Corvus corax: differenze tra le versioni

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* ''C. c. tingitanus''
* ''C. c. varius''
|adtemplate=[[File:Corvus corax map.jpg|250px|thumb|[[Areale]]]]
}}
 
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In seguito a varie revisioni tassonomiche, basate su criteri genetici, numerose sottospecie sono state soppresse ed accorpate fra loro, in quanto considerabili piuttosto come varianti regionali di un unico tipo fondamentale. Attualmente, vengono riconosciute dalla maggior parte degli autori undici [[sottospecie]] di corvo imperiale:<ref name = "IOC" />
[[File:3782 Common Raven in flight.jpg|thumb|right|150pxupright=0.7|''Corvus corax principalis'' in volo sulla [[California]] settentrionale.]]
* ''C. c. canariensis'' <span style="font-variant: small-caps">[[Ernst Hartert|Hartert]] & [[Otto Kleinschmidt|Kleinschmidt, O.]]</span>, 1901 - [[Spagna]] ([[Isole Canarie]])
* ''C. c. clarionensis'' <span style="font-variant: small-caps">[[Lionel Walter Rothschild|Rothschild]] & Hartert</span>, 1902 - [[Stati Uniti d'America|USA]] sud-occidentali e [[Messico]] nord-occidentale
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* ''C. c. tibetanus'' <span style="font-variant: small-caps">[[Brian Houghton Hodgson|Hodgson]]</span>, 1849 - [[Asia centrale]] - È la sottospecie di maggiori dimensioni: presenta inoltre piumaggio assai lucente, con sfumature grigiastre alla base del collo, e barbe golari molto pronunciate, anche se il becco non è così grande in proporzione al corpo come nella sottospecie ''principalis''.
* ''C. c. tingitanus'' <span style="font-variant: small-caps">[[Howard Irby|Irby]]</span>, 1874 - [[Nordafrica]] - È la sottospecie di minori dimensioni, con barbe golari appena accennate e piumaggio dall'aspetto unto, con sfumature brune su testa e corpo che divengono più evidenti in età avanzata. Il becco è corto ma robusto, con margine superiore arcuato.
[[File:Krummi 1.jpg|thumb|right|150pxupright=0.7|''Corvus corax varius'' fotografato in [[Islanda]]: in questo esemplare le penne caudali appaiono danneggiate.]]
* ''C. c. varius'' <span style="font-variant: small-caps">[[Morten Thrane Brünnich|Brünnich]]</span>, 1764 - [[Islanda]] e [[Danimarca]] ([[Isole Fær Øer]]) - Di taglia maggiore rispetto alla sottospecie nominale, ma minore rispetto alla sottospecie ''principalis'', presenta piumaggio meno lucente rispetto a queste ultime ed un caratteristico anello di piume biancastre attorno alla base del becco. Diffusa in [[Islanda]], mentre nelle [[isole Faroer]] era diffusa una [[polimorfismo (biologia)|variante geografica]] di questo animale, il [[corvo pezzato]], attualmente [[estinzione|estinta]]<ref>{{cita|Droste|pp. 107–118}}.</ref>.
 
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== Descrizione ==
=== Dimensioni ===
[[File:Raven Cypress Provincial Park 2.JPG|thumb|right|200px|Un grosso corvo in posizione di allerta.]]
Il corvo imperiale è uno dei più grandi [[Passeriformi]] viventi: pur non essendo il rappresentante di maggiori dimensioni in assoluto dell'ordine (viene infatti superato dagli [[Menuridae|uccelli lira]] e dal congenere ''[[Corvus crassirostris]]'', il quale, sebbene abbia dimensioni medie leggermente maggiori, risulti più piccolo di alcuni esemplari di corvo imperiale particolarmente grandi), raggiunge comunque dimensioni ragguardevoli, che spaziano fra i 56 ed i 69&nbsp;cm di lunghezza, per un'apertura alare che può sfiorare il metro e trenta.
[[File:Corvus corax - Northern Raven - XC110257.ogg|left|thumb|voce]]
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=== Aspetto ===
[[File:Kolkrabe-im-Gleitflug.jpg|thumb|left|200px|Un corvo imperiale in volo lascia ben notare le ali digitate ed il profilo cuneiforme della coda.]]
Il corvo imperiale presenta corpo robusto con zampe piuttosto lunghe e dotate di forti artigli ricurvi. La coda è squadrata, ma nella sua parte distale assume una caratteristica forma a cuneo, utile per identificare la specie: le ali sono digitate e piuttosto larghe.
 
