Res gestae divi Augusti: differenze tra le versioni
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Oltre al testo di [[Ancyra|Ankara]], si conoscono copie epigrafiche frammentarie provenienti dalla medesima provincia di [[Galazia]] (l'unica annessione orientale di Augusto), da [[Antiochia di Pisidia|Antiochia]] (testo latino) a poca distanza da Yalvaç, da Apollonia (greca), identificata nel sito dell'attuale villaggio di [[Provincia di Isparta|Uluborlu]], località entrambe a non molta distanza da Ankara.<ref> Sul testo di tutti i frammenti dalle varie località menzionate vedi C. Barini, ''Res Gestae Divi Augusti, ex monumenti Ancyrano Antiocheno, Apolloniensi'', Roma 1937</ref> Aree lontane dalla costa dell'Asia minore e non molto ellenizzate, mentre nessuna copia da [[Efeso]] o [[Pergamo]]. Ciò può essere spiegato col fatto che Augusto volesse dare alla regione asiatica interna (così frammentata in realtà culturali, sociali e religiosi diverse) un assetto politico stabile, basato sul riconoscimento del potere di Roma e di Augusto, il suo tramite. Non stupisce perciò che le Res Gestae fossero incise sul tempio dedicato al culto imperiale: piccole città, come Apollonia, Ankyra, Antiochia erano pertanto unite dal filo conduttore del culto di Augusto e, quindi, delle sue imprese.
[[File:Roma-mausoleo di augusto.jpg|thumb|
Quanto al testo maggiormente completo, quello di Ankyra, esso venne riconosciuto per la prima volta nel 1555 da A. Ghiselin de Boubecq, ambasciatore di [[Ferdinando I d'Asburgo]] presso il [[Solimano]]. Già lo scopritore lamentava dello scadente stato di conservazione del testo, che credeva inciso sui muri della residenza del governatore provinciale. L'indagine archeologica moderna ha invece dimostrato con certezza che l'edificio era un [[culto imperiale|tempio dedicato a Roma ed Augusto]], che un tempo, secondo le opinioni più recenti, sarebbe stato edificato in origine in onore della [[Grande Madre]] dell'[[Anatolia]]. La scelta di non edificare un nuovo tempio stava proprio per collegare strettamente il culto di Roma con quello verso la divinità più antica della regione.<ref> F. Guizzi, ''Augusto. La politica della memoria'', Roma 1999, pp.71-73</ref>
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Non è facile capire a quale genere letterario appartengano le ''Res Gestae'': testamento, politico, resoconto, memoria, autobiografia, iscrizione sepolcrale, ''memoriae vitae''.<ref> I. Borsak, Zum Monumnetum Ancyranum, "AAntHung" 38 (1998), pp. 41-50.</ref> In uno stile volutamente stringato e senza concessioni all'abbellimento letterario, Augusto riportava gli onori che gli erano stati via via conferiti dal Senato e dal popolo romano e per quali servizi da lui resi, le elargizioni e i benefici concessi con il suo patrimonio personale allo stato, ai veterani e alla [[plebei|plebe]], e i [[Circo (antica Roma)|giochi]] e rappresentazioni dati a sue spese, e infine gli atti da lui compiuti in pace e in guerra. Lo scrupolo con cui elenca le cariche religiose è indice di un nascente processo di sacralizzazione del potere, che trova espressione anche nel titolo di ''augustus'' ("degno di venerazione"), ottenuto dal [[Senato romano|Senato]].
[[File:Augustus_as_pontifex_maximus.jpg|thumb|
Augusto parla di sé in prima persona. Si serve di periodi brevi, dalla struttura paratattica; il lessico è concreto e lascia al lettore la possibilità di cogliere immediatamente il testo. La data di composizione è data dallo stesso Augusto, quando afferma di essere nel settantaseiesimo anno, cioè nel 14 d.C., essendo nato nel 63 a.C. Dato che nel cap. 4 cioè il riferimento alla trentasettesima [[tribuno della plebe|tribunicia potestas]] conferita il giugno del 14 d.C. e visto che egli morì nell'agosto del medesimo anno, è lecito ritenere che Augusto abbia completato la redazione delle ''Res Gestae'' nelle ultime settimane di vita. Il documento non menziona il nome dei nemici e neppure di nessun membro della sua famiglia, ad eccezione dei successori designati, Agrippa, [[Gaio Cesare|Gaio]] e [[Lucio Cesare|Lucio Cesari]] e [[Tiberio]].
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I modelli a cui Augusto si rifece sono a Roma la colonna di [[Caio Duilio]], vincitore dei cartaginesi nel [[Battaglia di Milazzo (260 a.C.)|260 a.C. a Milazzo]], esposta nel [[Foro di Augusto]]; la tavola, scritta in prima persona, le strade fatte costruire da [[Publio Popilio Lenate]], console del 132 a.C.; nonché l'iscrizione fatta porre da [[Annibale]] nel tempio di [[Giunone]] Licinia a [[Capo Colonna]]<ref>[[Livio]], XXVIII, 46, 1; [[Polibio]], III, 33, 18; 56.</ref> L'aspetto ellenizzante tuttavia pare evidente nell'esaltazione di un capo di stato, che però trova un sincretismo con concetti romani, tanto da produrre comunque l'impressione di essere di fronte ad un uomo d'eccezione, che compie cose non accessibili agli esseri comuni. Nelle province, soprattutto orientali, veniva perseguita una continuità con sovrani cosmocratici, come [[Alessandro Magno]] o [[Dario I]]; a Roma, al contrario, Augusto si ricollegava agli [[Publio Cornelio Scipione|Scipioni]], a [[Pompeo Magno|Pompeo]], a [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] pur, in qualche modo, superandoli. Con le Res Gestae, quindi sia un uomo colto della nobilitas, un orientale, o un semplice membro della plebe urbana trovava modo di comprendere il messaggio che il primo imperatore divinizzato, non a caso figlio del Divo Giulio, lasciava ad intendere.
[[File:Augusto sfondo trasparente.png|thumb|
Augusto racconta che all'età di 19 anni costituì un esercito a sue spese e con la benedizione del [[Senato (storia romana)|Senato]]. Nello stesso anno fu eletto [[Console (storia romana)|console]]. Con questi mezzi riuscì ad esiliare e punire gli assassini di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], suo padre adottivo (1-3). Questi passi delle ''Res Gestae'' mostrano i cardini dell'ideologia augustea. Ottaviano, uscito vincitore dalle guerre civili, impone la propria lettura storica: il suo intervento nelle guerre civili non è di parte, ma in difesa e per conto del Senato e dello stato romano. I provvedimenti e la guerra contro gli [[Cesaricidi|uccisori di Cesare]], da cui Ottaviano era stato adottato, sono un atto di diritto e di pietà filiale.
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=== Introduzione ===
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=== Pars prima.Capitoli 1-14 ===
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=== Pars altera. Capitoli 15-24 ===
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=== Pars tertia. Capitoli 25-35 ===
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=== Appendix ===
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== Note ==
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