Alberto di Giussano: differenze tra le versioni

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Testimonianza del naufragio di un marinaio a bordo.Ć==Voci correlate==áÊz
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L<nowiki>'</nowiki>'''''Alberto di Giussano''''' fu un [[incrociatore leggero]], primo della sua [[Classe Alberto da Giussano (incrociatore)|classe]] della [[Regia Marina]], battezzato in onore di [[Alberto da Giussano]], il cavaliere che secondo la leggenda guidò la difesa del [[carroccio]] alla [[Battaglia di Legnano]]
[[File:Incrociatore Alberto di Giussano.jpg|thumb|left|L'incrociatore ''Alberto da Giussano'' nel [[1935]] in partenza per l'Africa orientale]]
 
L'unità venne impostata nel [[1928]] e varata il 27 aprile [[1930]]. Come tutte le unità della sua serie della classe "Condottieri", era molto veloce ma completamente priva di corazzature e protezioni (tra i 20 e i 40mm, con alcune aree pressoché scoperte), tanto che persino i proiettili da 102 e 120 mm dei cacciatorpediniere britannici potevano perforarne lo scafo anche a distanze di tiro normali. La già scarsa corazzatura era più estesa e pesante nella protezione del torrione (dove risiedevano gli organi di controllo del tiro) che attorno ai motori, ovvero alla parte più "pregiata" ed importante della nave. Carente era anche la protezione subacquea in confronto alle unità impostate dalla Regia Marina negli anni successivi. Per questo motivo le prime serie dei "condottieri" furono detti incrociatori di carta o anche incrociatori di carta velina. Buono (per l'epoca) risultava invece l'armamento, che però allo scoppio della guerra era divenuto insufficiente nel ruolo anti aereo, visto il rapidissimo sviluppo dell'aviazione nella seconda metà degli anni '30 e negli anni '40. La pianificazione militare della Regia Marina d'anteguerra aveva preso a confronto soprattutto la marina [[Francia|francese]] (dove molte unità erano costruite tenendo conto della velocità come fattore fondamentale) e si basava sul presupposto, teoricamente corretto ma in pratica superato dai fatti, che un'elevata velocità fungeva da protezione contro i siluri e le motosiluranti e permetteva agli incrociatori di attaccare in condizioni di superiorità e fuggire in condizioni di inferiorità (anche perché sovente piccole squadre veloci della flotta austro-ungarica erano riuscite a sottrarsi agli scontri, o a bombardare le coste adriatiche prima dell'arrivo della nostra flotta, durante la prima guerra mondiale). La minaccia rappresentata dalle mine venne invece, sorprendentemente, sottovalutata, malgrado le lezioni della prima guerra mondiale in Adriatico.
[[File:Giussan 1.jpg|thumb|left|L'incrociatore ''Alberto da Giussano'' a Venezia]]
 
Negli [[anni 1930|trenta]] partecipò alle normali attività in tempo di pace della flotta come unità del 2º Squadrone, inclusi servizi connessi alla [[guerra civile spagnola]]. Il 10 giugno [[1940]] insieme al 1º Squadrone fece parte della IV Divisione Incrociatori e partecipò in luglio alla [[battaglia di Punta Stilo]], nel corso della quale lanciò un [[idrovolante]] per la ricognizione.
 
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Morirono 283 uomini dei 720 che componevano l'equipaggio. Da una testimonianza di un marinaio a bordo risulta che dopo essere colpita la nave si incendiò subito dopo e lo sversamento del carburante estese l'incendio nella zona di mare circostante. Alcuni marinai morirono tra le fiamme altri furono dispersi in mare. La scialuppa che teneva a bordo il comandante e alcuni ufficiali prese il largo mettendosi in salvo e lasciando sul campo molti marinai che trovarono la morte in mare. <ref>[http://salvatorefuca.splinder.com/post/19435482 salvatorefuca - Articoli e post su salvatorefuca trovati nei migliori blog<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
[[File:Incrociatore Alberto di Giussano.jpg|thumb|left|L'incrociatore ''Alberto da Giussano'' nel [[1935]] in partenza per l'Africa orientale]]
[[File:Giussan 1.jpg|thumb|left|L'incrociatore ''Alberto da Giussano'' a Venezia]]
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== Bibliografia ==