La testa è il carattere morfologico che maggiormente distingue questa specie dalle altre della famiglia dei [[Corvidi]]: essa si presenta infatti allungata, con occhi di colore bruno scuro ed un forte becco. Quest'ultimo è piuttosto lungo e leggermente incurvato sul margine superiore, con un abbozzo di uncino in punta: il becco appare però più corto a causa delle piume setolose che ne ricoprono la parte prossimale, oltrepassando il margine di attacco del becco ed andando a formare un anello alla sua base, estendendosi fin quasi al mento sulla [[mandibola]].
 
[[File:Corvus corax (NPS).jpg|thumb|right|200px|Un corvo imperiale con le barbe golari ben erette.]]
Il piumaggio, folto e serrato, è completamente nero, lucido e con riflessi metallici di colore blu-acciaio che appaiono qualora lo si osservi alla luce del sole: a seconda della sottospecie, possono o meno essere presenti sfumature brune su petto e collo, oppure piume biancastre disposte ad anello attorno alla base del becco. Sulla gola, in corrispondenza del gozzo, sono presenti delle particolari piume lanceolate ed erettili, dette ''barbe'', che l'animale utilizza per comunicare il proprio stato d'animo. Le zampe sono nude dal [[Tarso (scheletro)|tarso]] in giù, dove si presentano ruvide al tatto e ricoperte sulla loro parte anteriore da un'unica fila di scaglie rettangolari: come anche tutte le altre parti nude del corpo sono nerastre, talvolta con sfumature di colore carnicino in prossimità dell'attaccatura delle unghie. Queste ultime sono forti ed a forma di uncino, anch'esse di colore nero lucido. Le dita sono quattro, tre rivolte in avanti ed una rivolta all'indietro, assicurando all'animale una salda presa sugli appigli ed un buon equilibrio al suolo. L'interno della bocca è di colore rosato o rosso vivo, con lingua appuntita e ruvida di colore rossiccio.
 
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Il corvo imperiale è un animale tendenzialmente stanziale: gli individui giovani possono compiere spostamenti di una certa entità (200&nbsp;km ed oltre) alla ricerca di nuovi ambienti dove stabilire il proprio territorio<ref>{{cita|Goodwin|p. 139}}</ref>, mentre le popolazioni residenti nelle aree meno ospitali dell'areale di questa specie possono compiere piccole migrazioni stagionali in caso di stagioni particolarmente inclementi dal punto di vista climatico, come estati particolarmente torride od inverni particolarmente rigidi<ref>{{cita|Salomonsen}}</ref>.
 
[[File:Raven croak.jpg|right|200px|thumb|left|Un corvo intento a gracchiare.]]
I corvi imperiali comunicano fra loro mediante una vasta e complessa gamma di suoni: finora le vocalizzazioni di questi animali sono state classificate in una serie di categorie che varia a seconda dei pareri da 15 a 34, la maggior parte delle quali ha la funzione di comunicare coi conspecifici<ref>{{cita|Gwinner (1964)|pp. 657–748}}</ref>. Oltre ai suoni effettivamente prodotti con emissione di aria, i corvi imperiali comunicano anche sbattendo rumorosamente le ali od il becco, azione quest'ultima maggiormente osservata nelle femmine rispetto ai maschi. La postura del corpo è invece indicativa di sottomissione (quando orizzontale) o dominanza (quando verticale) nei confronti di altri esemplari, oppure di richieste di ''[[grooming]]'' nei confronti del coniuge.
 
