Equus quagga: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
[[File:Equus quagga burchellii (Black-on-white or white-on-black).jpg|250px|thumb|right|Variazione nel manto della zebra di pianura.]]
La zebra di pianura è un Equide di medie dimensioni, mediamente più piccolo delle altre due specie di zebra, con corpo tozzo e zampe relativamente brevi. Le sue dimensioni variano molto, a seconda sia delle condizioni fisiche che della sottospecie. Adulti di entrambi i sessi possono raggiungere i 110-145 cm di altezza al garrese, i 217-246 cm di lunghezza, esclusa la coda, lunga circa 50 cm, e pesare 175-385 kg. I maschi possono essere più grandi delle femmine del 10%<ref>[http://www.theanimalfiles.com/mammals/hoofed_mammals/zebra_plains.html] (2011).</ref><ref>[http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-157-01-0001.pdf] (2011).</ref>.
 
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==Biologia==
===Struttura sociale===
[[File:Equus quagga burchellii (group).jpg|thumb|right|250px|Harem di zebre nel Parco Nazionale di Etosha.]]
La zebra di pianura è un animale molto sociale e generalmente vive in piccoli gruppi familiari noti come harem, costituiti da un singolo stallone, da alcune giumente, e dai loro piccoli più giovani. I membri adulti di un harem sono stabili, e di solito rimangono insieme per mesi o anni interi. Esistono anche gruppi di «scapoli», formati da soli maschi. Sono gruppi stabili costituiti da 2-15 esemplari, guidati da un giovane maschio, nei quali vige una gerarchia basata sull'età<ref name="Estes 1991"/>. I maschi rimangono in questi gruppi fino a quando non raggiungono l'età per costituire un proprio harem. Gli scapoli si preparano a tale scopo effettuando finti combattimenti e rituali di saluto, che costituiscono gran parte delle loro attività<ref name="Estes 1991"/>. Più harem e gruppi di scapoli possono unirsi a costituire una mandria. È una caratteristica insolita per gli animali che vivono in harem radunarsi a costituire gruppi più grandi<ref name="Rubenstein and Hack 2004"/>. Inoltre, due harem possono creare temporaneamente sottogruppi stabili all'interno di una mandria, nei quali i vari membri interagiscono con quelli non appartenenti al proprio gruppo<ref name="Rubenstein and Hack 2004">Rubenstein and Hack</ref>. Tra le specie che formano harem, tale comportamento è stato riscontrato solamente in Primati come i [[Theropithecus gelada|gelada]] e le [[Papio hamadryas|amadriadi]]<ref name="Rubenstein and Hack 2004"/>.
 
Gli stalloni formano harem sequestrando giovani giumente dai loro harem di origine<ref name="Estes 1991"/><ref name="Moss 1982"/>. Quando una giumenta raggiunge la maturità sessuale, essa assume la particolare postura da [[Ciclo estrale|estro]], che attrae gli stalloni vicini<ref name="Moss 1982"/>, sia scapoli che capi di un harem. Lo stallone a guida del suo gruppo familiare (che generalmente è il padre) cerca di scacciare, anche con la forza, gli stalloni che cercano di rapirla. Perfino quando una giovane giumenta è isolata dal suo harem natale, i maschi continuano a combattere per lei fino a quando essa non avrà terminato il ciclo estrale, e ricominceranno di nuovo con il suo prossimo ciclo<ref name="Klingel 1969">Klingel 1969</ref>. Sono rari i casi in cui una giumenta rimane a lungo con il suo rapitore<ref name="Klingel 1969"/>. Quando essa va nuovamente in [[ovulazione]], essa rimarrà unita al maschio che la feconda, divenendo così membro permanente di un nuovo harem<ref name="Klingel 1969"/><ref name="Adlen et al. 1995">Adlen et al. 1995</ref>.
[[File:Zebrafight.jpg|thumb|left|200px|Combattimento tra zebre.]]
Anche all'interno delle femmine di un harem vige una certa gerarchia: la femmina alfa è la prima ad accoppiarsi con lo stallone, ed è la sola a guidare il gruppo. Quando al gruppo si uniscono nuove femmine, le giumente già presenti le accolgono con ostilità, tanto che lo stallone deve difenderle dalle loro aggressioni<ref name="Estes 1991"/><ref name="Adlen et al. 1995"/>. Le ultime arrivate occupano l'ultimo gradino della scala gerarchica, assieme alle femmine malate e più deboli. Le componenti di un harem rimangono assieme anche quando la guida del gruppo viene assunta da un nuovo stallone, e tendono a essere ostili nei confronti delle femmine di altri harem<ref name="Grub 1981"/>. Le zebre rafforzano i loro legami sociali con il ''grooming''. I vari membri di un harem si mordicchiano e si grattano vicendevolmente con i denti e le labbra il collo, le spalle e il dorso. Le madri rivolgono ''in primis'' tali attenzioni ai piccoli, per poi passare alle sorelle. Il ''grooming'' serve a indicare lo status sociale e attenua i comportamenti aggressivi<ref name="Estes 1991"/>.
 
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[[File:Zebra - Equus quagga.jpg|thumb|Zebra - Equus quagga]]
===Riproduzione===
[[File:Babyzebra.jpg|thumb|right|250px|Una madre che allatta.]]
Lo stallone si accoppia con tutte le giumente dell'harem. Esse danno alla luce un piccolo ogni dodici mesi. Il picco delle nascite si registra durante la stagione delle piogge. La madre allatta il piccolo per circa un anno. Lo stallone generalmente è intollerante nei confronti dei puledri non suoi. È possibile che le zebre pratichino l'infanticidio e il feticidio, sebbene tali incidenti siano stati osservati unicamente in esemplari in cattività<ref>{{Cita web|url=http://www.ivb.cz/folia/54/3/258-262.pdf |titolo=Further evidence for male infanticide and feticide in captive plains zebras |formato=PDF |data= |accesso=3 luglio 2012}}</ref>. Come i cavalli, le zebre sono in grado di stare in piedi, camminare e succhiare il latte poco dopo la nascita. Al sopraggiungere del parto, la madre allontana le altre zebre dal suo piccolo, siano esse stalloni, altre femmine e addirittura i propri piccoli dei parti precedenti. Successivamente, tuttavia, tutti i membri del gruppo stringono legami con il puledro. All'interno dell'harem, il piccolo viene considerato dello stesso rango della madre<ref name="Grub 1981"/>. I puledri godono della protezione della madre, ma anche dello stallone e delle altre femmine del loro gruppo. Malgrado la protezione del branco, tuttavia, quasi il 50% dei piccoli muore a causa dei predatori, delle malattie e della fame.