Storia della Sicilia greca: differenze tra le versioni
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{{F|antica Grecia|arg2=Sicilia|novembre 2013}}
{{StoriaSiciliana}}
[[Immagine:Selinunte Panoramic View 1.jpg|
{{voce principale|Storia della Sicilia}}
{{Citazione|E oltre l'Italia c'è la Sicilia, la terra più fiorente e bella che si conosca. Là ci sono la possente Siracusa e Agrigento, Gela e Selinunte […]|[[Alessandro I d'Epiro]] mostrando ad [[Alessandro Magno]] il mare Adriatico, in [[Valerio Massimo Manfredi]], ''[[Romanzo di Alessandro]]''}}
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== Territorio ==
[[Immagine:Sicilia greca.JPG|thumb|
=== Città ===
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{{vedi anche|Storia della Sicilia preellenica|Sicelioti}}
=== I rapporti e le relazioni con i popoli indigeni ===
[[File:Selionte Acropole.jpg|thumb
I rapporti con le popolazioni non greche, [[Sicani]], [[Siculi]] ed [[Elimi]] e soprattutto con i [[Cartaginesi]] furono molto conflittuali ma a volte, soprattutto all'inizio, improntati a strategie mutevoli. Di regola solo il capo della spedizione recava con sé la propria donna; tutti gli altri negoziavano con i locali o ricorrevano al rapimento delle donne necessarie. Questo determinava rapporti amichevoli o viceversa conflittuali. Dal punto di vista commerciale la strategia era in genere quella di inserire nelle città sicule un nucleo di greci che si occupava delle acquisizioni o delle transazioni di merci e prodotti. Ciò deve essere avvenuto in qualche modo anche con le città fenice. Proprio la loro capitale, [[Mozia]], risulta infatti indifesa per quasi due secoli: le sue mura infatti non sono state costruite che nel [[VI secolo a.C.]] e coprono in parte la necropoli arcaica nelle cui tombe si è rinvenuta della ceramica greca di [[VII secolo a.C.]] Tutto ciò significa che i rapporti tra [[Fenici]] e Greci erano agli inizi pacifici, improntati soprattutto sul commercio. Sicuramente una comunità di Greci dovette vivere stabilmente nella stessa città, come ci viene attestato dagli storici antichi che, parlando della distruzione di Mozia da parte di [[Dionisio]] di [[Siracusa]], ci dicono che il tiranno, prima di ritirarsi dall'isola devastata e saccheggiata, non mancò di giustiziare i cittadini Greci di Mozia che durante l'assedio, nell'ultima strenua difesa della città, si erano schierati invece dalla parte dei Fenici. Anche presso [[Grammichele]] (nel sito dell'antica [[Occhiolà]] abbandonato dopo il terremoto del [[1693]]), e a [[Morgantina]] sembra esservi insediato un nucleo greco, probabilmente [[calcide]]se sin dalla metà del [[VI secolo a.C.]] Dalle attuali conoscenze sembra che entro il [[500 a.C.]] fosse già stata ellenizzata l'area sicula fino ad [[Enna]]. Tuttavia ben presto i Siculi si trovarono in una posizione di schiavitù simile a quella degli Iloti a [[Sparta]]: erano legati al loro territorio senza essere proprietà vera e propria di qualcuno. Secondo [[Erodoto]] erano definiti ''[[killichirioi]]''.
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=== Le motivazioni della colonizzazione ===
Secondo lo storico greco [[Tucidide]], le prime [[fondazioni]] coloniali furono opera di ''[[aristoi]]'', aristocratici esclusi dalle [[città]] dopo le lotte intestine seguite al ritorno dalla guerra di [[Troia (Asia Minore)|Troia]]; era infatti difficile armare una [[nave]] anche piccola senza capitali. Tuttavia la scelta dei primi siti evidenzia soprattutto una strategia di tipo commerciale: [[Storia di Messina|Messina]], [[Naxos]], [[Storia di Reggio Calabria|Reggio]], [[Storia di Catania|Catania]], [[Storia di Siracusa|Siracusa]] sono tutti porti che si trovano lungo una delle rotte commerciali più importanti del tempo ed assumono una funzione sia di base che di controllo.