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=== Alimentazione ===
[[File:Common Raven Nationalpark Bayerischer Wald 01.jpg|thumb|right|200px|Un corvo imperiale dilania la preda col forte becco.]]
I corvi imperiali sono animali [[onnivori]] ed assai opportunisti: la loro dieta comprende tutto ciò che di commestibile l'animale riesce a trovare, pertanto può variare anche in maniera piuttosto marcata a seconda della latitudine, della stagione e della disponibilità locale di cibo<ref>{{cita|Nogales, Hernández|pp. 382–391}}</ref>. Ad esempio, i corvi residenti nella [[tundra]] dell'[[Alaska]] sono principalmente [[carnivoro|carnivori]] che predano attivamente le [[Microtus|arvicole]] locali oppure si nutrono delle carcasse di [[caribù]] e [[Lagopus muta|pernice bianca]]<ref>{{cita|Temple|pp. 41–46}}</ref>, mentre in altre zone essi possono comportarsi prevalentemente da spazzini, nutrendosi di carcasse e delle larve d'[[insetti]] ad esse associate<ref>{{cita|Nelson|pp. 10–15}}</ref>. Qualora possibile, la dieta del corvo imperiale è composta anche da una certa quantità di materiale di origine vegetale, come frutti, bacche e granaglie<ref>{{cita|Engel, Young|pp. 372–378}}</ref>. Per individuare il cibo, il corvo imperiale si serve principalmente della vista e solo in secondo luogo degli altri sensi.
 
[[File:Common raves landfill.jpg|left|thumb|250px|Corvi imperiali in una [[discarica]].]]
Il corvo imperiale è una delle poche specie di corvidi che preda attivamente altri animali, non comportandosi quindi solo da semplice spazzino: oltre ad [[insetti]] ed altri [[invertebrati]], esso si nutre infatti anche di [[anfibi]], [[rettili]], piccoli [[mammiferi]], [[uccelli]] (anche di dimensioni paragonabili alle sue) e delle loro uova<ref>{{cita|Heinrich (2002)}}</ref>. In caso di necessità, esso non disdegna di rovistare nelle [[feci]] alla ricerca di insetti [[coprofagia|coprofagi]] e porzioni non digerite di cibo mentre nelle aree scarsamente antropizzate od in quelle dove non viene perseguitato esso frequenta le discariche, dove trova cibo a volontà e spesso si stabilisce in via definitiva, addirittura nidificandovi<ref>{{cita|Kristan, Boarman, Crayon|pp. 244–253}}</ref>.
 
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I corvi imperiali sono animali rigidamente [[monogamia|monogami]]: le coppie si formano in giovane età e si sciolgono solo con la morte di uno dei due coniugi, anche se occasionalmente possono essere osservati episodi di infedeltà, con le femmine che ricevono altri maschi nel nido mentre i maschi non sono presenti<ref>{{cita|Heinrich (1999)|pp. 119-120}}</ref>. La scelta del ''partner'' avviene in base alle doti di intelligenza ed abilità nel procacciarsi il cibo mostrate dall'animale, piuttosto che in base a prove di forza.
 
[[File:Ravens nest Lastef.jpg|240px|left|thumb|Un nido di corvo imperiale con due giovani in [[Islanda]].]]
Una volta formatasi la coppia, i due componenti si stabiliscono in un territorio e danno il via alla costruzione del nido: quest'ultimo, solitamente posto in luoghi poco accessibili (scarpate rocciose, cime di alberi molto alti, edifici abbandonati da tempo), consiste in una grossa coppa larga fino a un metro e profonda una trentina di centimetri, formata da una grossolana impalcatura di rami foderata all'interno con rametti più sottili, fango e materiale morbido come pelo, piume e [[licheni]]. La coppia tende ad utilizzare sempre il medesimo nido per allevare la prole, a meno che non accada qualche evento che ne spinga i componenti ad abbandonarlo in cerca di altri siti meno accessibili: ogni anno esso viene rimaneggiato con l'aggiunta di nuovi rametti, sicché i vecchi nidi raggiungono dimensioni abbastanza imponenti.
 
A partire da febbraio comincia il periodo riproduttivo, che tuttavia avrà il suo culmine solo a partire dal mese di marzo (ancora più tardi in aree particolarmente fredde, mentre in [[Pakistan]] la deposizione delle uova avverrebbe addirittura in dicembre<ref>{{Cita web|lingua=en|autore= Denis Lepage|url= http://www.bsc-eoc.org/avibase/avibase.jsp?region=pk&pg=checklist&list=clements|titolo= Checklist of birds of Pakistan|opera= Bird Checklists of the World|editore= [[Avibase]]|accesso=5 gennaio 2010}}</ref><ref>{{cita|Mirza|p. 366}}</ref>). Le coppie cominciano ad eseguire i caratteristici voli nuziali durante i quali i due coniugi raggiungono grandi altezze per poi gettarsi velocemente verso il basso, capovolgendosi durante la picchiata, ed infine risalire in quota con volo spiralato: durante tutta l'operazione, ambedue i sessi emettono un verso che suona come ''k-long k-long''. Al termine di questi voli, appartatisi nei pressi del nido, il maschio si impone alla femmina in posizione di dominanza, ritto sulle zampe e col piumaggio arruffato, mentre quest'ultima si pone in posizione subordinata, tenendo il corpo orizzontale e la testa abbassata: a questo punto il maschio si inchina spasmodicamente davanti alla consorte, tenendo le ali pendule ed arruffando le piume del capo, mentre la membrana nittitante bianca dell'occhio viene alzata ed abbassata. Se la femmina è ricettiva, allora imita la postura del maschio, tenendo la coda piegata lateralmente: è a questo punto che ha luogo l'[[accoppiamento (zoologia)|accoppiamento]].
 
