Remain in Light: differenze tra le versioni
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| Riga 75: ===Musica=== Byrne ha descritto l'album come un lavoro "spirituale", "gioioso ed estatico, eppure è serio"; ha fatto notare che, alla fine, c'era "meno africanismo in ''Remain in Light'' di quanto intendavamo [...] ma le idee africane erano molto più importanti da ottenere dei ritmi specifici"<ref name=paredes38/>. Secondo Eno il disco fonde in maniera unica il [[funk]]  Il primo lato contiene le canzoni più ritmate, con lunghi interludi strumentali: ''Born Under Punches (The Heat Goes On)'', ''Crosseyed and Painless'' e ''The Great Curve''<ref name=bowman170/>. Il lato B è composto da canzoni più introspettive, con sonorità che di brano in brano si fanno sempre più rarefatte<ref name=bowman178/>. ''Once in a Lifetime'' contiene una citazione da ''I Heard Her Call My Name'' dei [[Velvet Underground]]. La canzone era in origine intitolata ''Weird Guitar Riff Song'' per la sua particolare composizione<ref name=bowman172/>. Fu concepita come un singolo riff prima che il gruppo ne sovrapponesse un altro; Eno alternò otto battute di ciascun riff con le corrispondenti battute della controparte<ref name=bowman169/>. ''Houses in Motion'' include una lunga esibizione alla tromba e ai corni di Jon Hassell. ''Seen and Not Seen'' alterna un testo recitato da Byrne con un sottofondo ritmato a un ritornello più evocativo,  mentre ''Listening Wind'' presenta elementi tipici della tradizione musicale araba. Il brano finale, ''The Overload'', fu il tentativo da parte dei Talking Heads di emulare il sound dei [[Joy Division]]. La canzone fu composta nonostante nessun membro della band avesse mai ascoltato nulla dei Joy Division: i musicisti si basarono piuttosto su come la musica del gruppo inglese era descritta nelle recensioni delle riviste musicali. Il brano è costituito da battiti tribali simil-[[industrial]] eseguiti principalmente da Harrison e Byrne<ref name=bowman178/>. | |||