[[Immagine:Tempio dei Dioscuri.JPG|thumb
Che un'antica rotta marina attraversasse lo [[Stretto di Messina]] non è attestato solo dal fatto che le più antiche colonie greche in Sicilia si situino tutte lungo la costa orientale dell'isola, ma anche dal fatto che esse furono precedute in [[Magna Grecia]] dalla prima colonia, la più antica, quella di [[Cuma]] (circa 750 a.C.), sulla costa tirrenica della Campania. Cuma era stata preceduta a sua volta, qualche decennio prima, dall'''emporion'' di [[Pithecusae]] ([[Lacco Ameno]], [[Ischia (isola)|Ischia]]). A Ischia (Casamicciola-Castiglione) sono stati trovati frammenti [[Arte minoico-micenea|ceramici micenei]] riferibili al [[Micenei|Miceneo III A]] (1425-1300 a.C.) che forniscono una testimonianza di insediamenti dell'epoca. E nella vicina isola di [[Procida]], a [[Vivara]], sono stati rinvenuti insediamenti dell'[[età del bronzo]] caratterizzati da [[ceramica]] d'impasto locale associata a frammenti di [[ceramica greca|ceramica micenea]] risalente al [[Micenei|Miceneo I]] (1580-1400 a.C. ca.) e scorie ferrose; queste sono risultate, alle analisi, provenienti dall'[[isola d'Elba]]. Tutto ciò testimonia che la rotta marina attraverso lo ''Stretto'' esisteva fin dall'epoca micenea ed era dovuta alla necessità che avevano le genti greche di approvvigionarsi di metalli - [[ferro]] in primo luogo - che esse andavano a procurarsi in [[Toscana]].<br/>
Le città greche da cui i coloni provenivano, le ''[[metropoli|metropoleis]]'' in genere erano anche origine del nome delle città fondate, le ''[[polis|poleis]]''. Queste, una volta consolidate, creavano delle sottocolonie a scopo militare o commerciale. [[Akrai]] e [[Casmene]] furono infatti probabili avamposti militari di [[Siracusa]].
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L'ascesa al potere di [[Gelone]] a Siracusa, determinò un rafforzamento della presenza grecofona in Sicilia. Egli infatti condusse una serie di battaglie atte ad allontanare le crescenti pressioni delle popolazioni dei Siculi e dei Sicani. Inoltre trasformò Siracusa in una città potente, con una marina e un esercito agguerriti, ripopolandola con il trasferimento della popolazione di Gela ed incorporando una parte dei [[Megara Iblea|megaresi]] sconfitti. In soli dieci anni Gelone divenne l'uomo più ricco e potente del mondo greco e con la sua alleanza con [[Terone]] ebbe il controllo della maggior parte della Sicilia [[Siceliota]], eccetto [[Selinunte]] e Messina (che era sotto il controllo di [[Anassila]] di [[Reggio Calabria#Storia|Reggio]]).
[[Immagine:Imera_tempio_della_vittoria_mod.jpg|thumb|left
Quando [[Terillo]] di [[Himera]] e Anassila chiesero l'aiuto di [[Cartagine]], questa non si fece pregare e intervenne. Ma egli radunò tutte le forze [[siceliote]] dell'isola: lo scontro decisivo si ebbe a [[Himera|Imera]], in una famosa battaglia avvenuta nel [[480 a.C.]] dove Gelone grazie all'alleanza con Terone di Agrigento riuscì a riportare una storica vittoria; [[Amilcare Barca|Amilcare]] venne ucciso, le sue navi bruciate e i Cartaginesi catturati venduti come schiavi. Inoltre Cartagine dovette pagare un pesante indennizzo e - {{citazione necessaria|scrive [[Erodoto]]}} - nel trattato stipulato, Gelone inserì che essi dovevano rinunciare ai sacrifici umani (soprattutto l'immolazione dei figli primogeniti; vedi [[Tofet]]).