[[File:Corvus corax tingitanus MHNT 232 HdB Djebel Messaad Algerie.jpg|thumb|right|200px|Uova di corvo.]]
Le uova, in numero variabile da tre a sette, vengono deposte a intervalli di 24-48 ore: esse hanno colorazione verde-bluastra, con maculature di grigio e di bruno, ed in proporzione alla mole dell'adulto appaiono straordinariamente piccole. La femmina le cova per le tre settimane necessarie all'incubazione, durante le quali non si alza mai dal nido e viene nutrita dal maschio con cibo rigurgitato<ref>{{cita|Gwinner (1965)|pp. 145–178}}</ref>. Durante la cova delle uova, i corvi imperiali divengono ancora più circospetti del solito: prima di avvicinarsi al nido, il maschio si pone a una certa distanza per accertarsi che non vi siano estranei nei dintorni, e solo dopo aver scrutato per bene il territorio si azzarda a raggiungere la consorte. Allo stesso modo, per allontanarsi senza essere visto, l'animale si muove verticalmente verso il basso, per poi riprendere quota in un punto lontano dal nido, depistando eventuali malintenzionati. Qualora tuttavia qualche predatore (come i grossi [[rapaci]], sia diurni che notturni, oppure qualche [[canide]] o [[mustelide]]) scopra ugualmente l'ubicazione del nido e tenti di trafugarne le uova od i nidiacei, spesso viene messo in fuga dall'azione congiunta dei due genitori infuriati, che possono attaccare direttamente l'intruso a colpi di becco, oppure bersagliarlo con pietre che lasciano cadere dall'alto<ref>{{cita|Janes|p. 409}}</ref>. Possono essere aggrediti anche animali predatori che si avvicinino al nido anche solo casualmente.
 
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La maturità sessuale viene raggiunta da ambo i sessi attorno ai tre anni d'età, anche se comportamenti accostabili ad atti di [[corteggiamento]] sono osservabili già a partire dal secondo anno di vita, specialmente nei mesi autunnali ed invernali: raramente però le femmine depongono le uova prima di aver compiuto i 4 anni.
 
[[File:Corvus corax jouveniles.jpeg|thumb|left|230px|Due giovani corvi imperiali.]]
I giovani corvi imperiali, assai simili agli adulti, anche se di minori dimensioni e dagli occhi di colore grigio-bluastro anziché bruno<ref>{{cita|Goodwin|p. 138}}</ref>, si riuniscono in gruppetti composti mediamente da una quindicina d'individui: essi sono estremamente curiosi e mostrano interesse per qualsiasi novità venga loro proposta (in particolare per gli oggetti tondi e luccicanti), curiosità che tuttavia perderanno gradualmente con l'età adulta, al punto di diventare spiccatamente [[neofobia|neofobici]] durante la vecchiaia<ref>Kijne M & Kotrschal K (2002) "Neophobia affects choice of food-item size in group-foraging common ravens (''Corvus corax'')". ''Acta ethologica'' '''5'''(1): 13-18</ref>. I giovani sono inoltre soliti mostrare comportamenti fini a sé stessi, identificabili con il [[gioco]]: ad esempio, sono stati osservati dei giovani scivolare sulla neve per puro divertimento<ref>{{en}}[http://wwwsoc.nii.ac.jp/osj/japanese/katsudo/Journal_E/ornsci1_1pdfs/os010207.pdf Osservazioni di giovani corvi imperiali intenti a giocare sulla neve sull'isola di Hokkaido (Giappone)]</ref>, oppure servirsi di [[Vulpes|volpi]] o [[Canis familiaris|cani]] affamati come ignari compagni per l'[[acchiapparella]]<ref>{{cita|Savage|pp. 70-71}}</ref>. Anche in età adulta, i corvi mostrano comportamenti interpretabili come forme di gioco: un esempio sono i voli acrobatici, che parrebbero non avere alcun altro scopo se non quello di procurare divertimento all'animale<ref>{{cita|Savage|p. 76}}</ref>.
 
