San Vincenzo (Genova): differenze tra le versioni
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==Storia==
===Le origini===
Il ''"borgo di Bisagno"'' era in origine costituito dalle case allineate lungo la strada medioevale che usciva dalla città diretta a levante, prima attraverso la [[Porta Soprana]] e poi, con la costruzione delle mura trecentesche, attraverso la Porta
Questa via, frequentata da tempi remoti, come testimoniato da diversi ritrovamenti archeologici<ref name= festivalscienza>[http://www.festivalscienza.it/site/home/stampa/documento10001226.html Articolo sul Secolo XIX dell'8 ottobre 2009]</ref><ref name= Secolo_XIX>[[Il Secolo XIX]], La mia gente, 1983.</ref>, superava il Bisagno al [[Bisagno#L'antico ponte medioevale di Sant'Agata|ponte di S. Agata]], nei pressi
{{quote|''... per l'attuale via s. Vincenzo andavasi all'ospizio e spedale, che gli antichi [[Padri cruciferi|crociati, o crucigeri]], tenevano vicino al ponte di s. Agata: qui valicato il fiume, entrava la strada Romana nella villa di Terralba (s. Fruttuoso), ed ascendeva a [[San Martino (quartiere di Genova)|s. Martino d’Albaro]], seguitando per la riviera di Levante.''|[[Goffredo Casalis]], "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1840}}
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===Le Mura Nuove e il sestiere di S. Vincenzo===
Tra il 1626 e il 1632, con la costruzione delle "[[Mura di Genova#Le Mura Nuove|Mura Nuove]]", parte della zona fu inglobata all'interno della cinta difensiva;
{{quote|''Il passaggio di tante persone fece popolare questa via, che fu detta ''il Borgo'', com’era veramente innanzi all’ultimo cerchio del 1633. In quest’occasione s’ebbero a spianare di molte case per dare luogo alle [[Mura di Genova|mura]], ai fossi, alle opere esteriori di militar difesa, ed allo spalto. Così quel borgo lunghissimo e popolato trovossi diviso in tre parti, cioè quella che racchiusa nelle nuove mura chiamasi ''Strada S. Vincenzo''; quella che fu spianata, e stendevasi dalla porta Romana alla chiesa de' Crociati: quella che da questa chiesa si stende sulla sponda del Bisagno presso il ponte di sant'Agata, e conserva l’antica ed assoluta appellazione di ''Borgo''.''|[[Goffredo Casalis]], "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1840}}
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===Il Novecento===
[[File:Genova S Vincenzo.jpg|thumb|right|250px|Vista dalle mura di S. Chiara (corso A. Podestà)]]Tra la fine dell'Ottocento e i primi due decenni del [[XX secolo|Novecento]] fu completata
L'impianto urbanistico così delineato all'inizio del secolo non ha subito dagli [[anni 1920|anni venti]] significative modifiche. Tra gli edifici realizzati nel corso del XX secolo, il "[[Museo di storia naturale Giacomo Doria|Museo di Storia Naturale]]" (1912), il "[[Teatro della Gioventù]]" (1930), il "Palazzo degli Uffici Finanziari", costruito negli [[Anni 1930|anni trenta]] sul sito dell'ottocentesco [[mattatoio]], e il [[Torre Telecom Italia (Genova)|grattacielo Telecom]] all'angolo tra via S. Vincenzo e via Fiume, costruito negli [[anni 1960|anni sessanta]] su disegno di [[Piero Gambacciani]].
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Storicamente il borgo di San Vincenzo era situato sulla via diretta da Genova verso levante che, uscita dalla città attraverso le porte aperte nei successivi ampliamenti della cerchia muraria, oltrepassava il Bisagno al ponte di Sant'Agata. Nel tempo, aveva accresciuto la sua importanza un nuovo accesso da levante in corrispondenza del [[Borgo Pila]], sorto al di là del torrente sulla piana del Bisagno.