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Il conflitto intanto si spostava nella zona occidentale; nel [[416 a.C.]] erano [[Selinunte]] (appoggiata da Siracusa), e [[Segesta]] (che dopo il rifiuto di aiuto da parte di Cartagine si era rivolta ad Atene) a lottare tra loro. Atene nel [[415 a.C.]] inviò [[Alcibiade]] con una flotta di 250 navi e 25.000 uomini in aiuto, ma la [[Spedizione siciliana|spedizione ateniese in Sicilia]] finì in un disastro. Ulteriori aiuti nel [[414 a.C.]] e nel [[413 a.C.]], con un esercito guidato da [[Demostene]], non riuscirono a piegare la coalizione che intanto si era raccolta attorno a Siracusa. Alla fine del [[413 a.C.]] gli Ateniesi erano in rotta; 7000 di loro fatti prigionieri furono rinchiusi nelle cave di pietra dove la maggior parte di essi morì; i sopravvissuti, marchiati come cavalli, vennero venduti come schiavi, mentre i comandanti Demostene e [[Nicia]] furono giustiziati. Siracusa festeggiò la vittoria, ma la vittoria non assicurò la pace interna. Il governo guidato da uno dei generali, [[Diocle di Siracusa|Diocle]], attuò una serie di riforme sul modello ateniese ed un codice di leggi, favorito in ciò dall'assenza di [[Ermocrate]], impegnato al comando di una flotta in aiuto di [[Sparta]].
[[Immagine:Selinunte Acropolis.jpg|thumb|
Nel [[410 a.C.]] si riaccese il conflitto e Selinunte attaccò Segesta. In aiuto di questa giunse un piccolo esercito di mercenari cartaginesi. L'anno successivo sbarcò anche [[Annibale Magone]] con un ulteriore esercito e in sette giorni espugnò Selinunte, distruggendola e massacrandone gli abitanti.
Annibale marciò poi verso [[Imera (colonia greca)|Imera]], ma qui trovò Diocle con l'esercito siracusano. Dopo pesanti scontri i Siracusani si ritirarono, gli Imeresi fuggirono via ma la metà di loro venne uccisa. Annibale fece quindi ritorno in patria e sciolse il suo esercito. Intanto [[Ermocrate]], che era stato destituito dal comando della flotta dell'[[Mar Egeo|Egeo]], con un piccolo esercito di profughi e mercenari e una flotta di cinque navi si insediò a capo di quel che rimaneva di Selinunte e attaccò le città tributarie di [[Cartagine]]. Siracusa in quel periodo era in pieno caos, Diocle venne mandato in esilio ed Ermocrate rientrato con la speranza di reinsediarsi venne invece ucciso.<br/>
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Nel [[398 a.C.]] iniziò le ostilità contro Cartagine. [[Erice]] si arrese, mentre [[Mozia|Motia]] dopo un anno di assedio fu distrutta e gli abitanti trucidati. L'anno dopo, il [[396 a.C.]], i Cartaginesi ritornarono in forze, invasero quasi tutta la Sicilia e distrussero Messina, minacciando anche Siracusa. Tuttavia, sembra a causa della peste, dovettero fare la pace con Dionisio e tornarsene dopo aver pagato un grosso indennizzo. Messina venne ripopolata. Vi furono ancora guerre con Cartagine con alterne fortune e spargimenti di sangue fino alla sua morte avvenuta nel [[367 a.C.]]<br/>
[[File:Colonie greche in Adriatico.png|thumb|left
Intorno al [[387 a.C.]] Dionisio intraprese un programma di colonizzazione dell'Adriatico per approvvigionarsi del grano padano senza passare attraverso la mediazione etrusca. Inoltre stabilì di popolare le nuove colonie con i suoi avversari politici, sostenitori della democrazia, che poteva essere ripristinata nelle nuove città. Sorsero così [[Adria]], [[Ancona]], [[Lissa|Issa]], [[Lesina|Dimos]], [[Cittavecchia di Lesina|Pharos]], [[Traù|Tragyrion]] (vedi cartina).
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