Renzo De Felice: differenze tra le versioni
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molto banalmente *risulta* che fu schedato dal fatto che... è stata materialmente trovata la scheda! Simoncelli comunque è uno storico |
→La vita e la carriera accademica: scriviamolo in modo ancora più oggettivo |
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Alla vigilia delle [[elezioni politiche italiane del 1976|elezioni politiche del 1976]] firmò insieme ad altri cinquanta intellettuali un manifesto pubblicato da ''[[Il Giornale]]'' di [[Indro Montanelli]], nel quale si invitavano gli elettori a votare «dal [[Partito Liberale Italiano|PLI]] al PSI», criticando come «moda del giorno» le dichiarazioni di voto di molti intellettuali per il PCI, allora in costante ascesa tanto da far apparire probabile il "sorpasso" sulla [[Democrazia Cristiana]] come primo partito. Intervistato sulla sua adesione, De Felice spiegò di avere l'impressione che tanti intellettuali «votino comunista nel timore di perdere la qualifica di uomini di cultura. Noi, al contrario, non crediamo che la cultura "liberale", della quale siamo partecipi, abbia come logico sviluppo la scelta comunista. È proprio una scelta opposta»<ref>{{cita news|Lamberto Fumo||Renzo De Felice: appello a non votare per il PCI|La Stampa|3 giugno 1976}}</ref>.
Durante il novembre 1977 partecipò a Roma a un'udienza del Tribunale internazionale Sacharov, dal nome del dissidente sovietico [[Andrej Dmitrievič Sacharov]], sulle violazioni dei diritti umani nell'URSS e nell'Europa orientale comunista.
Ha fatto parte del consiglio editoriale del ''Journal of Contemporary History''.
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