Gli assi viari delineati da questi percorsi corrispondono attualmente a via S. Vincenzo e via XX Settembre, al termine delle quali, nelle mura del Seicento, si aprivano rispettivamente Porta Romana e Porta Pila. Nell'area compresa tra queste due strade si è sviluppata,
====[[Via XX Settembre (Genova)|Via XX Settembre]]====
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====Via San Vincenzo====
[[File:Via San Vincenzo Genova 02.jpg|thumb|left|140px|Via San
Da via S. Vincenzo ha inizio la salita della Tosse, che raggiunge il bastione dell'Acquasola da dove attraverso la porta di S. Caterina si entrava in città nei pressi della chiesa di S. Stefano. Lungo questa salita, che prendeva il nome da un antico [[oratorio]] intitolato a N.S. della Tosse<ref>[http://viedigenova.com/wiki/Tosse Salita della Tosse su viedigenova.com]</ref>, ebbe la sua prima sede il [[Teatro della Tosse]]<ref>[http://www.chiediteatro.it/gli-speciali-k2/item/244-luzzati-e-il-teatro-della-tosse.html Storia del “Teatro della Tosse“ su www.chiediteatro.it]</ref> (trasferito prima in via Canevari, ed infine dal 1986 nell'attuale sede di stradone S. Agostino, nella zona di [[Sarzano]]), fondato nel 1975 da [[Tonino Conte]], [[Emanuele Luzzati]], [[Aldo Trionfo]] e altri.
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====Via Serra====
Strada di collegamento tra piazza Corvetto e la stazione Brignole (oggi percorribile a senso unico solo in questa direzione), fu aperta a proprie spese nel 1838 dalla famiglia Serra per collegare i palazzi di loro proprietà. Un tempo era denominata "via degli [[Orfano|Orfani]]" perché nella zona sorgeva fin dal 1538 l'
===Architetture civili===
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Costruita tra il 1552 e il 1554 su disegno di [[Galeazzo Alessi]] per G.B. [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]], per l'imponenza delle proporzioni e la ricchezza degli ornamenti, tra i quali [[affresco|affreschi]] di [[Luca Cambiaso]]<ref>Oggi conservati nella galleria di [[Palazzo Bianco]].</ref> e [[Orazio Semino]], all'epoca della sua costruzione fu considerata dal [[Martin Pierre Gauthier|Gauthier]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/martin-pierre-gauthier/ Biografia di Martin Pierre Gauthier sul dito dell'Enciclopedia Treccani]</ref> una delle migliori ville suburbane genovesi, citata anche dal [[Giorgio Vasari|Vasari]] per la sua [[stanza da bagno]], insolitamente ricca di ornamenti.<ref>{{quote|''... è bellissimo il bagno che ha fatto in casa del Sig. Gio. Battista Grimaldi in Bisagno. Questo, che è di forma tondo, ha nel mezzo un laghetto, nel quale si possono bagnare comodamente otto o dieci persone; il quale laghetto ha l'acqua calda da quattro teste di mostri marini, che pare che escano del lago, e la fredda da altrettante rane, che sono sopra le dette leste dei mostri.''|[[Giorgio Vasari]], "Vite de' piu' eccellenti pittori, scultori e architetti", Volume 15, Ed. Soc. Tipografica de' classici italiani, Milano, 1811}}</ref>
[[File:Domenico Cambiaso-Villa Grimaldi Sauli.jpg|thumb|right|250px|Il palazzo Grimaldi-Sauli in un dipinto ottocentesco di [[Domenico Cambiaso]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-pasquale-cambiaso_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Domenico Cambiaso sul dito dell'Enciclopedia Treccani]</ref>]]
Passato dai Grimaldi ai [[Cybo]] ed infine ai [[Sauli]], a partire dal [[XVIII secolo|Settecento]] visse un lungo periodo di decadenza: adattato dapprima in per ospitare i macchinari di una “fabbrica di veli”, nell'[[XIX secolo|Ottocento]] fu diviso in modesti appartamenti privati, affittati a famiglie povere.<ref name="Alizeri"/><ref name= Casalis>[[Goffredo Casalis|G. Casalis]], "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1840.</ref> Il grande giardino retrostante scomparve per lasciar posto all'edificazione della zona. Nel 1897 un progetto per la costruzione di otto caseggiati rischiò di cancellare per sempre quanto restava della storica villa, che fu invece acquistata dal comune di Genova. Il recente restauro lo ha