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== Rapporti con l'uomo ==
[[File:Corvus corax ca.jpg|thumb|right|250px|Un corvo imperiale in ambiente rurale: i corvi, sebbene tendano ad evitare le aree antropizzate, possono tranquillamente coabitare con l'uomo.]]
Sebbene in alcune parti del proprio areale sia stato registrato un declino delle popolazioni, dovuto alla perdita dell'''[[habitat]]'' naturale e in alcuni casi anche alla persecuzione diretta da parte dell'uomo, il corvo imperiale risulta un animale assai comune nel proprio areale, sebbene piuttosto difficile da avvistare ed osservare, a causa della sua naturale riservatezza: in alcune aree, come ad esempio il [[deserto del Mojave]], la specie ha addirittura prolificato in maniera tale da risultare nociva, poiché danneggia i raccolti nutrendosi di frutti e granaglie, mentre pare abbastanza difficile che i corvi imperiali siano in grado di sopraffare [[Ovis aries|agnelli]], [[Capra hircus|capretti]] e [[Bos taurus|vitelli]] sani, come lamentato dagli allevatori<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Larsen |nome=Kenneth H. |coautori=John H. Dietrich |anno=1970 |mese=gennaio|titolo=Reduction of a raven population on lambing grounds with DRC-1339 |rivista=Journal of Wildlife Management |volume=34 |numero=1 |pagine=200–204 |doi=10.2307/3799509}}</ref>: probabilmente le supposizioni di attacchi ai giovani animali si basano su osservazioni di corvi imperiali intenti a banchettare con carcasse di animali morti per altre cause oppure poco vitali alla nascita, ai quali perciò essi si sono limitati a dare il colpo di grazia<ref>{{Cita pubblicazione| publication-date =May 6, 2005 | titolo =Sheep and Goats Death Loss | editore =[[National Agricultural Statistics Service]] | url =http://usda.mannlib.cornell.edu/MannUsda/viewDocumentInfo.do?documentID=1628 | accesso=27 dicembre 2007}}</ref>.<br />
Le crescite esplosive della popolazione di corvi sono solitamente avvenute in zone precedentemente aride nelle quali è avvenuto l'insediamento dell'uomo, con conseguente realizzazione di pozzi e discariche, ossia fonti permanenti di cibo ed acqua per i corvi, i quali si sono moltiplicati (spesso a discapito di altre specie autoctone, da essi predate<ref>{{Cita web|url=http://www.usgs.gov/newsroom/article.asp?ID=160|titolo=Scientists Estimate Risk of Raven Predation on Desert Tortoises in the Western Mojave Desert|accesso=11 maggio 2007|autore=U.S. Geological Survey}}</ref><ref>{{Cita web | autore = Minerals Management Service, Alaska | titolo = Foraging Ecology of Common Ravens (''Corvus corax'') on Alaska's Coastal Plain (AK-93-48-51) | editore = Minerals Management Service | anno = 2007 | url = http://www.mms.gov/alaska/ess/ongoing_studies/biology/Gleason%20-%207B.pdf | accesso=24 maggio 2007|formato=PDF}}</ref>).<br />
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L'abitudine dei corvi imperiali di nutrirsi di carcasse di animali (ma anche di cadaveri) ha fatto sì che nella maggior parte delle culture questo animale abbia assunto la funzione mitologica di tramite fra il mondo terreno e quello spirituale, oppure quella di [[psicopompo]] (traghettatore delle anime verso l'aldilà): a causa del suo piumaggio nero e del suo verso inquietante, inoltre, per alcune culture il corvo è stato associato alla morte ed alla sfortuna. Tuttavia, non sempre è così, anzi vi sono non poche culture nelle quali il corvo imperiale assume connotati del tutto opposti a quelli attualmente attribuitigli dalla cultura occidentale<ref>[http://www.esopedia.it/index.php?title=Corvo Scheda sul corvo su EsoPedia]</ref>.
 
