassione permetteva allo spettatore di allora come di adesso, di agire una qualche proiezione emotiva. La grande bellezza di Sorrentino è invece abissale, freddissima, distanziata, un ologramma sullo sfondo.<ref>{{cita web|autore=Dario Zonta|url=http://www.mymovies.it/film/2013/lagrandebellezza/|titolo=Un carnevale escheriano, mai realmente tragico ma solo miseramente grottesco|accesso=3 marzo 2014|editore=[[MyMovies]]}}</ref>|Dario Zonta, recensione su ''MyMovies''}}
Per altri invece proprio la rivisitazione dei temi felliniani nella visione di Sorrentino costituisce il maggior titolo di merito del film:
{{Quote|Con tutte le rughe, gli eccessi, la sovrabbondanza di scene e "finali", il difficile paragone con Fellini e quant'altro gli si voglia attribuire come difetto io da semplice appassionato spettatore dico Capolavoro Indimenticabile!! Perché davvero emozionante e sincero.<ref>{{cita
Mariarosa Mancuso su ''[[Il Foglio]]'' fa notare come nelle scene degli incontri e delle feste sulle terrazze romane non sia stato incluso nessun personaggio che abbia a che fare con la politica,<ref>{{cita web|autore=Mariarosa Mancuso|url=http://www.ilfoglio.it/cinemamancuso/893|titolo=La grande bellezza|data=25 maggio 2013|accesso=4 marzo 2014|editore=
«[Nel film di Scola] la politica e cultura erano già un pretesto di vite intaccate da indifferenza e corruzione.»<ref>[[Natalia Aspesi]], ''La Repubblica'', 21 maggio 2013.</ref>
|