Italiani: differenze tra le versioni

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[[File:Giulio-cesare-enhanced 1-800x1450.jpg|thumb|right|Busto di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]]]]
Nel [[II secolo a.C.]] il processo di [[romanizzazione (storia)|romanizzazione]], iniziato fin dal [[III secolo a.C.]] (e, in alcune zone, come la [[Campania]], ancor prima) subì un'improvvisa accelerazione, acquisendo in Italia delle connotazioni specifiche che l'avrebbero marcata per sempre. Fra queste si segnalano:
* la profonda urbanizzazione, che interessò tutto il territorio italiano e che va visto come «...un connotato unificante dell'Italia destinato a restare tale fino ai giorni nostri...»<ref name=loggia>Cit. da {{cita|Ernesto Galli Della Loggia,|p. ''L'identità italiana'', Bologna, Il Mulino, 1998, p39}}.</ref>,
* lo sviluppo di una cultura rurale comune, determinato dal carattere agrario, oltreché urbano, della civiltà romana e che stimolò la centuriazione delle terre destinate ai veterani e la nascita di una fitta rete di piazze e di mercati agricoli,
* la diffusione della lingua latina che, pur se ebbe luogo anche in altre parti del mondo romano, rivestì per l'Italia un'importanza, allora e in seguito, difficilmente immaginabile oggigiorno. «L'italiano...», scrive [[Ernesto Galli Della Loggia]], «non è certo l'unica lingua romanza, ma è quella che con il latino intrattiene un rapporto culturalmente più intenso in ragione del rapporto forte fra la cultura italiana e il retaggio classico»<ref>Ernesto Galliname=loggia Della Loggia, ''op. cit.'', p. 39</ref>,
* la progressiva adozione del diritto romano da parte di tutte le popolazioni stanziate in Italia,
* l'uso generalizzato della monetazione romana, anche se talvolta affiancata da quella locale,
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In epoca dioclezianea i privilegi di cui avevano goduto gli italici vennero meno. Nella riorganizzazione imperiale in [[diocesi]], l'Italia, cui vennero unite la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, mantenne la propria unità territoriale (Diocesi d'Italia o ''Italiciana''), ma fu equiparata in tutto e per tutto alle altre regioni dell'Impero sia sotto il profilo militare che amministrativo e fiscale. Successivamente, nel corso del [[IV secolo]], pur se interamente compresa nella Prefettura di appartenenza ([[Prefettura d'Italia]]), fu suddivisa in due subdiocesi: l<nowiki>'</nowiki>''Italia Annonaria'', e l<nowiki>'</nowiki>''Italia Suburbicaria''.
 
Nel [[IV secolo]] secolo, grazie anche all'appoggio di alcuni imperatori (primo fra tutti [[Costantino I]]) e a una legislazione favorevole, il processo di cristianizzazione dell'Italia divenne irreversibilieirreversibile. Roma, non più capitale dell'Impero, si impose tuttavia con il suo indiscusso prestigio come il massimo centro religioso d'Italia e d'Occidente e tale rimase per tutto il Medioevo. È importante segnalare che se l'eredità romana raccolta dalla Chiesa «...ha grandemente contribuito a dare profondità culturale, capacità organizzativa e prestigio istituzionale alla religione di Cristo...»<ref>Cit. da {{cita|Ernesto Galli Della Loggia, ''op. cit.'', |p. 44}}.</ref>, il cristianesimo di Roma ha assicurato la sopravvivenza di tanta parte della cultura romana e latina, marcando per sempre la civiltà italiana. Il cristianesimo nella sua versione "romana" divenne infatti, fin da allora, uno dei segni di identità più evidenti del popolo italiano e un forte elemento differenziatore fra gli italici e le popolazioni [[Barbari|barbare]] ([[Arianesimo|ariane]]) che nel [[V secolo a.C.|V]] e [[VI secolo]] invasero la penisola.
 