[[File:Bill Reid raven.jpg|thumb|200px|left|''Il corvo ed il primo uomo'', scultura raffigurante una parte del mito della Creazione dei nativi [[Haida]].]]
Ad esempio, il corvo è un animale [[totem]]ico molto importante per i [[Nativi americani#Costa nordoccidentale|nativi americani della costa pacifica]]: in queste culture esso assume il doppio ruolo di [[demiurgo]] e di [[trickster]], in quanto se da una parte esso crea il mondo, dall'altra ruba ogni giorno il sole, rilasciandolo al mattino successivo. Simili abilità gli vengono attribuite anche dai popoli dell'[[Asia]] nord-orientale<ref>W. Bogoras. (1902) The Folklore of Northeastern Asia, as Compared with That of Northwestern America. American Anthropologist, 4:4, pagg. 577-683.</ref>: ad esempio, il dio corvo [[Kutkh]] viene ritenuto il creatore della penisola della [[Kamchatka]]<ref>D.D. Worth (1961). ''Kamchadal Texts Collected by W. Jochelson'', 's-Gravenhage, Mouton.</ref>.<br />
Anche gli [[Eschimesi]] attribuiscono al corvo il ruolo di creatore dell'uomo, operazione questa eseguita dall'animale a partire da un baccello di [[pisello]]<ref>Wood, Sibbick: ''Geister und Helden der Indianer'', Tesloff-Verlag 1982, ISBN 3-7886-0063-2 [http://www.sagen.at/texte/maerchen/maerchen_eskimos/schoepfung.html www.sagen.at]</ref>.
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Nella [[mitologia cinese]], un corvo dorato a tre zampe ({{lang|zh-cp|金烏/金乌}}) rappresenta il [[sole]]: secondo il ''[[folklore]]'', originariamente esistevano dieci di questi animali, che vivevano appollaiati su di un [[Morus (botanica)|gelso]] nel mare dell'est, ed ogni giorno uno di essi veniva scelto per viaggiare intorno al mondo su di un [[Carro (trasporto)|carro]] guidato dalla dea [[Xihe]], considerata la "madre del sole"<ref>{{Cita libro|titolo=''Animal motifs in Asian art: an illustrated guide to their meanings and aesthetics''|autore=Katherine M. Ball |editore=Courier Dover Publications|anno=2004|ISBN=ISBN 0486433382, 9780486433387|url=http://www.google.ca/books?id=LqBHRAoO0qQC&pg=PA31&dq=three-legged+bird+sunbird#PPA31,M1|pagine=241}}</ref>. Intorno al 2170 a.C., tutti i dieci uccelli del sole partirono per il viaggio intorno al mondo nello stesso giorno, rischiando così di incendiare la [[Terra]]; l'[[arciere]] [[Houyi]] li abbatté tutti tranne uno, il quale da quel giorno è costretto a girare costantemente attorno al mondo.
 
[[File:Emperor Jimmu.jpg|thumb|right|150pxupright=0.7|L'imperatore Jimmu con Yagatarasu, corvo sacro nella mitologia giapponese.]]
Nella [[mitologia giapponese]] Yatagarasu ({{lang|ja|八咫烏}}) è un corvo di proprietà della dea del sole [[Amaterasu]], che funge da messaggero fra essa e gli uomini. Yatagarasu compare in numerosi [[Kojiki]] ({{lang|ja|古事記}}), in cui si narra, fra l'altro, che abbia combattuto e ucciso una bestia intenzionata a divorare il sole, e che sia altresì il protettore dell'[[imperatore]] [[Jimmu]], avendolo aiutato a fuggire da un bosco circondato da nemici<ref>Ponsonby-Fane, ''Studies in Shinto and Shrines,'' pagg. 143-152, 1962</ref>.
 
Nella [[Mitologia greca]], il corvo, inizialmente di colore bianco candido, venne scelto come uccello simbolo del dio [[Apollo]], il quale tuttavia lo punì per avergli riferito, anche se in buona fede, una cattiva notizia, vale a dire il tradimento con il mortale [[Ischi]] da parte della sua amante [[Coronide]], anch'essa mortale: la punizione consistette nell'annerimento istantaneo del piumaggio del corvo, caratteristica questa che sarebbe stata trasmessa anche alla progenie<ref>Ovidio: Metamorfosi, II, pagg. 531–632</ref>. Probabilmente da questa leggenda è derivata la concezione del corvo come uccello del malaugurio. Secondo versioni successive del mito il corvo, infuriato con Apollo ma non in grado di fronteggiarlo, si rifugiò nell'Oltretomba, dove Ade, il dio dei morti e delle tenebre, lo prese come sua spia e messaggero.
 
