Alpago: differenze tra le versioni
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Nonostante si tratti di un'area piuttosto ristretta, il clima dell'Alpago varia notevolmente da località a località. In particolare, risulta più mite nelle zone più soleggiate (Tambre, Farra, Pieve), ma ben più rigido nelle zone esposte alle correnti delle valli, nella zona bassa del canale e sul Cansiglio.
Le caratteristiche climatiche sono costituite da inverni piuttosto lunghi e freddi, da estati corte e non troppo calde e da abbondanti precipitazioni che in certi punti raggiungono i 2500
Le temperature medie stagionali risultano 0,15 °C in inverno, di gradi 10,17 °C in primavera, 19,15 °C in estate e 10,81 °C in autunno, per una media annua di 6,11 °C. Durante l'inverno sul vicino Cansiglio si raggiungono sovente minime da record, come i -27,5 °C dell'inverno [[2005]].
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===L'età antica===
L'Alpago fu a lungo una regione inospitale e selvaggia. I reperti testimoniano la presenza umana sin dall'[[età del ferro]], tuttavia si ipotizza che gli insediamenti non fossero stabili. In epoca preromana fu abitato dai [[paleoveneti]], dagli [[Illiri]] e dai [[celti]] [[Norici]] ([[Plinio il Vecchio]] ricordava che il confine del [[Norico]] era presso il ''lacus Piso'', l'attuale lago di Santa Croce). Sotto i Romani fece parte del territorio di ''[[Belluno|Bellunum]]'', allora ''[[municipium]]'' della ''[[Venetia et Histria]]'', ma rimaneva ancora un luogo di passaggio attraversato tuttavia da vie commerciali di notevole importanza. Per questo motivo vi furono innalzati numerosi fortilizi che aumentarono di numero durante le [[invasioni barbariche]].
<br />Generalmente si fa derivare il toponimo dal latino ''[[pagus]]'', termine che indicava un'antica circoscrizione rurale. Tuttavia, l'antica scrittura ''valle Lapacinense'', ''Lapago'', ''Lapage'' e simili ([[XI secolo]]) fa pensare al personale ''Lappius'', forse un possidente che avrebbe anche dato il nome alla vicina [[Val Lapisina]]<ref>[http://www.cansiglio.it/biblioteca/pfu/Canséi%20-%20Cansiglio.pdf]</ref>.
===Il periodo romano===
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===Il medioevo===
Fu probabilmente l'arrivo dei [[Goti]], calati in Italia con Teodorico a costringere gli abitanti della [[Valbelluna]] a trasferirsi sui monti del più sicuro Alpago fondando le ''ville'' più antiche. Al malgoverno dei Goti negli ultimi anni del loro regno, succedettero gli ordinamenti sociali dei Longobardi, altro popolo di stirpe scandinava, sceso in Italia nel 586, dove regnò per circa due secoli.
<br />L'arrivo dei [[Longobardi]] segnò la nascita di quelle che poi sarebbero diventate le ''[[Regola (ente)|regole]]'' (in long. ''[[Fara (Longobardi)|fare]]'', da cui il toponimo Farra), cioè le associazioni delle famiglie locali che gestivano lo sfruttamento del territorio. In Alpago la memoria dei Longobardi si ha nelle due masserie o decanie che dividevano la regione nel nucleo di Farra e in quello di Pieve. Lo sfruttamento economico della regione si associava alla difesa militare delle chiuse del Cansiglio e di Fadalto, a loro affidate, che comunicavano col Friuli.
<br />Passato ai [[Franchi]] di [[Carlo Magno]] dopo la sua conquista in Italia nel 774, il territorio divenne una contea assegnata prima alla [[Marca del Friuli]] e poi ([[923]]) ai vescovi-conti di Belluno. Con la venuta di [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], infatti, la potenza vescovile si accresce e il dominio su tutto l'Alpago, chiamato ancora nel diploma di concessione del 10 settembre 963 ''Valle Lapacinense'', viene confermato al Vescovo di Belluno, Giovanni, singolare figura di vescovo e di soldato che teneva la spada accanto alla croce per attestare la sua giurisdizione civile e militare insieme a quella ecclesiastica, avute in successione al suo predecessore [[Aimone]].Successore di Giovanni fu Giovanni II, al quale, l'Imperatore [[Ottone III]] consigliava di concludere la pace con i veneziani. La potenza vescovile, che cominciò a declinare e si era indebolita, rimase scossa ed in seguito soppiantata dai Caminesi prima (1312) e dagli [[Scaligeri]] poi (1322).
