Islam: differenze tra le versioni
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== Culto ==
Mentre il culto per Dio, chiamato Allah, è immutabile e del tutto indifferente all'epoca e allo spazio fisico in cui esso è praticato, la liturgia espressa potrà in varie occasioni adattarsi invece al tempo e al luogo in cui il fedele vive. Ciò è in perfetta coerenza col principio condiviso che l'Islam sia una religione ''wusṭa'', cioè collocata su una linea "mediana" rispetto agli opposti estremi costituiti dall'ateismo da un lato e da un formalismo rigido di facciata, non pervaso dalla reale comprensione e dalla tolleranza nei confronti di chi sbaglia.<ref>Si veda in merito quanto affermato da [[Ahmad ibn Hanbal]] e dal suo tardo epigono, [[Ibn Taymiyya]], secondo cui «''un musulmano non deve ''mai'' stancarsi di ammonire il fratello che sbaglia''», rendendo così illegittima qualsiasi sanzione personale del peccatore.</ref> È nota l'affermazione di Muḥammad, secondo cui l'Islam aborre gli eccessi e il fanatismo, basandosi sull'assunto, più volte ribadito nel [[Corano]], che "Dio non ama gli eccessivi" (II:190; VI:141; VII:31; XVII:26-27; XXV:67; XLIV:31 e LVII:23). Per questo motivo l'estremo rigore sul piano sia della lettera, sia dei contenuti della Legge, corrisponde nei fatti a un'estrema flessibilità.
Una visione etnocentrica del culto islamico ha però portato, durante il corso della storia europea, a dei grossi fraintendimenti: se per gli europei medioevali Muḥammad era uno scismatico cristiano, questa credenza si è evoluta nel corso dei secoli, fino a trasformare i musulmani in "maomettani"; credenza questa parzialmente diffusa anche nel secolo ventesimo - possibilmente alimentata da una visione dell'Islam speculare a quella che i Cristiani hanno della propria religione e in particolare della figura di Cristo, divinizzata e dunque adorata. In realtà un musulmano che adorasse Muḥammad, o qualsiesi altro Profeta prima di lui, commetterebbe l'errore gravissimo di scambiare i messaggeri, cioè i profeti inviati da Dio sulla terra per annunciare la rivelazione monoteista, con il messaggio, il Dio Unico (''wāḥid'') e Uno (''aḥad'') che non ha generato e non è stato generato (''lam yalid wa lam yūlad'') che avrebbe incaricato Muḥammad di annunciare l'ultima, definitiva rivelazione; rendendolo "sigillo dei profeti" (''khātim al-anbiyāʾ'').
== Testi fondamentali ==
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