[[File:Odin hrafnar.jpg|thumb|left|230px|[[Odino]] coi due corvi [[Huginn e Muninn]].]]
Anche nella [[mitologia norrena]] il corvo aveva un ruolo di spicco: [[Huginn e Muninn]] sono i due corvi del dio [[Odino]], il quale ogni mattina li manda per il mondo ed alla sera li lascia posare sulle proprie spalle, ascoltando le notizie che essi gli sussurrano all'orecchio<ref>{{Cita web | cognome=Anderson | nome=RB | titolo=Prose Edda | anno=1897 | url=http://www.northvegr.org/lore/prose2/012.php | editore=Northvegr foundation| accesso=5 maggio 2007}}</ref>. [[Ragnarr Loðbrók]] aveva uno [[stendardo del corvo]] detto ''Reafan'', il quale avrebbe fornito l'invincibilità al proprietario finché il suo drappo avrebbe garrito al vento. Anche re [[Harald III di Norvegia]] possedeva uno stendardo del genere, detto ''Landeythan'' ("guasta-terra")<ref>{{Cita libro | cognome = Sturluson|nome= Snorri | titolo = King Harald's Saga: Harald Hardradi of Norway: From Snorri Sturluson's Heimskringla | editore = Penguin | anno = 2005 | id=ISBN 0-14-044183-2}}</ref>, ed uno stendardo del corvo veniva portato in battaglia anche da re [[Canuto I d'Inghilterra]]<ref>{{Cita libro | autore = Campbell, Alistair | coautori = Keynes, Simon | titolo = Encomium Emmae Reginae | editore = Cambridge University Press | anno = 1998 | città = Cambridge | id=ISBN 0-521-62655-2 }}</ref>. Il nome ''hrafn'' ("corvo" in [[lingua norrena]]) compare spesso nei ''[[kenning]]ar'' legati allo spargimento di sangue in battaglia, in quanto i corvi eraso presenze costanti in questi luoghi, così ricchi di cibo (rappresentato dalle spoglie dei guerrieri) per loro.<br />
In generale, tuttavia, i corvi vengono ritenuti, in virtù delle loro abitudini saprofaghe, strettamente associati alla [[morte]], pertanto in [[Svezia]] essi vengono associati alle anime dei morti in maniera violenta, mentre in [[Germania]] rappresentano le anime dei dannati.
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Nella [[religione ebraica]], invece, oltre ad essere il primo animale ad uscire dall'arca dopo il [[diluvio universale]], il corvo è anche uno dei tre esseri viventi (assieme ad un asino e una giumenta<ref>[[comune:Somma Vesuviana|Storia del comune di Somma Vesuviana]]</ref>) che osarono copulare a bordo di essa e pertanto viene punito: il maschio, per riprodursi, sarebbe costretto a depositare il proprio seme nella bocca della femmina.
 