<br />Durante il basso medioevo l'Alpago fu al centro delle sanguinose lotte tra le varie famiglie feudatarie, tra le quali si distinguevano gli [[Ezzelini]], i [[Caminesi]], i [[Carraresi]] e gli [[Scaligeri]]. Il lungo periodo di conflitti si risolse nel [[1404]] quando Belluno e Feltre si diedero alla [[Serenissima]]. Prima che ciò avvenisse, l'Alpago era una contea, data nel 1323 ad [[Endrighetto di Bongaio]] da Can Grande della Scala, il quale era Capitano e Governatore di Belluno. Endrighetto di Bongaio era uomo "astuto e perspicace", dice il Piloni, conte e Signore d'Alpago dove abitava nel piccolo castello raggiungibile da località Alpaos.
Il nome di Alpago rimase poi ai suoi discendenti, in luogo Bongaio, come narra lo stesso Piloni.
Can Grande lo rimeritava così dei servigi che egli aveva reso agli Scaligeri, in diverse loro imprese, segnalandosi per il suo valore e mostrava con ciò di riconoscere anche i meriti da lui acquistati parteggiando per i Ghibellini, dei quali era fedele sostenitore.
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===Da Napoleone a oggi===
Caduta Venezia ([[1797]]), la regione seguì le sorti del Veneto e passò dai Francesi agli Austriaci e viceversa, divenendo definitivamente asburgica dal [[1815]]. Sotto [[Napoleone]] furono istituiti gli attuali comuni.
<br />Passata poi al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] ([[1866]]), subì, durante la [[Grande Guerra]], l'occupazione austriaca. Durante la [[Seconda guerra mondiale]] vi furono attive diverse [[partigiani|milizie partigiane]].
==Storia demografica e amministrativa==
Nel [[1612]] le località abitate disseminate nella conca dell'Alpago erano 23 con una popolazione totale di 2.791 persone così compartite fra le varie Regole: Alpaos 93, Borsoi 19, Broz 48, Chies 211, Curago 62, Farra 274, Funes 117, Garna 91, Irrighe 81, Lamosano 121, Montanes 44, Pieve 184, Plois 159, Puos 344, Quers 23, S. Croce 51, Sitran 164, Tambre 115, Tignes 239, Torch 63, Torres 44, Valzella 55 e Villa 139. Vi erano pure delle case sparse di carbonai, specialmente nella zona ove ora sorge Spert e in Valturcana, con una popolazione di 56 abitanti, sicché, la popolazione totale dell'Alpago risultava di 2.847 persone.<
Nel [[1866]] Regole e Svaldi erano 34 per un totale di 9.580 persone, così ripartite fra i vari Comuni: Chies 1.810, Farra 1.925, Pieve 2.030, Puos 1.615 e Tambre 2.050.<
Nel [[1921]] le località abitate erano salite a 37: Alpaos, Bastia, Borsoi, Broz, Carpineto, Chies, Civit, Codenzano, Cornei, Curago, Farra, Funes, Garna, Irrighe, Lamosano, Lasta, Lavina, Molini, Montanes, Palughetto, Pedol, Pianon, Pieve, Plois, Puos, S. Croce, Sitran, Spert, Tambre, Tambruz, Tignes, Torch, Valdenogher, Valturcana, Valzella, Villa e Villanova. La popolazione complessiva delle 37 località era di 12.303 persone.<
Al 31 dicembre 2007 la popolazione complessiva dei comuni dell'Alpago era di 10.163 unità.
Le cinque borgate dell'Alpago divennero comuni durante il periodo napoleonico. Da ricordare che, analogamente, avevano già raggiunto l'autonomia dal punto di vista religioso: nel [[1625]] per prima divenne parrocchia Farra, separandosi da Pieve; toccò poi a Lamosano di Chies nel [[1629]], a Tambre nel [[1730]], a Chies nel [[1771]] e a Puos nel [[1866]]. Attualmente, l'Alpago è diviso in dodici parrocchie, ricadenti nella [[
==Usi e costumi==
===Il pellegrinaggio a Follina===
Da diversi secoli, per mantenere fede ad un voto fatto dagli antenati per ottenere dalla Madonna la protezione dalla nebbia, che nei tempi lontani danneggiava le colture, è consuetudine recarsi in pellegrinaggio a Follina. Il tragitto, ora svolto in autocorriera, veniva effettuato in processione portando tutte le croci delle Chiese d'Alpago con in testa quella più vecchia di S. Vigilio.
== Persone legate all'Alpago ==
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