====[[Torre Telecom Italia (Genova)|Grattacielo Telecom]]====
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* '''Palazzo “delle Cupole”''', civ. 2. Situato all'angolo di via Brigata Liguria, lato sud, fu costruito tra il 1905 e il 1909 su disegno di [[Dario Carbone (ingegnere)|Dario Carbone]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/dario-carbone_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Dario Carbone sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref>. Costruito interamente in cemento armato, anche nelle strutture verticali, ha la facciata decorata con motivi tipici dello stile liberty. È caratterizzato da quattro torri angolari, sormontate da cupole.<ref name= fosca>[http://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Via_XX_Settembre Via XX Settembre sul sito www.fosca.unige.it]</ref><ref name="lepietremare"/>
* '''Palazzo
* '''Palazzo Boggio-Rosazza''', civ. 6. Anche questo realizzato su disegno di Cesare Gamba. Ispirato al fiorentino [[palazzo Medici Riccardi]], ha il basamento rifinito a [[bugnato]].<ref name="lepietremare"/><ref name="TCI"/>
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* '''Palazzo ai civ. 16-18'''. Adiacente al Ponte Monumentale, fu progettato da Adolfo Bisso nel 1898. Ha forma irregolare per seguire l'andamento dello slargo davanti al Ponte Monumentale. Attraverso il palazzo si accede all'antico teatro Margherita, oggi occupato da attività commerciali. Il vano di accesso al teatro divide l'immobile in due distinte ali, che si differenziano anche per le decorazioni della facciata: il lato di levante ha decorazioni ispirate al manierismo cinquecentesco, quello a ponente è in stile “neoromantico“, con coronamento ad archetti pensili.<ref name="fosca"/><ref name="itinerari_portoria"/>
* '''Palazzo Maineri''', civ. 23. L'edificio più significativo sul lato nord della via sorge anch'esso nei pressi del Ponte Monumentale, all’angolo con S. Vincenzo. Fu costruito tra il 1909 e il 1913 su disegno di Gino Coppedè. Per la sua posizione l'edificio ha pianta irregolare; la facciata, pur nella riccheza di elementi decorativi
====Villa Serra====
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Al centro di piazza Colombo si trova la [[fontana]] seicentesca del "Genio Marino", qui trasportata dal Ponte Reale. Il "barchile" barocco, realizzato nel 1643 da [[Giovanni Battista Orsolino|G. B. Orsolino]] su disegno di Ottavio e [[Pietro Antonio Corradi]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-antonio-corradi_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di di Pietro Antonio Corradi, con cenni al "barchile" di Ponte Reale, sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref> per incarico dei protettori del [[Banco di San Giorgio]], aveva la funzione di rifornire d'acqua le navi in porto.
Inaugurato nel 1646, fu successivamente abbellito con la statua di [[Jacopo Garvo]], raffigurante una [[fama]] alata che suona un [[nicchio (biologia)|nicchio]] marino. La statua si innalza al centro di una grossa coppa
Il monumento nel 1861 fu trasferito con delibera municipale in piazza Colombo, con funzione di [[abbeveratoio]] per le bestie da soma dei venditori di frutta e verdura e per i [[Equus caballus|cavalli]] dei [[tram]] in servizio per la Val Bisagno.<ref name="itinerari_portoria"/><ref name="sagep"/><ref>[http://www.acquedottogenova.altervista.org/126-link%20fontana%20piazza%20colombo.htm La fontana di piazza Colombo sul sito www.acquedottogenova.altervista.org]</ref>
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Il palazzo in cui ha sede il museo (Via Brigata Liguria, 9) fu costruito tra il 1905 e il 912 su progetto di [[Clodoveo Cordoni]]. Le ricche collezioni del museo, fondato dal marchese [[Giacomo Doria]] nel 1867, furono qui trasferite dalla originaria sede nella [[Villetta Di Negro]]. L'edificio si sviluppa su due piani e comprende 23 sale, in cui sono esposte le raccolte zoologiche, ampliate nel tempo a partire da quelle donate al museo dallo stesso fondatore, che le aveva riportate dai suoi viaggi.