[[File:Corvus corax London.jpg|thumb|left|230px|Un corvo imperiale alla [[Torre di Londra]].]]
I corvi sono fortemente legati alla cultura britannica: nella [[Torre di Londra]] da secoli ne vengono costantemente tenuti sette, accuditi da un ''raven master'' preposto. La leggenda vuole che la monarchia inglese cadrà sotto la mano di un invasore straniero il giorno in cui tutti e sette i corvi moriranno o si disperderanno in maniera permanente. La loro presenza nei pressi della Torre è talmente radicata che, quando l'[[astronomia|astronomo]] di corte [[John Flamsteed]] chiese la loro rimozione, il re [[Carlo II d'Inghilterra]] fece spostare l'osservatorio reale a [[Greenwich]] piuttosto che spostare i corvi<ref>[http://www.camelotintl.com/tower_site/ravens/index.html Camelot Village: Tower of London]</ref>, oppure, dopo la morte di tutti i corvi (eccetto uno, chiamato ''Grip'') in seguito ai bombardamenti tedeschi di [[Londra]] durante la [[Seconda guerra mondiale]], la torre venne riaperta al pubblico solo dopo che i deceduti vennero rimpiazzati con dei nuovi corvi<ref>[http://www.guardian.co.uk/monarchy/story/0,2763,1351402,00.html "Tower's raven mythology may be a Victorian flight of fantasy"], ''The Guardian'' 15 November 2004.</ref>.<br />
[[File:London tower ravens.jpg|thumb|right|230px|Due corvi passeggiano per i prati londinesi, sotto l'occhio vigile di una guardia.]]
Sebbene sia opinione comune che la presenza dei corvi alla Torre abbia origini antichissime, in realtà si tratta molto probabilmente di un'invenzione assai recente: il primo riferimento a questi corvi, infatti, è un'immagine del [[1885]] sul periodico ''The Pictorial World''<ref>Boria Sax, "[http://www.springerlink.com/content/g403631820626r25/ How Ravens Came to the Tower of London]," Society and Animals 15, no. 3 (2007b), pp. 272-274.</ref>. A partire da questa illustrazione, durante il [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]] si moltiplicheranno le immagini raffiguranti questi animali nei pressi del cosiddetto "pontile", ossia il luogo dove venivano eseguite le condanne a morte per [[decapitazione]]. Proprio questo particolare lascia supporre che i corvi, in virtù del fatto che si trovino con frequenza associati ai [[patibolo|patiboli]] per fare incetta dei cadaveri, siano stati portati alla Torre dai ''[[beefeaters]]'' allo scopo preciso di rendere più drammatiche le storie di torture ed esecuzioni<ref>''ibidem'', pagg. 270-281.</ref>. Probabilmente i corvi originali vennero donati alla torre dal Conte di Dunraven<ref>Maev Kennedy, "Tower's Raven Mythology May Be a Victorian Flight of Fantasy," The Guardian, November 15 2004, p. 1.</ref><ref>Boria Sax, "[http://www.equinoxjournals.com/ojs/index.php/pom/article/view/3325 Medievalism, Paganism, and the Tower Ravens]," The Pomegranate:The International Journal of Pagan Studies 9, no. 1 (2007), pagg. 71-73.</ref>, anche se è altrettanto possibile che essi, un tempo abbondanti nella capitale inglese (in particolare attorno ai mattatoi ed ai mercati) possano essersi spostati naturalmente verso la Torre<ref>Jerome, Fiona. ''Tales from the Tower'': 2006. pagg. 148-149</ref>. I corvi non fuggono né si allontanano dalla Torre di Londra poiché periodicamente le remiganti primarie di un'ala vengono loro spuntate, in modo tale da renderli inadatti al volo su medie e lunghe distanze.
 
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=== Il corvo imperiale come animale domestico ===
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1983-0921-016, Merseburg, Vogelkäfig, Rabe.jpg|thumb|left|200px|Un corvo imperiale in voliera a [[Merseburg]].]]
Quando gli scambi commerciali non erano così immediati e gli animali esotici erano assai rari sul mercato e perciò assai costosi, il corvo imperiale rappresentava per l'uomo ciò che può essere oggi un [[pappagallo]] di grosse dimensioni od un [[gracula religiosa|merlo indiano]]: un uccello assai intelligente, anche se ombroso e poco incline alle sdolcinatezze, tuttavia apprezzatissimo per la sua capacità di imitare la voce umana e beniamino anche di più generazioni, grazie alla sua mirabile longevità.<br />
Attualmente, in [[Italia]] l'abitudine di tenere questi uccelli come animali da compagnia, già di per sé piuttosto rara a causa dell'inaccessibilità delle zone di nidificazione e quindi della difficoltà di reperimento dei nidiacei, è regolamentata dalla legge 157/92, che dichiara gli animali selvatici patrimonio indisponibile dello Stato e ne vieta pertanto la cattura e la detenzione a privati in assenza di certificati di nascita in cattività ed inanellamento<ref>[http://www.lalupusinfabula.it/Approfondimenti/testo-legge-157-caccia.htm Testo della legge 157/92]</ref>.
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== Il corvo in araldica ==
{{vedi anche|Corvo (araldica)}}
[[File:Corvara-Stemma.png|thumb|right|75px|Stemma della città di [[Corvara]], in [[Provincia di Pescara]].]]
Il corvo è piuttosto raro in [[araldica]]: tuttavia lo si trova in alcuni stemmi di città ed in alcuni blasoni nobiliari, dove simboleggia l'oratoria e l'ingegno, oltre che l'augurio.