=== Gli italiani divisi ===
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Sia i Longobardi che i Bizantini furono infatti incapaci di costruire in Italia un embrione di nazionalità, come era accaduto in [[Gallia]] a opera dei [[Franchi]]. Nell'Italia longobarda si produsse anzi una vera e propria frattura di civiltà dovuta in particolare a:
* l'annientamento quasi totale della vecchia classe dirigente romana di origine aristocratica, ancora potente e rispettata in età ostrogota (basti pensare a [[Boezio]], [[Cassiodoro]] e alla famiglia dei [[Symmachi]])<ref>AA.VV. (a cura di [[Ruggiero Romano]] e [[Corrado Vivanti]]),{{cita|Storia d''op. cit.''Italia, 1989|p. 879}}.</ref>;
* la profonda decadenza della vita cittadina, che, iniziata nel corso della guerra gotico-bizantina si accentuò fin dai primi anni dell'invasione longobarda con «la fuga delle popolazioni all'avanzare della ''nefandissima langobardorum gens''<ref>AA.VV. (a cura di [[Ruggiero Romano]] e [[Corrado Vivanti]]),{{cita|Storia d''op. cit.''Italia, 1989|p. 880}}.</ref>;
* la divisione pressoché totale fra germanici e italici ancora molto forte agli inizi dell'[[VIII secolo]]<ref>AA.VV. (a cura di [[Ruggiero Romano]] e [[Corrado Vivanti]]),{{cita|Storia d''op. cit.''Italia, 1989|p. 881}}.</ref> e determinata non solo da una legislazione che per lungo tempo impedì i matrimoni misti, ma anche e soprattutto dall'estraneità degli invasori ai valori civili del mondo romano<ref>AA.VV.{{cita|Storia (a cura di [[Ruggiero Romano]] e [[Corrado Vivanti]]), ''op. cit.'d'Italia, 1989|pp. 879-880}}.</ref>.
 
Ogni tentativo dei Longobardi di costruire una entità statuale unica era comunque destinato a fallire non solo per le ragioni indicate, ma anche per la resistenza bizantina e per l'opposizione del [[papato]], che per difendere l'autonomia della [[Santa Sede]], non sufficientemente garantita dall'Impero romano-orientale di cui di cui faceva ancora parte, chiamò in proprio soccorso il re franco [[Carlo Magno]], che sconfisse i Longobardi ponendo fine al loro regno ([[774]]) e sostituendosi ad essi (solo il [[ducato di Benevento|Ducato longobardo di Benevento]] conservò la propria autonomia). Diverso destino toccò invece all'Italia bizantina, che dopo una serie di drastici ridimensionamenti sopravvisse fino alla fine dell'[[XI secolo]]. Bisogna notare che né i Longobardi (germanofoni) né i Franchi (anch'essi germanofoni), né i Romano-orientali (ellenofoni) riuscirono ad imporre le proprie lingue alle popolazioni da essi governate: i Longobardi in particolare finirono con l'adottare il latino (che oltretutto era sempre stata l'unica lingua scritta del proprio regno) e arricchirono la toponomastica italiana di un certo numero di termini germanici. Anche i Franchi lasciarono tracce nella toponomastica, ma importarono in Italia alcune loro istituzioni politiche e militari destinate a sopravvivere per lungo tempo. Ancora più consistenti furono tuttavia gli apporti romano-orientali, nell'architettura, nelle arti e soprattutto nel diritto (la raccolta di leggi romane del ''corpus iuris civilis'' giustinianeo, redatta quasi interamente in latino a [[Costantinopoli]], ha costituito la base del diritto delle popolazioni italiche, poi italiane, fino ai giorni nostri).
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* {{Cita libro |autore = [[Giuseppe Baretti]] |titolo = An Account of the Manners and Customs of Italy |anno = 1768}}
* {{Cita libro |autore = [[Giacomo Devoto]] |titolo = Gli antichi Italici |città = Firenze |editore = [[Attilio Vallecchi|Vallecchi]] |anno = 1977}}
* {{Cita libro |autore = [[Ernesto Galli Della Loggia]] |titolo = L'identità italiana |città = Bologna |editore = [[il Mulino|Il Mulino]] |anno = 1998 |isbn = 978-88-15-13974-0 |cid = Ernesto Galli Della Loggia}}
* {{Cita libro |autore = Umberto Cerroni |titolo = Precocità e ritardo nell'identità italiana |città = Roma |editore = [[Meltemi Editore|Meltemi]] |anno = 2000 |isbn = 978-88-8353-025-8}}
* {{Cita libro |autore = Umberto Cerroni |titolo = L'identità civile degli italiani |edizione = 2 |città = Lecce |editore = [[Pietro Manni]] |anno = 1996 |isbn = |cid = Umberto Cerroni}}