Tra i reperti più interessanti, lo scheletro fossile di
Oltre alle collezioni zoologiche e [[paleontologia|paleontologiche]] è esposta anche una ricca collezione di minerali. Il museo conserva anche una biblioteca specializzata, nata con la donazione dei libri di Giacomo Doria.<ref>[http://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Museo_di_Storia_Naturale Il Museo di storia naturale Giacomo Doria sul sito www.fosca.unige.it/]</ref>
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====Ex Politeama Margherita====
L'ex Politeama Margherita, costruito nel 1854 su disegno dell'architetto G.B. Olivieri, era un teatro che si trovava appena fuori dalla Porta degli Archi, nei pressi dell'attuale Ponte Monumentale. Chiamato in origine “Teatro [[Andrea Doria]]”, nell'ultimo decennio dell'Ottocento fu ribattezzato “Politeama [[Margherita di Savoia|Regina Margherita]]“, in onore della consorte del re [[Umberto I di Savoia|Umberto I]]. Il teatro, a cui si accede da via XX Settembre attraverso un portale aperto al civ. 18 della via, fu rimodernato nel 1938; distrutto da un bombardamento nel 1943, fu ricostruito tra il 1954 e il 1957. Inaugurato nel 1957 con il nome di “Politeama Margherita“, era destinato alla [[prosa]] e alla [[Teatro di rivista|rivista]] ma in attesa della ricostruzione del [[Teatro Carlo Felice]], anch'esso distrutto dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]], per alcuni anni ha ospitato anche [[Concerto (evento musicale)|concerti]] e [[opera lirica|spettacoli lirici]],
Venuta meno nel 1991 la stagione della lirica, con l'inaugurazione del ricostruito “Carlo Felice“, il teatro sopravvisse fino al 1993, quando la proprietà decise di vendere la struttura. Tramontata l'ipotesi iniziale di insediarvi un punto vendita della [[Casa Ricordi|Ricordi]], è stato trasformato in un grande magazzino della catena [[Coin]].<ref name="operaclick"/><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/07/all_ultimo_respiro_del_teatro_co_0_93060710656.shtml L'ultimo spettacolo al Margherita], articolo del 7 giugno 1993 sul [[Corriere della Sera]]</ref>
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Per le leggi di soppressione napoleoniche gli Agostiniani dovettero abbandonare il convento nel 1810. Nel 1813 la chiesa divenne parrocchiale, aggiungendo al proprio titolo anche quello della dismessa [[Chiesa di San Vincenzo (Genova)|chiesa di San Vincenzo]]. Gli agostiniani, che tuttora reggono la parrocchia, vi fecero ritorno nel 1816.<ref name="itinerari_portoria"/>
Dal ritorno degli Agostiniani, per tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]], vari artisti contribuirono a completare la
La chiesa ha tre [[navata|navate]], separate da pilastri quadrangolari, con varie cappelle laterali. Le [[volta (architettura)|volte]] delle navate, della cupola e del [[presbiterio]] sono state interamente affrescate nell'Ottocento. La chiesa conserva numerose opere d'arte di epoche che spaziano dal [[XV secolo|XV]] al [[XIX secolo]] ed un pregevole [[Organo (strumento musicale)|organo]] ottocentesco. Nel [[refettorio]] dell'annesso convento è conservata una notevole raccolta di quadri.<ref name="TCI"/><ref name="consolazione"/><ref name="fosca_consolazione"/><ref name="itinerari_portoria"/>
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====[[Chiesa di San Vincenzo (Genova)|Ex chiesa di San Vincenzo]]====
[[File:Genova ex chiesa S_Vincenzo.jpg|thumb|right|150px|L'ex chiesa di San Vincenzo, vista dal Ponte Monumentale]]La chiesa di [[Vincenzo di Saragozza|San Vincenzo]], situata nell'omonima via ed anch'essa chiusa al culto nell'Ottocento, è citata per la prima volta in un documento del 1059. Fu completamente riedificata all'inizio del [[XVIII secolo|Settecento]], poiché l'originaria chiesa medioevale era divenuta insufficiente per la popolazione del borgo; un secolo più tardi, per l'ulteriore incremento degli abitanti,
La chiesa, a navata unica e cinque altari, conservava numerose opere d'arte di artisti genovesi del Seicento e del Settecento, tra i quali [[Agostino Ratti]], che vi fu anche sepolto. Dopo la chiusura al culto la maggior parte delle opere d'arte è stata trasferita alla chiesa della Consolazione.
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L’edificio fu costruito nel 1625 dalla [[Confraternita (Chiesa cattolica)#Arciconfraternita del SS Rosario|confraternita del Rosario]] sui presunti resti dell'[[Oratorio (architettura)|oratorio]] ''"ad sanctos peregrinos"'', menzionato dal Giustiniani. Passò poi alla [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] delle Anime del [[Purgatorio]], fondata nel 1767. Alla fine dell'Ottocento vi confluì la confraternita della Cintura, il cui oratorio, che sorgeva nei pressi della chiesa della Consolazione, era destinato alla demolizione per l'apertura di via XX Settembre. Dall'unione di queste due antiche confraternite, entrambe di derivazione agostiniana, nacque l'attuale "confraternita delle Anime del Purgatorio e della Madonna della Cintura"
Il culto alla Madonna della Cintura è una devozione agostiniana, fondata su una tradizione secondo la quale la Madonna avrebbe offerto a [[santa Monica]], e per suo tramite al figlio [[Agostino d'Ippona|Agostino]], la propria [[cintura]], come segno di conversione e unione con Dio, chiedendo ai due santi di legare con la stessa altre anime a Dio. Gli Agostiniani favorirono la nascita di [[Confraternita (Chiesa cattolica)#Arciconfraternita dei Cinturati di Santa Monica e Sant'Agostino|confraternite con questo titolo]]: la prima, nel 1486, fu quella istituita presso la chiesa di Sant’Agostino in Sarzano, quindi, verso la fine del Cinquecento, anche in quella della Consolazione in Artoria, che nel Settecento fu trasferita
L’oratorio, esternamente molto semplice, è decorato all'interno con affreschi in pieno stile barocchetto genovese. Vi sono conservati alcuni dipinti del Seicento, ma l'opera più significativa è la statua lignea
====Monastero dei santi Giacomo e Filippo====
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====[[Mura di Genova#Le mura nel Cinquecento|Mura del Cinquecento]]====
Un tratto delle mura cinquecentesche, dal bastione dell'[[Spianata dell'Acquasola|Acquasola]] fino alle mura delle Cappuccine, passando per le Mura di S. Chiara e le Mura del Prato, delimita l'area di S. Vincenzo da quelle di Portoria e Carignano. Queste mura sono ancora ben conservate: sopra di esse corre l'attuale corso A. Podestà, che scavalca via XX Settembre passando sul Ponte Monumentale. In queste mura erano aperte le porte dell'Acquasola (scomparsa con la realizzazione di piazza Corvetto), di Portoria (detta anche dell'Olivella o di [[Caterina Fieschi Adorno|S. Caterina]]), ancora esistente, che collegava il borgo di S. Vincenzo, attraverso la salita della Tosse, con il centro di [[Piccapietra]], nei pressi dell'antico [[Ospedale di Pammatone]], e infine la principale, la porta degli Archi o di
=====Porta degli Archi=====
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[[Immagine:Genova-Liceo-Ginnasio Andrea D'Oria-DSCF7031.JPG|thumb|right|180px|Il Liceo-Ginnasio "Andrea D'Oria"]]
Nel quartiere di S. Vincenzo hanno sede alcune antiche istituzioni scolastiche genovesi.
* ''[[Liceo ginnasio Andrea D'Oria]]''. Fondato nel 1824 come
* ''[[Liceo scientifico Gian Domenico Cassini]]''. Fondato nel 1923, dai primi [[Anni 1960|anni sessanta]] ha sede in viale Sauli, in un edificio di nuova costruzione, realizzato all'interno del parco della villa Serra. Nel panorama della [[antifascismo]] genovese è ricordato perché fu frequentato da alcuni esponenti della [[Resistenza italiana|Resistenza]] ([[Giacomo Buranello|Buranello]], [[Giorgio Issel|Issel]] e [[Walter Fillak|Fillak]], quest'ultimo espulso dal liceo per la sua militanza anntifascista).<ref>[http://www.cassinige.it/0_italiano/ita_pag_01.htm# Sito web del Liceo Cassini]</ref>
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* '''Metropolitana'''. Il quartiere è servito dalla stazione ''[[Brignole (metropolitana di Genova)|Brignole]]'', capolinea a levante della [[metropolitana di Genova]]. Adiacente all'omonima stazione ferroviaria, questa stazione è entrata in servizio il 22 dicembre 2012, con l'apertura della tratta [[De Ferrari (metropolitana di Genova)|De Ferrari]]-Brignole.
* '''Autobus'''. Numerose linee di autobus urbani dell'[[AMT (Genova)|AMT]] attraversano il quartiere collegando il centro cittadino con [[Sampierdarena]],
* '''Ascensori pubblici'''. È in funzione dal 1959 l'[[Ascensori pubblici di Genova#Ascensore Ponte Monumentale|ascensore pubblico del Ponte Monumentale]] che, con un dislivello di 23 m, collega via XX Settembre a corso A. Podestà.<ref>[http://www.amt.genova.it/rete_e_orari/ascensori_storia.asp Gli ascensori pubblici di Genova sul sito dell'AMT.]</ref>
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